RE NUDO - Anno IX - n. 66 - maggio 1978

RE NUD0/14 1925, sottolineavano immediatamente la loro parentela con il modo di espressione dei trattati di alchimia. Il surrealismo si vide la prova della sua filiazione con la corrente ermetica. Nell'unità così energe– ticamente rillacciàta del linguaggio e del .mondo, i fatti si uguagliano, s'incatenano e si corrispondono. L'attenzione si porta ·con più acutezza sulle rivelazioni premo, nitorie, i casi oggettivi e queste forme di occultismo sempre latente in seno al sur– realismo( ...) Breton cita altre inquietanti coincidenze: De Chirico nell'eseguire il ritratto di Apollinaire, molto prima della sua ferita, aveva cerchiato la tempia che il poeta, in seguito alla sua trapanazione, doveva es– sere indotto a dissimulare sotto un disco di cuoio. Il gran numero di tele di Victor Brauner che esprimevano l'ossessione di· -una mutilazione oculare, e l'incidente che, poco dopo, costò al pittore la perdi– ta di un occhio. L'insieme di questi fatti entra ormai in un'unità che non ha mi– gliore mode~lo del sogno. Raccontato o analizzato, il sogno diven– tava ùn oggetto letterario ·o un esercizio di freudismo ordinario. Eccezion fatta .per Ferdinand Cheval che si era messo senza indugio a costrùire il suo sogno di Palazzo Ideale, la prospettiva di una rea– lizzazione pratica non aveva trovato nes– sun'altra eco nel surrealismo che vaghi profetismi: "Il poeta futuro sovrasterà l'idea deprimente del divorzio irreparabi– le dell'azione e del sogno" (Dictionnaire abrégé du surréalisme, 1938). La prospet– tiva mistica risolveva la contraddizione nella ·sua coerenza astratta. D'un lato, il sogno è il microcosmo meraviglioso alla portata di ognuno. Come consiglia Para– celso: "Che ciascuno osservi i propri so– gni, perchè ognuno è il proprio interpre– te". E' la via iniziatica individuale verso. la "pratica" del mito, quella_che, d'altra parte, si apre su una panvisione, secondo il termine di Paracelso in Philosophia occulta: "Perchè vi dico, è possibile veder tutto in spirito". Il mito diventa così la condizione ideale di espansione onirica, la realtà irreale dell'unità fondamentale tra l'io e il mondo. E; lo stato di cui parla Karl-Philip Moritz nel suo Diario di un visionario: " ... l'ineffabile felicità di ve– dermi fuori di me stesso", che precisa così: "Avevo perduto ogni senso del luo– go - ero in nessun luogo e ovunque. Mi sentivo liberato o cacciato· dall'ordine delle cose, non avevo più bisogno dello spazio". Forse ancora una volta è Benjamin Péret a dare a questo sistema del sogno il suo carattere più minaccioso e contempora– neamente il suo punto di superamento, la / _Lettera ai Rettori delle Università europee Magnifico Rettore, nell'angusta cisterna che Lei chiama « P 7 nsiero », i raggi della spiritualità marciscono come fossero paglta. Basta con i giochi stilistici, gli artifici sintattici, i funambolismi formali ora c'è da trovare la grande legge del Cuore, la Legge che no; sia una legge, una prigione, ma una guida per lo SJ?irito smarrito nel proprio labirinto. Più lontano di qu_anto 1~ scienza possa mai andare, là dove i fasci di luce della rag10ne s'inf'.ango: 1 no contro le nubi, questo labirinto esiste, punto centrale m cui convergono tut.te le forze dcll'ess 7 rc, le P!ù prof?