RE NUDO - Anno IX - n. 65 - maggio 1978

RE N_UD0/14 di conferma della propria legittimità. E' il momento privilegiato, catartico, in cui un gruppo si scuote di dosso tutto il male e lo ributta sull'altro gruppo che pèr l'occa– sione si è prestato a fornire i propri connotati al nemico immaginario (che non vuol dire inesistente. Sembra si sia creata una sfera speciale ed essenziale della politica che si esplica nello scambio di funerali. E' come se i gruppi avversi, nell'impossibilità di elimi– narsi fossero arrivati, senza volerlo co– scientemente ma per una sorta di miste– rioso meccanismo antropologico-cultura– le, a mettersi d'accordo per assicurarsi la sopravvivenza ._reciprocaattraverso tenta– tivi di eliminazione chiaramente falsi per– chè inadeguati a questo scopo, come le bombe e l'assassinio del singolo, e funzio– nali invece soltanto all'irrobustimento dell'identità ideologica della parte che, a turno, subisce l'aggressione. In effetti non si è mai sentito tanto ·parlare in Italia di "Resistenza", "masse popolari" etc., come da quando anche per la sinistra ufficiale è st11to chiaro che la strage di Piazza Fontana era opera dei fascisti. La strategia della· tensione ha cementato un corpo sociale-culturale-politico vastissi– mo, potentissimo e oggi perfett~mente in grado di gestire il potere. In questo quadro l'eventuale funerale di Moro apparirebbe come il tornaconto che spetta allo stato per tutti i funerali che ha regalato alla sinistra in questi ultimi anni. Per ricambiare tutti questi regali ce ne voleva uno di molto grosso, che _valesse tutti gli altri messi insieme, e a questo, pare, si sono addestrati i becchini rossi. Già adesso che Moro è rapito, ma vivo, è scomparsa tutta la violenza dello stato. Non esiste più la violenza della polizia (che può ammazzare ragazzini di 14 anni nell'indifferenza generale), dei partiti con le loro leggi omicide (aborto. solo a 18 anni, la "nuova" legge Re·ale ), della stam– pa e della televisione con le loro falsità. Adesso la violénza s'è tutta concentrata in un· ristrettissimo gruppo sociale, i ter– roristi e i loro fiancheggiatori, e c'è qualcosa che fa p~nsare. che eliminati questi sarà eliminato per sempre il prn– blem_a. E' d'altra parte la stessa·-cosa che succede per i gruppi dell'estrema sinistra. Se non ci fosse qualche .funerale, ogni tanto a riunirli nel lutto,i "rivoluzionari" perderebbero anche quel po' di coesione che possono sembrare ancora mantenere. Il movimento del '77 è nato a Bologna come risposta all'assassinio di un compa– gno. Dietro le barricate c'erano quelli di Lotta. Continua insieme agli autonemi e agli MLS, è stato un momento catartico eccezionale, che ha fatto dimenticare quanta violenza, stupidità, odio insano e demenza guerresca c'è anche nell'estrema sinistra. Si è mai sentito dire di una mobilitazio– ne, una manifestazione, uno sciopero, per · uno solo fra le decine di ragazzi, anche giovanissimi, ammazzati a freddo dalle pattuglie di carabinieri e polizia nei posti di blocco? No, quelli sono morti che non contano per la politica da piazza (tutta la politica), non eccitano nessuno spirito di gruppo, sono morti privati, campioni sen– za valore. Non vorrei comunque· apparire come un cinico che si scaglia contro tutto e ·contro tutti, contro il sistema, i funerali, il movi– mento, la giu_sta causa. Non -mi scaglio contro niente e nessuno. Qu.este cose che ho detto sono solo un mio piccolo e rudimentale esperimento sulla mia percezion~ dell'essenza della poiitica, e non pretendo che valgano per nessun altro oltre che per me stesso. Un fatto che per me è però ormai sicuro è che .tutti questi riti collettivi di opposte morti e opposti funerali si svolgono com- . pletamente nell'alveo dell'avanzata trion– fale del potere e della distruzione. Se quando viene assassinato un compa– gno, o una persona qualunque, ciascuno rimanesse nella propria casa, o sul posto di lavoro, o nella strada e prendesse forza dal dolore e dalla rabbia per fare qualcosa lì contro la violenza ... forse ... chissà... Maurizio MARINA: Le BR SODG compagni che sbagliano, stalinisti come stalinista è stata la critica dei giornali di movimento Cara 0 Lotta Continua e caro Re Nudo, io non credo che l'Italia che legge si meriti l'Italia che scrive. Neanche nel movimen– to. Non credo che le compagne e i com– pagni (soprattutto i più giovani che non hanno vissuto la nascita delle formazioni combattenti) si meritano questo schia– mazzo unanime che si leva anche dalla nostra stampa. lo vi scrivo questa lettera perchè non voglio essere confusa in quel · coro e perché ho delle cose precise da , dire, non solo a voi, ma che solo voi forse accetterete di ·pubblicare. Prima cosa: come fanno i nostri giornali a dire che ''i'-brigatisti, non. sappiamo chi sono"? Chi sono Renato Curdo, Prospe– ro Gallinari, Corrado Alunni, Giorgio Se– meria, Cristoforo· Piancone, non sappia– mo chi sono? -Vogliamo scherzare? Uno addirittura è stato dirigente nazionale di L.C: Certo che non li conosciamo tutti. Non conosciamo nemmeno tutti gli india– ni metropolitani. Ho cominciato a lavora– re nel movimento dei prigionieri nel 1970, più o meno contemporaneamente an nucleo di L.C. che si chiamava "I dannati della terra". Sappiamo, noi e voi, tante cose. Alcune possiamo dirle: per esempio che Panizzari è condannato all' ergastolo per un omicidio a scopo di rapina commesso da un. altro, per esem– pio che Sergio Romeo, ucciso nel 1974, era guardia del corpo di Adriano Sofri prima di entrare nei NAP. O çhe Fiorenti– no Conti era responsabile nazionale di Lotta Continua, settore carceri. Sappia– mo giorno per giorno cosa faceva Curcio a Trento, negli anni di grazia. E anche ' cosa faceva a Milano nel collettivo politi– co metropolitano. Sappiamo anche che questi compagni non parlano, non tradi– scono, vero che lo sappiamo? E ancora: sono compagni che, evasi, potevano vive– re tranquilli e lontano e magari ci hanno provato, ma sono poi tornati in Italia a fare quella che ritenevano la cosa giusta. Vero che lo sapete? E sarebbe questa la gente al soldo di Praga? Le vie del revisionismo sono infiwte. Se i giornali del movimento hanno· le prove, che le diano, altriment'i perché non lasciare "i sospet(i" ai "giornali d'informazione" i ·quali giustamente fanno il loro mestiere di raccontare le palle?

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