RE NUDO - Anno IX - n. 66 - maggio 1978

tessi, le trncce che a volte. noi riusciamo giacimenti dei nostrì cervelli. a stessa logica, noi vi diciamo: La vita un momento le vostre facce, considerate verso il vaglio dei vostri diplomi passa perduta. Voi siete la piaga d'un Mondo, per questo mondo, ma che almeno esso capo dell'umanità. « La Révolution surréaliste », n° 3, 15 pprile 1925. .A.I Papa sionale, lo siamo noi, ma comprendici e prenda. a, in nome della Famiglia, tu spingi alla a libera macerazione dei corpi. nima abbiamo troppe strade e troppe di• per interporvi i tuoi preti traballanti e rose dottrine di cui si nutrono tutti i ca• otidiale. e cristiano che, come gli altri dèi, ha in saccoccia. ati, confessionali, pretaglia: non sappia– tn tua roba; noi pensiamo a un'altra suer– ane. fessa allo spirito. Ila tua mascherata romnna, ciò ~he trion• immediate dell'anima, delle fiamme che lo spirito. Non c'è Dio, non c'è Bibbia parole che fermino lo spirito. ndo. O Papa confinato nel ·mondo, né la r bocca tua. dell'anima, Papa espulso, Papa esterno al– e nei nostri corpi, lascia le nostre anime n abbiamo bisogno del tuo coltello illu- « La Révolution surréaliste », n° 3 ( 1925) magine anticipata del passaggio: "Vidi allora l'Ingenua che, con la palpe– bre sempre abbassate, mi indicava con una mano oscena il portico delle sue cosce. Compresi che con un tale gesto mi mostrava la sola via dalla quale potevo ancora uscire dalla camera". Impedito nella sua realizzazione attraver– so un rovesciamento della storia, rifiutan– do !'"ideale amoroso di pseudo-copie co– struite sulla rassegnazione o sul cinismo e perciò portando in esse, per questo moti– vo, il principio della loro disgregazione" (Breton), all'amore folle non resta altra scelta che di diventare sublime, attraverso la sacralizzazione del sesso della donna al quale il mito unisce immediatamente le nozioni di vita e di morte, di penetrazio– ne e di profondità di visibile e di nasco– sto. di aereo e di terrestre. Ed ecco, in Arcane 17, l'inno alla gloria di Melusine dove l'amore celebrato ·in L 'Amour fou "Amore, il solo amore che sia, amore carnale, adoro, non ho mai cessato di adorare la tua ombra velenosa, l'ombra tua mortale. Verrà il giorno che l'uomo saprà riconoscerti per il suo unico padrone e onorarti fino nelle misteriose perversioni delle quali lo circondi" cede, senza rinnegarsi, il posto al mistero della Donna perduta e ritrovata, riunendo in essa tutte le contraddizioni del mondo: "Melusine dopo il grido, Melusine al di sotto del busto, vedo splendere le sue squame nel cielo d'autunno. Le sue spire luminose cingono adesso tre volte una collina boscosa che oscilla per i flutti seguendo una partitura di cui tutti gli accordi si regolano e si ripercuotono su quelli della cappuccina in fiore (...). Melusine al di sotto del busto s'indora di tutti i riflessi del sole sulle danze d'autun– no. I serpenti delle sue gambe danzano al ritmo di un tamburello, i pesci delle sue gambe si tuffano e le loro teste riappaio– no altrove come sospese alle parole di questo santo che le evangelizzava nelle miosotidi, gli uccelli delle sue gambe sollevano su esse la rete aerea. Melusine a metà riconquistata alla vita panica, Melu– sine dalle caviglie di pietra acquatica o di peluria di nido, è lei che invoco, non vedo che lei che possa redimere quest' epoca selvaggia". La tendenza monogamica della maggior parte dei surrealisti trova qui i principi trascendentali che la giustifichino più fa. cilmente di un'etica dove l'anti-libertinag– gio assume talvolta una