RE NUDO - Anno IX - n. 66 - maggio 1978

mantenere a ciascuno stru– mento una sua qualità solista. Per le stesse urgenze composi– tive probabilmente, abbiamo un solo movimento di caratte– re ciclico. Questa la sinfonia originale. Molto diverso è invece l'esito della trascrizione di Webern, che pur accolta ed elogiata dal maestro, vive di una concezio– ne musicale del tutto autono– ma se non antitetica. Fin dai suoi primi anni We– bern rifiutò di porre l'emoti– vità ed il sentimento tra le cause musicali, ammettendoli se mai agli effetti dell'ascolto. Questo suo pensiero lo portò alla composizione logica e geometrica, razionale come in quegli stessi anni lo erano i quadri di Klee. (Non a caso avrebbe profondamente in– fluenzato le correnti elettro– niche del dopoguerra). Così la trascrizione della sin– fonia scava all'essenzialità e– strema la struttura, la svela con sonorità -parche e quasi scarne nei suoi rapporti quan– titativi più che cromatici. L'effetto è, convincente e im– peccabile anche se non privo di una certa angoscia interio– re, ma questo, forse, fa ascol– tare il brano con più parteci– pazione di quanta non si con– cedaalla sçrittura originale. La prima facciata del disco contiene il 'quintetto per pia– noforte ed archi', anch'esso del 1906, in cui le tematiche care all'autore si esprimono già con autonomia e comple– tezza. E' stata, ci pare, una scelta intelligente l'accostare nello · stesso disco i due brani, per– chè essendo omogenei nella strumentazione, espongono con chiarezza un aspetto co– stante della musica webernia– na. Così l'accessibilità del di– sco lo rivolge ad un pubblico vasto, e non ai soli specialisti, per i quali la trascrizione della sinfonia da camera è senza dubbio una preziosità squisita, ombrata in più dal fascino del– la prima registrazione mondia– le. I.e. Fabrizio De André Rimini Dischi Ricordi Dopo una non breve assenza dalle sale d'incisione, Fabrizio De André torna sul mercato con questo Rimini, opera per certi aspetti assai interessante. La confezione dell'album è quasi lussuo~a: ci sono in un libretto i testi delle canzoni, accompagnati ognuno da una foto "artistica". Musicalmente è molto curato, e non cade troppo spesso nello scontato, come succede .inveceper quasi tutti i cantautori italiani. La sorpresa maggiore v;iene dagli arrangiamenti, una volta tanto sono molto piacevoli e per nulla pesanti, 'soprattutto pre– vedono un uso sapientemente limitato dei sintetizzatori, co– sa attualmente assai rara. Nel silenzio quasi totale dei cantautori più validi, quali Guccini o Dalla, questo disco è certamente il benvenuto. Com'è d'abitudine per De An– dré, alcuni testi sono a volte un po' troppo ermetici ed ec– cedono nell'uso di simboli, ma anche questi si ascoltano vo– lentieri. Quelli che mi hanno particolarmente colpito sono Volta la carta e Coda di lupo nella prima facciata. Coda di lupo è la storia di un indiano metropolitano un po' cresciuto, molto bella, che conclude con una piccola au– tocritica di De andré stesso. C'è poi Avventura a Durango, libero adattamento di un ·bra– no di Bob Dylan (Romance in Durango), che musicalmente rende senz'altro meglio nell' originale ma che come testo è interessante. Ad esempio per il ritornello, che nell'originale è in Ispagnolo e De André rende con accento napoleta– no. Insomma, De André merita tuttora di essere ascoltato con attenzione: le sue fiabe, le sue poesie in musica possono an– cora dirci qualcosa, o, perlo– meno, comunicarci delle im– magini. Lou Reed Street Hassle Emi e.a. Se il punk "ha una sola regi– na", ha anche senz'altro urr solo re: Lou Reed. Il suo nuo– vo LP ce lo conferma, qualora ce ne fosse bisogno, come sempre vivo e vegeto sulla sce– na, nonostante gli oltre dieci anni di carriera. RE NUD0/49 .Carriera non certo delle più "rispettabili", ma senz'altro lucida e coerente nel tempo, personaggio la cui immagine da sempre oscilla fra il cielo e la terra, il decadente e il nazi, piena di mille contraddizioni. Eppure sino ad oggi è riuscito ad essere sempre legittimo. continuatore delle gesta e del– la genialità dei Velvet Under- · ground e, al contempo, sensi– bile a tutto ciò che di nuovo si agita, quindi oggi al punk. Infatti, il disco, pur essendo la naturale prosecuzione dei fili Velvet-Reed tengono conto di ciò che è accaduto: si ha così un'alternanza di brani live con altri strettamente di studio, con a tratti un uso della strut– tura rock èhe è alla base della riscoperta punk, (vedi 'Real good times together', !Leave me alone'), e la creazione di raffinate e complesse armonie (vedi 'Street hassle'). Ovvia– mente i brani più duri sono quelli eseguiti dal vivo, fra gli altri troviamo invece 'Street hassle', il brano che dà il tito– lo al disco, che riprende un discorso dei Velvet (sfiorato 0 ■1111111·~ IIADIO POl'OLAIII ................... •. ÌIIIII HDIII •llwe llllllllrtlle cl IMHI . -me,.,............. ..,...... ,......... ..................... . IIADIO IIOPOLAIII: ... ...,..._ • .... NINI lilllltlrll ed IIHltare ................. cl........... Nval9"1I 1111 Nglltllll llllr9ne di l'llllano: ,......, CelleN, ...... ~.!...................... -. ............. lntutlllt ...... _,. unlVWllti, Il ClrNle le C- di M l'ella dli perdono, IIINI. 18. lan ~nll, La,._..... (Novate MIia-i. c..11..... .,,..,_. .. _. • ....,, , ........... .,...,.. -••llloc•II. .

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