RE NUDO - Anno IX - n. 64 - aprile 1978

RE NUD0/4 mettere in discussione tutto dÌ me. Ci furono crescite notevoli, ed anche crol– li, mi muovevo per la prima volta su un terreno che da sempre avevo prima rinnegato, poi trascurato. Mi nasceva– no dentro tanti concetti nuovi, che era– n'o in effetti le mie esigenze; la non possibilità reale di confrontarmi con i compagni, andava molto meglio con le compagne e il femminismo ci fu d'aiu– to, a volte mi faceva rispuntar fuori tanta paura, ma volevo andare avanti; mi accorgevo anche che la volontà, di cui mi ero servita per iniziare la mia ricerca, scompariva, lasciando il posto al sentire, sentire diventava volere, ad solitudine, la solitudine di sempre, solo chiamata in altro modo e scambiata ancora una volta, per rivoluzionaria. I nemici che abbiamo da combattere so– no in noi e fuori di noi, ma per dio, cerchiamo di riconoscerli bene, per non rischiare ancora una volta di risultare perdenti, e credo proprio che non do– vremmo permettercelo, perché il mo– stro che ha in mano le sorti, dell'uma– nità, cioè della nosta vita non aspetta altro. Abbiamo faticosamente impara– to da soli a ragionare con la nostra mente, a sentire con le nostre autenti– che emozioni, a lottarci il nostro spazio quotidiano per sopravvivere, meno spesso per vivere, e adesso stiamo ri– buttando tutto a puttana, nella ricerca disperata di liberarci dai vecchi schemi, ne stiamo assumendo di nuovi, anche se ci sembrano diversi; la ricerca di una effettiva alternativa di vita, pur nella miseria che ci tocca vivere schizofreni– camente ogni giorno, avviene dentro l'universo singolo di ognuno di noi e solo in noi, soli con la nostra contrad– dittoria identità, ma sarebbe una ricer– ca vana se poi non la viviamo quando incontriamo gli altri, altrimenti farem– mo meglio a trasferirci in blocco, ma ognuno su un picco diverso delle care montagne nepalesi. Quello che stiamo vivendo è un mo– mento terribile, la reazione sta per sof- una conoscenza intellettualistica, fred– da delle cose, si sostituiva la conoscen– za che diventava esperienza, vita quo– tidiana. Non era sempre e non lo è tut– tora semplice riconoscere le cose vera– mente mie, specie quando ti accorgi che gli altri con i quali vorresti cono– scere, spesso hanno paura e fuggono; quando vivo questo, ho paura anch'io, una paura che me ne ricorda un'altra, spaventosa e feroce, e a questa sono riuscita fino ad oggi a sopravviere per il mio istinto animalesco di paura della morte. lo credo che tutto ciò che stiamo costruendo di alternativo ad unà so– cietà che è in putrefazione, sia per ognuno di noi come singolo, come in– dividuo, ma che vive in unione con gli altri, con quelli che hanno già capito, e questo non significa che sono già arri– vati, che sono già degli uomini-dei, e con quelli che stanno ora iniziando a capire; dagli altri per ora ci si deve di– fendere perché hanno scelto già la morte e -sono quindi solo dei nemici. Ma quanti scazzi anche tra compagni, quante disperazioni nascoste, quante paure non rivelate o_ mascherate, quante false autonomie che non sono altro che celate difese della nostra insi– curezza; ed è questa reale mancanza di dialogo tra noi che ci porterà a perder– ci, troppo spesso scambiamo per radi– calità l'intolìeranza, il vecchio egoismo per difesa del nostro io, la compren– sione per debolezza, e la fine di tutto ci ritroviamo in merda, con tutti i nostri e_esinon risolti, ma solo mascherati. La distruzione sacrosanta dei vecchi dei ne. sta facendo nascere di nuovi, e così la legittima di Nietzsche, o la dieta ma– crobiotica, o le varie ricerche mistiche o pseudotali, ci il fumo o la P. 38 invece che essere motivo di discussione e e di crescita per tutto il movimento diven– tano troppo spesso occasione di divi– sione, di allontanamento. reale degli uni dagli altri, invece che esseri mezzi di liberazione o di lotta, si riducono a fini veri e propri per la sopravvivenza del vivere quotidiano, ed è un pericolo ed un errore in cui si può cadere facil– mente data la difficoltà per trovare momenti veri di umanità. Ma chi in mezzo agli scazzi quotidiani di una sa– crosanta ricerca di identità, con tante scorie •ancora da eliminare, pensa di riuscirci allontanandosi dagli altri, in– grassando il proprio fantomatico io, ri-. proponendosi la difensiva di tanta•' parte di nòi, frutto della vééchia mnra- • le, che andrebbe invece superata, que– sta gente, secondo me propone solo . ,focarci tutti, si stanno prepara:pdo tempi ancor più oscuri, e la gioia di ognuno di noi di sentirsi rinascere ogni giorno in una consapevolezza in più, in ogni conoscenza allargata, in ogni feli– cità ripresaci paganamente, non può rimanere solitaria, anche se è nell'inti– mo di ciascuno di noi' che tante cose si chiariscono. La nostra lotta di libera– zione, che è la nostra sopravvivenza, è durissima, è lotta tra paura e libertà, tra un pezzo della nostra carne/ anima che _sistacca ed un altro pezzo che sta na– scendo; e a volte c'è anche il timore di conoscere troppo, ed allora la mia insi– curezza torna fuori ed allora il fuoco che ho dentro di entrare dentro me stessa e la realtà, mi fa una paura enorme che è incontenibile, mi fa sprofondare dentro spazi infiniti, vedo la mia follia, chiara davanti a me che mi aspetta, e la paura cresce mentre me la guardo in faccia e mi sorride con gli occhi da folle, un io folle, è la paura della diversità dagli altri, della solitu– dine profonda ed eterna, della,non co– mu~icaziqne. Vi abbraccio tutti - E.T.

RkJQdWJsaXNoZXIy