RE NUDO - Anno IX - n. 66 - maggio 1978
RE NUD0/12 Bréton dell'opportunità di chiudere pre– ventivamente il Tempio Surrealista al Più Vasto Pubblico, ivi compreso al Dupuis. J.-F. Dupuis è lo pseudonimo, .l'ultimo pseudonimo di quel vezzoso di Vanei– gem. Raoul non cessa di affliggerci da dieci anni ricordandoci ad ogni inizio di stagione editoriale che egli (come ci ricor– da anche "Panorama" del 23 maggio 1978) ha lasciato a noi e ai nostri figli una preziosa "eredità". Si tratta di un Trattato di saper vivere ad uso · delle giovani generazioni che, sia chiaro una volta per tutte, è un'eredità che non andrò a comprare e di cui comunque penso si possa fare tranquillamente a meno. Anche perchè non sta bene con– trarre debiti con degli sconosciuti. Temo i "situazionisti" anche quando por– tano doni. Non voglio le loro mele avvele– nate, quindi è inutile insistere. Li odio quando, scambiando le "giovani genera– zioni" per .delle vecchiette, si avvicinano con la loro lanterna esoterica e insistono nel volerle aiutare ad attraversare le buie strade della rivolta. Che. "le recenti cronache europee e in particolare la primavera degli indiani me– tropolitani in Italia" siano un effetto della Letteratura, vale a dire di libri scritti da sconosciuti, e non dal desiderio di cambiamento che urge dall'interno degli individui malati è una curiosa idea tardo-illuminista, buona per confezionare le "quarte di copertina" dei libri, buona per illuminare i librai sul "contenuto del volume", buona per abbagliare il volgo dall'alto. • "Panorama" dice che i Situazionisti stan– no diventando di moda in Italia, che sono i nuovi idoli d_ell'ultrasinistra.Se è così, prima che l'idolatria e nuove superstizio– ni si diffondano in questo paese partico– larmente sensibile alle èpidemie psichi– che, bisogna vaccinarsi fin da adesso. Prima che l'attrazione verso i libri "situa– zionisti" diventi ·pari a quella che il ma– sturbatore prova per le riviste.pornogra– fiche. E' dannoso leggere libri "situazio– nisti", soprattutto per chi si aggrappa alla lettera, mentre lo spirito gli sfugge, e gli sfugge - nei casi gravi - sghignazzando. Voci (voci, appunto) di corridoio sugge– riscono con impertinenza che questi frut– ti postumi di una stagione situazionista ormai sfiorita da tempo, siano vecchi fondi di cassetto rispolverati per farne tesine, vale a dire c9mpiti di scuola zeppi di luoghi comuni e reminiscenze liceali. Queste stesse vocine impertinenti ci sug– geriscono di aspettare l'uscita di un libro di René Lourau, "Tristan Tzara-Lénine, dissolutionde l'avant-gardisme" di'prossi– ma pubblicazione presso l'U.G.E., e dal quale ci aspettiamo il vero "libro nero" sul surrealismo e gruppi collegati,. un libro che faccia giustizia dei piccoli lampi di chiarezza anodina e della mezza-luce che s'irradia fastidiosamente da questa "Controstoria del surrealismo"• di Du– puis. Potrei dire che il Dupuis prende gli strac– ci per il lino puro del Surrealismo;. "la mitria degli antichi evocatori sulla quale - come diceva Bréton, che non amava gli insetti - le mosche non si posano perchè erano state fatte delle abluzioni per scac– ciarle". Daremo a parte estratti dell'ultimo capi– tolo di questo libro. Intanto, vediamo come comincia. "Conoscenza separata,separazionedelle conoscenzee_conoscenzadelle séparazio– ni Il surrealismo appartiene ad una delle fasi terminali della crisi della cuitura". Il libro del Dupuis (e lo si sente distinta– mente! ) comincia con un ronzio, il ron– zio caratteristico dei tardo-situazionisti: un ronzio lucido, brillante su sfondo oscuro. Sembra, in altre parole, l'inizio della Bibbia. Prevedibilmente .questo li– bro ci parlerà del peccato originale. L' idea del libro è infatti che il surrealismo contenesse in sè fin dalle origini le sue diverse forme recuperate dal mercato" così come il bolscevismo conteneva in sè• la 'fatalità' dello stato staliniano...". Dupuis, l'uomo che ci ronza nelle orec– chie (e che Bréton aveva già previsto, in transe, nel 1930) ci dice che lo spazio– tempo del surrealismo è un luogo di "ripiegamento penoso e di smussata ag- gressività", un luogo oggi rosicchiato fino al midollo dal sistema della merce e dello spettacolo. L'astuzia del Dupuis non è nell'ammannirci questi luoghi comuni, bensì nella scelta del momento per par– larcene. L'astuzia del Dupuis è di parlare al passato, dei surrealisti, per parlare del presente, così come fa lo scrittore dì fantascienza quando parla del futuro. In- . somma, si ha l'impressione che egli parli del surrealismo di ieri per criticare i bambini di dio di oggi, e forse anche il lettore-medio di Re nudo, i fachiri, i guru, lo yoga, i grandi iniziati, i nuovi filosofi e tutte_ le riduzioni moderne, mercantili, penose e spettacolari di uno .spirito, di uno slancio verso l'Ignoto e l'allargamento dell'umano che fu anche dei surrealisti. La mosca ronza, diciamo così, attorno a questa stronzificazione dei momenti in– tensamente vitali ed esplosivi della storia. Gli sfugge, mi pare, ciò che marcia fuori tempo, vale a dire il sentimento che ci anima, lo spirito di cui ciascuno porta interamente la responsabilità. Cosa che non si può dire dei discorsi che facciamo, o del pensiero· che è fatto di prestiti, di imitazioni, e che si· esprime ripetendosi La tensione dello spirito, la differenza che si ricrea ad ogni istante nuova, sor– gente in un punto dell'organizzazione dell'esperienza, non è in un discorso. Le sue tracce sono nel surrealismo, nei mo– menti esplosivi della storia. Ma non la si .trova in una scuola o tradizione passata o presente, essa è uno stato d'animo, altret– tanto antico che l'arte, la religione e il sogno. Ma non la.si "eredita", la si può al . . . _.::., -! - . - .. , . , ' 'I, I " • • ,, ;':- •.- .i, :'~,- . ;, . • -~- .. :, \;' • ••• 'i, ·""--"·~.f ·..v,s·~;;~~-~·:«. ·· ... ~~.t~:s~~.>~it~l _;:,;.\;
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