sgradevoleconno– tazione autoritaria e volge spesso alla glorificazione ipocrita della fedeltà e per– tanto della gelosia. Commentando l'affermazione di Benja– min Péret nella sua Anthologie de l' amour soublime, "Salutare nella donna l' oggetto di ogni venerazione", Bréton scri– ·ve: "E' solamente a questa condizione, secondo lui, che l'amore sarà chiamato a incarnarsi in un solo essere. A me perso– nalmente sembra che una simile operazio– ne non possa pienamente compiersi a meno che la venerazione di cui la donna è l'oggetto non soffre alcuna spartizione, che equivarrebbe per lei ad una frustra– zione".· Bisognerà bene un giorno che si illumini quanto vi è di dubbio in tali restrizioni _alla luce della nozione di sacrificio - pilastro di ogni religione, e in particolare della religione cristiana - che Bréton non solo non ha mai attaccata ma alla quale gli capita di ricorrere a cuor leggero. 2. Un ecumenismoanti-cristiano RE NUD0/15 Un quesito si deve essere posto molto presto a quelli che si preoccupavano della sacralizzazione dei valori surrealisti nel tentativo di una unità mitica: come sgan– ciare dai sistemi religiosi le nozioni stesse di sacro e di mito? La frontiera, senza dubbio, è difficile da fissare e forse im– porta poco oggettivamente che ci si rife– risca agli eroi celtici, alle virtù delle Saghe piuttosto che al Cristo. Checchè se ne dica, il surrealismo, poco sospettabile di compiacenza verso il cri– stianesimo, non •sfugge,scegliendo l'aldi– qua contro l'aldilà, al rimprovero, che bisognerebbe rivolgergli, di abbandonare per le brume della trascendenza almeno la speranza· di cambiare la vita e insepara– bilmente di trasformare il mondo, speran– za che non aveva cessato di sostenere anche se la sua natura ideologica gliene impediva la pratica reale. Il mito è un'im– possibilità nella nostra epoca, solo lo spettacolo esiste e domina. In un'ottica così tanto legata all'accantonamento del– le condizioni economico-sociali, l'opposi– zione alla religione perdeva la forza che aveva ancora in Le surréalisme au service de la révolution o in Péret e prendeva l'andatura ambigua di un ecumenismo anti-religioso. Nel dicembre 1945, Artaud proclamava nel suo Supplément aux lettres de Ro– dez: "Ora io, signor Artaùd, non ho niente a che fare con Dio, e non ammetto si fondi una religione sulle mie vertebre o sul mio cervello" (1). Q1,1esto non impedì ad alcuni buoni spiriti di far correre la voce di una conversione di Artaud. E' contro questa operazione di cui Claudel aveva dato il modello sforzandosi di an– nettere Rimbaud e che ·sivedeva ripetersi con la stessa imprudenza a proposito di Sade o di Nietzsche, che insorge il volan– ,tino A la Niche !es Glapisseurs de Dieu ( 1948). Ma cosa dire quando Breton e i suoi amici approvano le tesi nettamente reuperatrici del cristiano Miche! Carrou– ges, con cui non romperanno che in seguito a dissensi interni? La stessa incertezza la si ritrova d'altron– de davanti a due atteggiamenti essenzial– mente desacralizzanti: il ludico e l'hu– mour nero. A mano a mano che il surrea– lismo si sviluppa, cresce la sua serietà. Lo spirito ludico presiede sovente alla crea– zione di opere d'arte ma ci si guarda bene dallo spingerlo, in tutta conseguenza, a distruggerle, a distruggerne il valore cam– biando le regole del gioco. Così, l'hu– mour nero, essenzialmente dissolvente e negatbre quando anima il comportamen– to di gente come Arthur Cravan, Jacques Vaché e Jacques Rigault, diventa la com– ponente critica integrata all'.opera. Per

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