RE NUDO - Anno IX - n. 63 - marzo 1978

Mi chiamo Claudio, per gli amici Piz– zichini. A 16 anni e mezzo ho comin– ciato a farmi di eroina. Ho smesso da 9 mesi, ma mi sono reso conto che smet-· . tere di bucare non è il problema prin– ' cipale di chi buca. E' la cosa più facile. Io ho bucato per 2 anni, tutti i giorni. Ancora oggi si sentono i calli nelle mie vene. L'unico aiuto morale e psicologi– co l'ho avuto dalla mia donna, anche se ci litigavo tutti i giorni. La mia famiglia è sempre stata disgregata: mio padre nonostante non avesse dispiaceri fi– nanzari ha cominciato a bere ed è da dieci anni che lo vedo sempre ubriaco e litigioso un giorno si e uno no. Quando non beve è dall'amante. Mia madre ha sempre avuto un ruolo passivo. Io ave– vo molti amici prima di cominciare a bucare, frequentavo diversi tipi di am- 1 biente. Non mi pento di aver cono– sciuto certi tipi di ambienti come anche le sale da ballo. Ci scappava sempre lo spinello, però senti che è un ambiente freddo, dove è difficile fare amicizie. Non mi pento nemmeno di aver vissuto 365 giorni su 365 a vagare nelle piazze e nelle "piazze" dove si cerca la roba, nè di alzarmi alla mattina con le reni a pezzi nè di sbattermi cominciando con mille lire girando mezza Milano per , fame IO mila: già perchè qualche volta non riesci nemmeno a trovare niente da rubare. Non ce la facevo più a reggere sta vita e cosl mi è caduto tutto in testa; e poi la visita militare: Baggio, Neuro, sedativi e tremare nel letto. Ti trattano come una coperta sporca di pulci, di quelle che ho trovato in galera dopo essere stato picchiato e con gamba che si era raddoppiata dal gonfiore. Le celle dei carabinieri che puzzano di piscia, la piscia sui muri. Forse era umidità? contarne a palmi il perimetro. Madeddu che mi dava per spacciato, la mia famiglia completamente indiffe– rente, forse costernata. Per ogni ricetta dovevo perdere una giornata per trafùe tra medici psichiatri e famacie poi mi sono rotto le balle anche delle ricette lo sbattimento era lo stesso. Cosl non ho preso più niente nemmeno i sonniferi per dormire che non mi facevano niente forse mi danno l'articolo 29 o 28 e non faccio il milita– re, anche perchè sono segnalato in questura come tossicomane. Erano 2 le cose che mi stavano sui coglioni quan– do dovevo bucarmi: 1°che mi davano roba falsa, 2° l'indifferenza completa del mondo. Si parla tanto di rapporti personali e politici mentre tutti quei compagni ai quali chiedevo un rap- o RE NUDO/& DA UN EX INTOSSICATO "Smettere di bucare è la cosa più facile. Ma la folla è una bestia senza coda e senza testa" porto non facevano che scappare, tap– parsi nella positività di fare certe cose. Una fuga generale. Questo a volerci semplicemente parlare insieme, fi– guarsi a fare delle cose. E sono tanti. Sono arrivato alla conclusione che non abbiano voglia di affrontare il proble– ma di mettersi in discussione. Ho pro– vato a partecipare a delle riunioni in Ciovassino: a parte che è difficile rap– portarsi come uno che fà politica dopo che buca, ogni volta mi sembrava di morire, non si discute di niente perchè hanno valore solo le parole. Mancano cioè i fatti. Sono convinto che l'unico modo per smettere di bucare è di smettere di bucare. Non ci sono vie di mezzo. Chi si ferma è perduto, chi indietreggia è morto. Insomma, quelle riunioni forse forse servivano un po' agli esterni, a quelli che non si bucano, ma non come facenti parte di un mo– vimento, ma per migliorare il loro rapporto politico con la loro pelle (la borghesia è una pelle). Stare nel movi– mento secondo me vuol dire occuparsi degli interessi generali e dei bisogni di quelli con cui stai parlando. Il movi– mento vuole aiutare i drogati, i tossi– comani; ma come? al30 Ho l'impressione che si viaggia a cop– pie (come nelle sale da ballo quando si cerca la donna) di gente che non sa come rapportarsi al movimento, ed al movimento del movimento, ed al-tem– po del movimento. Credo che il movi– mento non sia il 68, ma quello che dopo "secoli" è saltato fuori. Che problemi hai quando buchi? Di trovare soldi, di gestirti il tuo buco senza farti un gram - mo al giorno (che poi diventi irrecupe– rabile per fegato ecc.), di non essere costretto a bucarti vicino a una fonta– na, con la nebbia; di poter parlare con qualcuno per capire cosa c'è di buono da· recuperare dentro a te; di poter andare in un ospedale a chiedere assi– stenza; di avere qualcosa di utile da fare per gli altri. Mi ricordo a Zerbo che bello. Tutto quello che avevo sognato: una capanna di frasche, un mondo di gente come te, degli amici con cui parlare e fare le cose. Io la musica non la sentivo quasi. Era più bello fare il bagno nudi in compagnia e poter ve– dere che la gente che ti vive intorno è come te, sono fratelli tuoi, dividere con loro la gioia ed essere pronti nella lotta. Tutto questo non c'è più. La folla - come dice Charlot - diventa una be– stia senza coda e senza testa, una cosa che fa paura. Io mi bucavo; perchè sono riuscito a smettere? Forse perchè credo che den– tro di me ci sia ancora qualcosa di buono, ma forse questo, da solo, non l'avrei capito. Anche Tappo ce l'ha fatta, anche Cosma credo, ma lui ha fatto un bambino. Io ho avuto la for– tuna di avere dei medici amici, dei veri compagni, qualcuno che mi ha ospitato in casa. Anche nelle piazze ho sempre trovato . qualche disgraziato come me che si sbatteva con me per cercare la roba o che mi dava un po' di calore. In fondo anche esperienze come queste servono per migliorare. Qualcuno forse penserà che abbia fatto del vittimismo. E' diffi– cile capire certe cose per chi non le ha provate, ma io le ho dovute vivere fmo in fondo ed è forse solo ora che capisco come siano state importanti per la mia vita. (di Claudio uscirà a giorni il racconto della sua vita con l'ero nel libro: "I limoni neri" Ed. Squi/libri) Claudio

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