RE NUDO - Anno IX - n. 64 - aprile 1978
errore, compiremmo nei con– fronti delle idee la stessa ope– razione riduttiva. Infatti, quello che si sottovaluta è - ancora una yolta - quel fat– tore reale, altrettanto reale dell'esisten~ della lotta di classe, che e la coscienza mo– rale: un fattore reale, con cui - a scanso di commettere i più gravi errori- i "nouveaux philosophes" ci incitano a fare i conti. E' perché sottovaluta questo fattore reale che Bifo, analizzando il congegno teori– co della nouvelle philosophie, lo scopre "completamente vuoto". E' al prezzo di questa "svista" che si sposta l'origine di ogni pensiero, di ogni pas– sione, di ogni grido umano nei "fatti" costituiti dal rapporto di produzione e dal loro livel– lo. Ciò non significa che non sia un'operazione legittima si– tuare una "filosofia" sul piano della fase storica in cui essa appare. Quello che non ci · convince è questo ridurla to– talmente a niente altro che un "sintomo" in relazione alla composizione di classe. Presa tra i fuochi incrociati della determinazione economica e di una lettura della realtà fondata esclusivamente sui rapporti di produzione, da do– ve la coscienza incomincereb– be a liberarsi? Ecco come an– che la "verità" marxista co– stringe la ribellione reale al grido o al silenzio. E' venuto il momento d'inter– rompere il terrore teorico di cui questo libro è un ennesimo esempio (ennesimo, come le sigarette nei romanzi polizie– schi). Non importa che dica la verità. Questi "scrittori co– munisti" che cercano di rat– toppare il vestito logoro del "- marxismo" o di salvare il "nu– cleo" del marxismo (che sa– rebbe "senza macchia" in sé, così com'è senza macchia an– che l'Immacolata Concezio– ne) ci hanno stufati. La critica ha avuto ragione, con Karl Marx, dei tabù moralistici, dei dogmi ideologici e dei canoni estetici; ma oggi, caduta nelle mani dei piccoli Marx e dei nanerottoli della critica, rin– forza quell'illusione che legit– tima tutti i poteri, vale a dire la verità. E' il terrorismo della verità che impedisce il sorgere di nuovi discorsi (di cui quello dei nouveaux philosophes così come quelli del paganesimo intellettuale e delle donne rappresentano forse i rudi– menti). Sono contro chi è contro i nuovi filosofi in nome della "verità" marxista. Ciò non significa, si capisce, che un Henry-Be.rnard Levy non sia uomo d'affari e un mana– ger che - come si ricorda nel "saggio" di Guillerme - "po– trebbe fare al massimo l'Ot– tavo profumiere nel serraglio del sultano". Ciò non signifi– ca, infine, che la lotta di classe (così come quella delle idee) sia finita. Piero Vemi Il culto del Lingam SugM Co - L. 3.200 g.d.m. Ogni volta che si affronta un momento culturale-religioso induista, si cozza contro la non-istituzionalità che sem– bra abbia guidato quella spi– ritualità attraverso i secoli, mantenendola integra e per– mettendole di rinnovarsi o di allargarsi, raccogliendo intere popolazioni lontane tra loro come posizione 'geografica e stile di vita, in una comune tradizione sacra. Piero Vemi, ne "Il culto del Lingam" (SugarCo Edizioni, L. 3.200) mette in luce fin dal- le prime pagine questo noume– no archetipo, ostico per il no– stro intelletto abituato ormai ' a fenomeni logici. E' ormai accertato quale fosse la sorgente dei culti lingaiti, cioè di quelle pratiche religio– so-tantriche che verso il IV secolo d.C. si diffusero rapida– mente in tutto il territorio in– diano: si tratta di quella ci– viltà Vallinda (2500 a.C.) la cui scoperta fece tanto scal– pore, rivoluzionando tutti i pregiudizi che avevano ac- compagnato i primi indologhi alla conquista dei misteri del– l'induismo. I reperti archeologici hanno, infatti, evidenziato una conti– nuità religiosa tra quella ci– viltà e l'induismo, impressio– nante: « Vi ritroviamo il culto della Grande Dea accanto a quello di un Dio che potrebbe essere considerato come il prototipo di Shiva, accanto alla zoolatria, al fallismo, al culto degli alberi e delle ac- LOTI CON RE NUD0/43 que, vale a dire a tutti gli ele– menti che entreranno più tar– di nella grande sintesi indui-' sta». Questa scoperta ha permesso di considerare, oltre alla forza di alcuni simboli che superano ogni suddivisione storica, la caratteristica pertinente di ogni attività sacrale-religiosa che non si manifesta mai «co– me espressione religiosa auto– noma, ma come una "presen– za" spirituale» è questo anche Punta sul Rosso Contro la nebbia della disinformazione Contro la nebbia che vogliono metterci dentro Contro la nebbia in Val Padana che ci impedisce di raggiungere i _lettori del Nord Per fare 4 pagine in più di inserti locali e regionali al Nord Per fare 16 pagine tutti i giorni Per creare un centro stampa a Milano Per sottoscrivere per la doppia stampa inviare i soldi con c/cp n. 25449208 intestato a Lotta Continua via Dè Cristoforis 5 - Milano oppure c/cp n. 24707002 intestato a Tipografia «15" Giugno» SpA - via dei Magazzini Generali, 30 - Roma
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