RE NUDO - Anno IX - n. 66 - maggio 1978

fo, questo qui mi ruba tutto, è una sanguisuga ... Campo facendo qualche fur– to per procurarmi la roba, poi mi faccio amico uno di 60 anni: ci vado a letto per un periodo e gli succhio un bel po' di soldi, sai, oggi mi vedi un po' distrutto, l'ero è un casino, ti invecchia, ma prima credimi che ero veramente carino. Alla fine a questo vecchio rubo un po' di soldi e ritorno a Roma. Roma, Campo dei fiori, amici per modo di dire, vado in una specie di comune al Tufello, ma lì ti giuro che è un posto schifoso, è una periferia veramente orrenda anche se è un po' meglio di quella di Milano. Comun– que pure lì un casino completo: gente che veniva solo per dormire, altri che fingevano di capirti e invece se ne frega– vano di te, chiusi come corazze, gente che viveva nella sua merda e non faceva niente per uscirne. Dopo due mesi sbarel– lo e riparto per Milano. Si ricomincia da capo ed è un trip duro. Al mattino trovo un lavoro schifoso: faccio il facchino, di pomeriggio e sera il freack e ritorno al buco. E' un casino infernale, ma non ce la faccio più, nemmeno il buco mi soddi– sfa più. Ritorno con gente brutta, non ho una casa, -dormo dove mi capita, è un in– ferno. Anche i compagni sono cambiati, ciascuno coi suoi cazzi da risolvere senza tempo· per gli altri. Non hai provato a trovarti un lavoro .sta– bile? Lavoro? Figurati, dopo due mesi mi licenziano perchè insulto il capo e mi sento ancora più in merda. Amici niente.· La gente che si buca non pensa agli altri, non può pensare se tu stai come un pirla, se hai dei casini. Il buco diventa una totalità, una cosa di cui non puoi fare a meno perchè stai male, e poi era l'unica cosa a cui mi potevo aggrappare. Il buco pure non mi soddisfa più, sto proprio male, è una merda, ma sennò come faccio a bucarmi? Se non mi buco sto male, capisci? Sto male, non voglio stare male, ho paura, sono stato troppo male, trop– po. La mia vita è come un orologio. Alzarsi-fare un po' di tragitti con la roba-battere-farsi-poi di nuovo a letto e il giorno dopo tutto da capo. Ma tu credi che goda quendo scopo con qualcuno? Manco per il cazzo, non riesco più manco a godere. Ti giuro che vorrei solo qualcu– no che riuscisse a capirmi, che mi desse una mano ad uscire fuori, invece tutti pensano al loro buco, alle loro marchette e ai loro cazzi... Capisci io non voglio la carità, non la voglio da nessuno, tentome– no da stronzi moralisti. Io voglio amore ed affetto, ma ti giuro, ti giuro che son pronto a farmi in quattro per ricambiar– lo. FAUSTO Quanto guadagni a sera? Io non faccio marchette regolarmente, anzi, in questo periodo, non ne faccio proprio ma, dato che mi piacciono gli ·uomini, vengo qui per rimediare qualche scopata. Nella citJà di provincia i posti per incontrarsi fra omosessuali sono po– chi, e questo è uno. Dunque in questo periodo non fai mar- . chette; quando le hai fatte e per quanto tempo? Sì, ho fatto marchette regolarmente, non ho vergognaa dirlo, per sette o otto mesi; poi a sprazzi, sempr!_:però per qualche mese e poi due anni fa, ho smesso del tutto. Coma hai cominciato? .Ho cominciato dopo aver scoperto di essere omosessuale. Come hai scoperto la tua omosessualità? Con le donne non funzionavo: proprio non mi piaceva. Non riuscivo ad avere un rapporto serio e duraturo con una donna, anche se ero il più corteggiato della scuo– la... Un giorno mi trovai a guardare i ·cazzinel pisciatoio, figurati. RE NUD0/41 Parlami dello shock che hai avuto quando, hai scoperto· la tua omosessualità. Avevo paura della gente, non uscivo di casa. Mi odiavo, mi sentivo in colpa..... che schifo... mi sento male solo a ricor– darmi quei tempi lì, figurati quando li vivevo. Mi sentivo un verme, la rovina della mia famiglia. Come ne sei uscito? Mi sono messo a fare politica. Poi quelli del gruppo scoprirono che io ero omoses– suale e successe un casino. Dicevano che era un vizio piccolo borghese e che non ero un compagno serio. Come l'hanno saputo? Siccome mi trovavo abbastanza bene con uno di loro, si stava spesso·in compagnia, si andava a vendere il giornale insieme, un giorno parlando, glielo confessai. Questo andò subito a dirlo al segretario della sezione e così dopo un po' mi cacciarono dal gruppo. Che gruppo era_? "Servife il Popolo" E' stato allora che ti sei messo a fare il mestiere_? . Sì. In quel periodo anche i miei vennero a sapere tutto e con molta gentilezza mi buttarono praticamente fuori di casa. Trovai una stanza a Napoli e mi misi a battere il marciapiede per soldi. Non fai più politica? Poco, sono un cane sciolto, ma li ho passati quasi tutti. Lotta Continua, il PCI. Ma adesso niente. Secondo te cosa hanno fatto i partiti della sinistra storica per l'omosessualità? Niente di niente. E' troppo poco qualche assemblea e qualche articolo di giornale di partito in cui magari si travisa ·il più possibile questo fenomeno. Serve solo a mettersi la coscienza a posto, ed a me 'sta· cosa non va. E la sinistra rivoluzionaria? Poco, poco anche lei. Solo parole. Del FUORI che ne pensi? Sono simpatici, ma c'è il pericolo che diventi un nuovo ghetto . · Torneresti a fare marchette? No, per due motivi essenziali: primo, perchè non ritengo giusto pagare e quindi nemmeno farmi pagare per soddisfare le mie esigenze sessuali. Secondo, far mar– chette non è tanto una bella vita, anzi è una vitaccia. Ti vergogni di aver fatto marchette? No. Mi è stato utile come esperienza e mi ha fatto crescere psicologicamente. Interviste tratte dal libro Una questione diversa: testimo~ianze sul– la prostituzione maschile a cura di Riccardo Reim e Antonio Vene– ziani - Lerici 1978 - L. 2.800

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