RE NUDO - Anno IX - n. 66 - maggio 1978

gli abitanti si sono riconosciuti e se ne sentono parte integrante (è stato costrui– to un parco e sono nati dei centri sociali) e, fatto ancor più importante, la solitudi– ne e l'apatia di cui soffre la totalità degli abitanti della megalopoli ha avuto una scrollata in queste esperienze. Un giudizio? Voler espàmere un giudizio su questa esperienza è cosa assai ardua: per una megalopoli di un paese in cui il capitali– smo è più avanzato del nostro, dove la ghettizzazione delle mil)oranze spinge la popolazione a chiudersi in clan naziona– listici molto ristretti e all'esasperazione che trova sbocchi nella criminalità; usare parametri "rivoluzionari" o pseudo tali risulterebbe pura e semplice forzatura. In effetti le cooperative di ristrutturazione hanno un assetto aziendale con staff di– rettivo e anche appoggi governativi, an– che se il processo decisionale è piuttosto controllato dal basso. La nuova dimensio– ne comunitaria del territorio si espàme in centri sociali, parchi ecc. Non si assiste a prese di posizione avanzate in alternativa alla famiglia. Ciononostante in questa situazionè tutto ciò ha un significato ben ·preciso: cooperare in un ambito che por– ta alla disperata perdita del significato di sè e del calore umano, è qualcosa. E' trovare un senso per sè e per gli altri simili, è soddisfazione di agire... il resto può venire poi. E a Milano? Dati simili alla situazione di New York si riscontrano anche qui a Milano. La misu– ra é senz'altro ridotta: l'edilizia privata è bloccata, vi è fame di appartamenti, l'am– ministrazione pubblica si limita a manda– re avanti carrozzoni clientelari (lo IACP è un bel po' che non costruisce-stabili nè indìce bandi di concorso), la disoccupa– zione colpisce perlopiù strati di popola– zione giovanile, gli spazi sociali sono ine– sistenti. L'unica risposta finora sviluppa– tasi è stata la pratica delle occupazioni degli alloggi àmasti sfitti, vuoi per realiz– zare centri sociali, vuoi per abitarvi. Ulti– mamente è sorta almeno una cooperativa di ristrutturaione, nata sull'onda dell~ legge 167 che prevede l'impossibilità di abbattere, e quindi l'obbligo di restaurare RE NUD0/21 tutte le case situate nel centro storico. Questa cooperativa prevede, per finan– ziarsi, l'autotassazione dei soci che versa– no una cifra mensilmente (questo perché le autorità comunali non hanno intenzio– ne di mollare un ghello e tra l'altro hanno poca o nessuna intenzione di applicare la 167) e; il lavoro, è fornito dai soci stessi. Legalmente il meccanismo prevede che la cooperativa individui uno .stabile da re– staurare, ne richieda al Comune la requi– sizione .e il permesso di eseguire i lavori (con l'appoggio· di sindacati, consigli di fabbrica, assessori il tutto acquista più peso). Questo è a nostro avvisoun esperi– mento che se esteso potrebbe diventare per molti unà risposta ai problemi della fame di case (soprattutto da parte dei giovani che sono i più colpiti da una logica perbenista e schizoide dei padroni di casa e dei loro agenti-sgherri) e della disoccupazione giovanile. Concludiamo questo primo intervento in– vitando chiunque abbia voglia di contri– buire al dibattito su questo o altri aspetti dell'argomento a mettersi in contatto con noi. Fatevi vivi scrivendo alla redazione del giornale. POPSTERI :g~~.– i{Qiornale che non s, iieve solo leggere ~@: ::,

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