~de nervatu:c dello Spirito. In questo dedalo d1 muraglte mobili e sempre m ·spostamento, al di fuori d'ogni forma nota di pensiero, il nostro spirito si muove, spiando i proJ?ri.moti _più.seg~et_i e ~p~ntanei, quelli che hanno ·un carattere d1 r1velaz1onee l aria d1 giungere d'altrove,' di cadere.dal cielo. Ma la razza dei profeti s'è estinta. L'Europa si cris:allizza, si mummifica lentnmente sotto le bende <lelle sue frontiere, delle sue fabbriche dei suoi tribunali, <lelle sue università·. Rnggcln– to lo Spirito 'scricchioln fra le :tssi minerali che si serrano su di lui. È colpa dei vostri sistemi amrn_ullì\i, _de!lavostra logi~a.del 2 + 2 fa 4, è colpa vostra, Rettori 1mp1ghat1nella rete dei s11lo– gisrni. Voi fabbricate ingegneri, mngistrnti e medici a cui sfuggo: no i veri misteri del corpo, le leggi cosmiche dell'essere, fal~1 scienziati ciechi per quanto riguarda l'oltreterra, filosofi,che aspi– rano a ricostruire lo Spirito. Il più piccolo atto di creazione spon– tanea è un mondo più complesso e più rivelatore di qualsiasi metafisica. Lasciateci dunque in pace, signori: voi l}?n siete eh~-deg]i usurpatori. Con quale diritto pretendete d incanalare 1 mtelh– genza, di conferire le lauree dello Spirito? Voi non sapete nulla dello Spirit?, vo~ ignorate le ~~e rami~– cazioni più-nascoste e più essenziali, le impronte foss1h cosl v1- cine alle fonti cli a rilevare nei più In nome della puzza, signori. Gu i vostri prodotti. una gioventù strem signori, e tanto m si creda un po' m AA.TAV b O Papa, ·tu non sei il che la cattolicità ci In nome della vendita delle anim Tra noi e la nos stanze da percorre quel cumulo d'avve ~miti del liberalism Il tuo Dio catto pensato tutto il mal 1 ° Tu te lo sei m 2° Canoni, indici, mo che .farcene di e ra, guerrn a te, Pnp Qui lo spirito si Dnll'alto in bass fo è l'odio delle v bruciano direttam o Vangelo, non ci i Noi non siamo a terra né Dio pnrlan Il mondo è l'abis l'anima, lasciaci nu nelle nostre anime, minante. sua necessità interna di relazione oggetti– va, quando annota: "Intesa la mattina del 20 maggio scorso in un dormiveglia attra– versato da immagini confuse del fronte d'Aragona che avevo lasciato tre settima– ne prima, questa frase mi risvegliò im– provvisamente: "L'uovo di Durruti si schiuderà.". Non è permesso qui di dubita– re che nello spirito di Péret non venga presa ogni risoluzione per portare a com– pimento (o perchè altri un giorno portino a compimento) la predizione onirica. A sua volta, lo studio dei limiti e delle possibilità dell'uomo subisce il passaggio alla visione mistica. La sperimentazione dell'umano tende a confondersi con la purificazione dell'io nella Grande Opera. alchemica. I problemi concreti della sog– gettività diventano i problemi dell'essere. · Lo scivolamento ontologico si opera sot- to il segno' dell'interno-esterno, nell'im– magine di unìmità cosmica sbarazzata dell'idea antropocentrista e dove si corri– spondono ugualmente le forze del mondo minerale, vegetale e umano; in un mondo ,dove, secondo la formula di René Guénon, approvata da Breton, "i fatti storici non valgono che in quanto simboli di realtà spirituali". Questa visione tesa verso un idealismo oggettivo assoluto tro– verà il suo poeta in Malcom de Chazal, la cui finezza di analisi e la scienza della metafora generalizzata si esprimono in Sens p/astique. Bisogna infine, e senza esaurire la ricchez– za della ricerca surrealista, sottolineare la metamorfosi della passione dell'amore _in vero culto della Donna. Un testo di Mi– ·chel Leiris, scritto nel 1925 in Le Pint cardinal, offre a questo riguardo un'im-

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