RE NUDO - Anno IX - n. 67 - luglio 1978

RE NUD0/14 (segue da pag. 12) ba Ram Dass alla fine era arrivato anche lui a questa conclusione, tanto è vero che si era trovato un maestro, ed era un discepolo. Così sono tornato in Persia, dove avevo sentito parlare di alcuni mae– stri Sufi ed ho passato molti mesi con uno di questi, ma ancora una parte di me non era appagata, non ero soddisfatto,'la mia sete continuava ... non saprei spiegar– lo. Avho letto Gurdjeff, e tra la Persia e la Turchia cercavo di ripercorrere i luoghi in cui era vissuto e le esperienze che ·aveva fatto, ma in tutto questo girovagare non ho mai trovato. qualcuno che mi desse il feeling: "Questo è il mio uomo". Gente interessante, certo, ma mai quel fee– ling. E finalmente successe quando tor– nai in Germania: avevo fatto un paio di album e avevo dei soldi. Volevo partire per qualche altra destinazione, ma ero sempre più confuso, e accadde in quei giorni che un tipo tornato dall'India al– loggiasse in casa mia. Una mattina sono entrato nella sua stanza e lui non c'era, ma al muro aveva appeso una fotografia di Bhagwan ed io guardo questa foto e mi sento molto aperto dentro, in qualche modo che naturalmente non so spiegare questa immagine mi ha dato un grosso flash, un feeling incredibile, così quan: do il tipo tornò a casa gli chiesi chi fosse quest'uomo e lui mi rispose che era un guru che aveva incon– trato a Bombay ... fu~quel momento ebbi la precisa sensazione che questo era l'uo– mo che cercavo. Quella notte stessa la fJassai leggendo un libro .di Bhagwan e man mano che leggevo mi sembrava come di sentire per la prima volta il sapore della verità nella mia vita. Ogni parola, ogni riga, dall'inzio alla fine mi dava la sensazione che quest'uomo stava parlan– do la verità. Così sono partito per andar– lo a vedere. Da allora sei sempre rimasto qui nell'a– sharam? No, era il' 1973 e Bhagwan era ancora a Bombay ed io to,rnavo ogni tanto in Germania a fare qualche lavoro: musiche per film di amici e cose di questo genere, poi l'ultima volta ho trasferito qui tutto il mio equipaggiamento ed ho .cominciato a comporre musica nell'ashram. Cosa è cambiato sostanzialmente nel tuo far musica in questo periodo? Mi ricordo molto bene il feeling che .avevo facendo il mio primo album: c'era– no molte idee nella mia testa, a quel tempo, ed in un certo modo era come . prendere delle cose da altre musiche, dovevo ascoltare tutta la musica che c'era in giro, così poi trovavo qualche pezzo che mi piaceva, che mi dava qualche altra idea e _c'era di fondo questo orgoglio molto forte, tipo: io faccio la musica. Poi col primo. album ero diventato immedia– tamente famoso, e l'ego-trip si era fatto ancora più forte. La mia casa discqgrafica mi aveva chiesto di fare immediatamente un altro album·, così ero lì, seduto nel mio studio pensando di fare un altro capolavoro, ma nessuna musica arrivava, e più pensavo di fare più _mi trovavo in un deserto di suoni era terribilmente fru– strante, fino al momento in cui sono arrivato a capire che più fortemente pen– so di fare qualcosa, meno musica arriva nel mio corpo, e questo _è stato anche il primo gradino dell'esperienza che ho avu– to con Bhagwan, allora l'avevo ;apito, ma un po' a livello inconscio. Stando nell'a– shram era invece diventato terribilmente chia~o che dovevo liberarmi da questa idea "che io voglio fare qualcosa, che sono io che la fadcio ". Un giorno infine Bhagwan mi ha chiamato e mi ha detto di cominciare a fare le musiche per l'a– shram, poiché trasferendoci a Poona, tut– to era cambiato, avevamo spazio, c'era molta più possibilità per la creativita e per !è meditazioni. Ma il mio equipaggia– mento doveva restare fermo un annci alla frontiera, ed io ero qui, pieno di musica dentro e nell'impossibilità di fare quello eh~ volevo. Finalmente ho trovato un armonium, un sitar ed un piccolo regi– stratore, ed ho cominciato a lavorare.. Prima delle tue musiche cosa veniva usato per le meditazioni? Di fatto esisteva solo la dinamica, che era. accompagnata da. tamburi e percussioni · dal vivo, durante il campo di meditazioni; per il resto dell'anno la sola musica era il

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