RE NUDO - Anno IX - n. 66 - maggio 1978
dato una effettiva posizione comune in · tale materia è oggettivamente difficile togliere spazio ad una serie di mini-elabo– razioni energetiche di tipo alternativo che trovano ampio spazio a livello locale. La recentissima messa a punto di un pro– gramma di governo tra i seipartiti dell'ar– co costituzionale costituisce anche in questo campo un 'importante premessa, Essa • va ora tradotta in una specifica · rilevante dichiarazione di volontà politica sull'intero programma energetico. 2. L'inesistenza di un gentlemen agree– ment che deve funzionare nei fatti tra i maggiori partiti circa il fatto che l 'inse– diamento di centrali di potenza non deve essere motivo a livello locale per risse di tipo elettorale. Questo spazio può essere ragionevolmente coperto solo da piccoli partiti alla ricerca di un loro ubi consi– stam e quindi facili alla ricerca anche di elementi di clamore. Partiti che aspirano ad avere responsabilità di carattere nazio– nale e che a livello nazionale condividono l'esigenza di un programma nucleare non possono rimanere assenti quando a livello locale si manifestano comportamenti di propri amministratori nettamente diffor– mi e spesso motivati solo da calcoli elet– torali locali. Se non esiste un qualche meccanismo di garanzia reciproca tra i maggiori partiti in questa materia è pres– soché assurdo pretendere di localizzare centrali elettro-nucleari con l'assenso dei comuni interessati. L'alternativa sarà la rinuncia a qualsiasi programma elettro– nucleare oppure la localizzazione d'impe– rio effettuata a livello centrale". Un'altra cosa importante che emerge in molti interventi è quella di considerare la questione dell'insediamento delle centrali nucleari come terren9 di sperimentazione della, democrazia in vista di un sistema sociale che basa la propria economia su grossi insediamenti industriali, frutto di tecnologieavanzate. Ovvero si vuole valutare quali possibilità ci sono di far accettare l'installazione di grossi insediamenti produttivi, evitando una prova di forza militare o autoritaria, e promuovendo quindi il "controllo so– ciale" (vedi titolo del libro), cioè momen– ti di controllo democratico (ovviamente rappresentativo) sulle tecnologie avanza– te. Di quanto sia democratico tutto ciò ho già detto, su quanto sia economica– mente conveniente per le industrie que– sto metodo piuttosto che quello teso e conflittuale della militarizzazione (o co– munque dell'imposizione autoritaria) oc– correrebberiflettere. Parlano ancora Garribbà e Vaccà: "L'energia è un bene sempre più raro e prezioso soprattutto in termini di costi RE NUD0/37 ::f;,l----'~--·~'; .-:~· $::! 'C ~$;& r-1::. i::,- -----:"'E~-== -:•:•:i 41; ~ .."' ... ~_. f> ..,,~a. ,.. -~ 'V\._r/L-_,~~---~ ""I _,...,, '-•{.;,,~ r. .l.~i,:lf': ,._ A _, r•.,,,. ~ ._ ~ sociali e politici. Con altre parole la produzione di energia richiede di affron– tare e risolvere problemi che coinvolgono - al di là del costo specifico delle diverse forme di energia - complesse analisi in termini di valori che si vogliono afferma– re e che si possono anche - in una certa misura - disattendere e sacrificare. I problemi da affrontare saranno e sono sempre più di ordine politico e sistemati– co che non economico-tecnico; il che equivale a richiamarel'attenzione sull'im– portanza centrale del problema della go– vernabilità di un sistema economico-so– ciale sempre più complesso (nel qudle deve comunque trovare posto anche lo sviluppo nucleare). Governabilità che, a sua volta, introduce necessariament.eil discorso sui valori ai quali la stessa deve essere orientata e quindi sulle procedure politiche e (sulle istituzioni) da adottare per favorire il consenso e la partecipazione sociale. Ciò alla luce del fatto che si tratta di governa– re una situazione soggetta ad un cambia– mènto accelerato che presenta non solo occasioni di vantaggio, ma anche - e forse soprattutto - di sacrifici e di effetti di disgregazione sociali enormi, a loro volta causa di tensioni assai profonde nella comunità•: "Si dischiude pertanto la prospettiva di far~ dello sviluppo nucleare u.n caso em– blematico per promuovere una politica di gestione democratica dei rapporti fra grandi insediamenti produttivi e società, Il nucleare deve pertanto costituire l'oc– casione per avviare e sperimentare a livel– lo decentrato - cioè là dove i problemi concretamente si pongono e le esigenze dell'uomo sono direttamente coinvolte - nuove forme di partecipazione e di con– trollo da parte della società sullo sviluppo tecnologico•: 'Dice Panati: "La scelta dei siti è diventata il momento di verifica e di impatto con l'opinione pubblica della nuova tecnologia nucleare. Tale processo di 'verifica formalizzata' rappresenta una importantissima innova– zione nella valutazione delle tecnologie e. degli insediamenti tecnologici, un fatto mai verificatosi in passato in occasione di altri programmi di sviluppo industriale. In questa innovazione c'è un aspetto positivo di sperimentazione ed appresta– mento di procedure che, almeno in via formale, riconoscono e sanciscono il prin– cipio della 'public acceptance', cioè della partecipazione diretta o mediata dei cit– tadini al processo decisionale relativo ad insediamenti industriali Ovviamente tale principio può essere di. satteso o aggirato attraverso meccanismi
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