RE NUDO - Anno IX - n. 66 - maggio 1978
RE NUD0/16 quanto negativa e critica, essa non rag– giunge l'arte stessa. Anzi, Bréton, nell' Anthologie de l'humour noir lascia sup– porre che esiste un'"arte" dell'humour nero. Intendiamoci bene, i testi raccolti, portati a conoscenza di tutti, contengono una buona dose di esplosivo - e Vichy non si è ingannata proibendo la pubblica– zione del libro - ma è dissimularne il modo d'impiego fare dell'humour nero una categoria spirituale e non la schiuma di una rabbia accumulata da secoli contro ogni oppressione, una rabbia che infine bisogna liberare a rischio di vedere tutti i conformismi tirare al proprio mulino la copertura dell'insolito e del riso distrut– tore. Nella mistica, il gioco diventa rito e l'humour nero assomiglia a quei visi dia– bolici che la Chiesa ha avuto l'abilità di salvaguardare nelle sue costruzioni, addi-· rittura alla pietra di sostegno che unisce la colonna .allavolta. Vuol dire che il surrealismo appare dopo la guerra come una pura costruzione spe– culativa? Sì e no. Più Bréton e Péret portano al movimento l'apparenza di una costruzione mitica smarrita nel presente, più contribuiscono · paradossalmente a nutrire un certo senso della vita, che le esplosioni rivoluzionarie, a partire dal 1968, non cessano di scoprire. Così, l'ir– ruzione della vita nel surrealismo nascen– te riappare in primo piano, dopo aver permesso l'irruzione del surrealismo nella sopravvivenza culturale, col duplice van– taggio di un deperimento precipitato del– la cultura separata, e il crollo del sistema mitico surrealista, una volta scomparsi Péret e Bréton che avevano saputo pre– stargli, con l'autenticità della loro avven– tura personale e la volontà di fissarla là, in una sorta di centro vedico, per tutta Peternità, un'apparenza di vita, il velo del reale. Se ci si dà la pena di seguire, attraverso le sue inversioni artistiche e letterarie, que– sta linea di vita, essa si rivela carica di tutte le esperienze di cui l'umanità ha lasciato la traccia più o meno viva nelle sue differenti culture. Tutto accade come se, alla vigilia di rovesciamenti, in cui la volontà di vivere si appresta a fare della cultura morta un falò, il surrealismo aves– se voluto richiamare tutto quello che nella cultura passata merita di essere rea– lizzato in nuove forme di esistenza. II suo tentativo di sintesi, che incita alla tenta– zione di non ignorare nulla delle appas– sionanti bizzarrie dello spirito e dei co– stumi, sarà annoverato tra le eredità più importanti di questo_s,ecolo. Se è vero che l'annegato rivede in pochi secondi il film integrale della sua vita, il surrealismo è stato l'ultimo sogno della cultura che affonda. · Nella profusione di ricchezze così lasciate alla nostra cura, l'apporto di Lotus de Pai'ni ha il merito di risalire più lontano nel tempo. Le sue analisi, mezze intuiti~ ve, mezze ragionate, tentavano di precisa– re quello che doveva essere il "sentire" - come unità di pensiero, di sensazione, di sentimento e di azione - dell'essere pri– mitivo, di cui le pitture parietali già ci danno l'immagine della sua dissociazione. Le sue ricerche sulla "conoscenza dell' anima degli avi" non a caso appaiono in un'epoca dove si abbozza la necessità di un nuovo "sentire", di una vita multidi– mensionale e unitaria. Strano personag– gio, che non partecipò mai al movimento ma che il surrealismo scoprì e riconobbe. Lotus de Pai'ni sembra uscire dai sentieri dell'immaginario per offrire ·alla rivolu– zione la totalità poetica del vecchio mon– do. 97,700 Megahertz FM la radio dove lo spazio ha il suo sballo
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