RE NUDO - Anno IX - n. 64 - aprile 1978

Ma quando sbarco finalmènte sulFiso– la, mi accorgo piano piano che qui tira un'aria ben diversa, più tranquilla, meno pesante. La gente mi saluta, mi guarda negli occhi quando la incrocio ed è ben disposta ad aiutarmi quando chiedo indicazioni per raggiungere quegli amici, milanesi come me, che sono partiti quindici· giorni prima ed ora hanno affittato una cas~ sull'isola, in piena campagna e mi stanno aspet– tando. Quando raggiungo la casa è ormai il crepuscolo e il sole getta gli ultimi raggi su di un paesaggio fatto di campi arati (in gennaio!), di boschi e di montagne. Il clima è dolce e spira un vento qua.si perenne. E' proprio una bella casa. Forse una delle più belle dell'isola. Tutta bianca, sullo stile spagnolo, col tetto piatto, ha quattro stanze, la cucina con caminet– to, il bagno, la luce elettrica e l'acqua corrente. Nell'affitto, di 100.000 lire, è compreso inoltre un bel pezzo di terreno coltiva– bile. Davvero una bella sistemazione. Mi dicono subito che qui si vive con poco, di artigianato, sfruttando il fatto che da aprile a fine settembre c'è un via-vai enorme di turisti che comprano qualsiasi cosa vuoi vendere, fatta o no da te. Un ragazzo ve{\deva, come qua– dretti, delle cartoline naif comprate dal tabaccaio e incollate su pezzetti di le– gno! I miei amici, invece, fanno borse che poi vendono al mercato del mercoledì. Inizio da quel giorno un'esperienza il– luminante (in ogni senso) fatta di legna da tagliare e fuoco nel caminetto, di "siesta" al caldo sole di gennaio e mangiate di verdura e frutta che si tro– vano in abbondanza nei campi vicini. La cornice in cui mi muovo è da vera e propria "valle dell'Eden": alberi fioriti e uccellini cinguettanti di giorno, un firmamento mozzafiato di notte. E pensare che fino a pochi giorni pri– ma, in città, se avevo guardato in alto era solo per sapere se dovevo portare o no l'ombrello contro la neve! Ma le cose tr~ppo belle, a volte, sono desti– nate a durare poco. Conosco sempre meglio i miei "amici" milanesi che mi stanno ospitando. Più li conoco e meno mi piacciono. Il mio rapporto con loro peggiora di giorno in giorno, di ora in ora. Comin– cio a vivermi troppo come ospite e a viverli come padroni di casa. Peggio, come genitori! Le cose che devo o non devo fare si moltiplicano insieme alle discussioni, a volte violente, ma sempre inutili. E' incredibiie constatare come spesso, conoscendo una persona anche da molto tempo, ma vedendola di rado, qualche sera, puoi avern~ Qna visione così falsa e come basti anche solo qualche giorno di convivenza per ren– derti conto di come realmente è. Forse la sensazione è reciproca, non so. Ma non ho il tempo di rifletterci sopra: sono espulso dalla casa, per loro deci-– sione in "seduta plenaria" quale "o– spite indesiderato"! Ma non me ne dispiace, anzi. Solo quando_ mi trasferisco a casa di argentini, loro conoscenti, mi accorgo di come i problemi e gli scazzi avuti mi abbiano impedito di godere appieno di quel luogo. E' solo allora che comincia per me il "viaggio"·vero. · La mia vita quotidiana cambia radi– calmente. Anzitutto le condizioni dell'abitazione hanno un brusco abbassamento. Non più letti morbidi, luce elettrica in ogni stanza e acqua corrente, ma freddi pa– vimenti, candele e pozzo. A questi argentini non interessa affatto la vita comoda, preferiscono di gran lunga dei rapporti armoniosi. Certo, arrivare a farsi il thé nella ri– sciacquatura di piatti non è l'ideale, ma a parte questi rari eccessi la vita con loro è delle più rilassate e non bastano certo le condizioni igieniche precarie a rompere l'incanto di una situazione in cui tranquille serate intorno al fuoco con una radiolina I gracchiante sinto– nizzata su Radio Algeri, si alternano a passeggiate tra alberi in fiore verso l'immancabile bar del paese vicino, meta e ritrovo di freaks, sballati, spac– ciatori e mistici vari.· E' qui che faccio la conoscenza di un napoletano scappato da Napoli, che mi racconta le sue disavventure di spac– ciatore di fumo, più volte aggredito e RE 'NUD0/33 VIVEREA IBIZA Abitare Appena arrivi, se non sei troppo stanco, puoi andare all'Anita's bar di San Carlos. E' il punto di ritrovo di tutti quelli che arrivano sull'isola. Puoi trovarci amici e compagni di tutto il mondo, pronti a darti una mano. C'è inoltre una bacheca con avvisi, messaggi e mappe che puoi usare per contattare qualcuno. Se arrivi entro aprile puoi forse tro– vare ancora qualche casa con terreno in affitto, a circa 60.000 al mese. Se no puoi sempre farti ospitare da qualcuno o, al limite, piantare la tua tenda vicino a una casa "amica•~ Lavoro Sembra che da aprile a ottobre qui sia facilissimo vivere. Basta arrangiarsi a fare qualsiasi cosa artigianale o ven– dere vecchi vestiti della nonna. Va bene tutto. I turisti sono sempre pronti a stupirsi e a comprare. Inoltre la vita costa meno che da noi (benzina a L. 300). Ritrovarsi Nella citta di Jbiza puoi sempre pro– vare al bar Mariano. San Antonio è da evitare come lape– ste. Sembra di essere a Lugano! A San Carlos c'è /'A nita 's bar,forse il posto più bello e movimentato dell'i– sola. D'estate poi ci si incontra un po' dappertutto, sulle spiagge (Escana, Aguablanca) e nelle città. Infondo Ibiza non è poi così grande! minacciato di morte anche dalfe Bri– gate Rosse che volevano, dice lui, sof– fiargli il "giro'' che si era faticosamente costruito in anni di "onesto" lavoro (mamma mia!) E' uno che ha il "trip" della vita dina– mica, alla "diesel", e del "saper vive– re". (continua a pag. 39) ' ·--- ....... - ... ¾:~ .. 'è ', ~<

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