RE NUDO - Anno IX - n. 63 - marzo 1978

RE NUD0/48 • musica Peter Baumann Romance Virgin Non avendo più niente da di– fendere i corrieri cosmici si buttano in discesa libera strin– gendo la mano, non più timida, al successo e al denaro. Sono le solite cose che la critica dice. Ma r gruppi tedeschi, che tanto bene ci avevano intçre~to ai loro primi lavori, n.on hanno ragione di preoccuparsi. Hanno trovato quello che fa per loro: il successo. Ora poi non è più ne– cessario mascherarsi con co– pertine cosmiche spaziali, Peter Baumann si presenta in versio– ne PUNK espressione sensuale con viso truccato su sfondo ne– rp. Sul retro di copertina ci vie– ne offerta gentilmente la possi– bilità di mettersi in contatto con lui, mi sembra doveroso citarne l'indirizzo: Peter Baumann c/o Neon Production . Froeauf Strasse 4 1000 Berlin 41 West Germany Primo disco solo del tastierista dei Tangerine Dream registrato nel '76 a Berlino per l'etichetta Virgin. Mi sembra utile dare una breve cronistoria dei Tan– gerine Dream di cui Peter Bau– mann fa parte. Prima di chia– marsi "Sogno di color arancio" era "The ones" nati nel 1967 hanno sfornato numerosi LP, dai primi Alpha centaury, Atem, il doppio Zeit ai più fa– mosi, Phaedra, IRicochet, Stra– tosfera. Un'ascesa verso tra– guardi più rosei meno sudati, una collocazione nell'area in– callita del pop capace di soddi– sfare coloro che non vogliono ascoltare la musica cosiddetta leggera da hit parade solo per una questione di pseudoavan– guardia. Questa è la breve,sto– ria incompleta di un gruppo, di un "musicista" che forse hanno poco a che fare con la musica. Il discorso non finisce qui, do– vremmo parlare di com'è il di– sco, analizzare i brani. Chi comunque ha avuto l'onore di ascoltare ed apprezzare alcune delle ultime esecuzioni dei Tangerine dream troverà di che sfamarsi anche con questo LP, magari con un po' di zucchero in più, ma la macrobiotica in– segna che lo zucchero bianco non fa bene. Sensations' Fix Boxes Paradise Polydor g.c. "...Quando sentiamo il bisogno di esprimerci di comunicare certi stati d'animo preferiamo prendere in mano gli strumen– ti..."; rileggevo in una vecchia intervista a Falsini e, a mio pa– rere, i Sensations' Fix sono sempre riusciti, nei loro prece– denti dischi, ad avvinarsi a questo risultato, mentre - da questo punto di vista - "Boxes paradise" è riuscito solo in par– te. Ma ascoltando quest'ultimo album di Falsini e soci, in cui le parti cantate sono numerose, sorge spontanea una domanda: ma ha un senso introdurre dei testi? Aggiunge ·qualcosa alla loro musica? I risultati sono al– terni, ma (fatta eccezione per l'inizio di "Voices", "The full" e soprattutto per la parte finale di "Luna slain") fond.amental– mente negativi. E' immagina– bife la cura che Falsini deve aver messo nel tentativo di tro– vare un giusto equilibrio fra musica e testi, ma spesso - troppo spesso - i due elementi si sovrappongono in maniera neutra senza che l'obiettivo sia raggiunto. I testi, peraltro, sono belli, ma non credo valga la pena sacrifi– care ad essi la musica.,che - in questo modo - perde sicura– mente, almeno in parte, quella comunicatività e carica di sen– sazioni che aveva sempre avuto nei dischi precedenti. I primi tre pezzi t"-The film", "Fauxu batard" e "Boxes para– dise") non sono che gradevoli (specialmente il primo) con dei buoni spunti, ma anche con quella voce che rende tutto più piatto. C'è poi "Short flight" - che fa parte di "Boxes paradi– se" è interamente strumentale (finalmente!) ed è in effetti su– periore ai brani precedenti, riacquistando 1a freschezza e la semplicità che sono sempre state proprie sei Sensations' fix. La seconda facciata si apre con "Mother's day" forse il brano più bello, fra quelli nuovi; in questo pezzo la musica, piena di momenti magici e di "buone vibrazioni", torna ad insinuarsi prepotentemente (ma allo stes– so tempo con delicatezza) sotto la pelle (dolcissimo il pezzo di chitarra acustica dopo la scial– ba parte cantata). :seguono "Luna slain" e "Vi– sion fugitives" che, musical– mente, riprendono rispettiva– mente brani di "Portable mad– ness" e di "Finest finger". Sono altrettanto belle che le versioni precedenti e - nella priina - si raggiunge una buona intera– zione tra musica e canto. La se– conda, purtroppo, è brutal– mente sfumata alla fine proba– bilmente per ottuse esigenze discografiche. Tutto il lavoro è realizzato bene e molto curato. C'è anche da dire che il gruppo ha registrato, -per la prima volta, in un "vero e proprio" studio (prima le regi– strazioni erano sempre state ef– fettuate "in proprio" con un impianto semi-professionale installato in un cascinale, ma sempre con risultati più che di– screti). "Quel che è certo - di– ceva una volta Falsini - è che le centinaia di milioni in mac– chinari sono un lusso al quale non vale la pena di sacrificare la propria indipendenza creati– va". Falsini si riferiva appunto agli studi delle grosse case di– scografiche, nei quali ha regi– strato questo "Boxes paradise". Ma, a parte questo, credo che il clima che può esserci in un ca– scinale, dove i musicisti vivono e lavorano in pace, e quello di uno studio discografico siano ben diversi... E forse questo (almeno a giudi– care dall'esterno) può essere uno dei motivi di questa battuta d'arresto del gruppo italo-ame– ricano. Pete Seeger American Industriai Ballads (voi. IV) Albatros Questo è il sesto LP dedicato dall'etichetta Albatros al lavoro che da molti anni va svolgendo negli Stati Uniti Pete Seeger, attualmente forse il più coeren– te e valido interprete delle can– zoni politiche del popolo ame– ricano. Sono 24, leballads contenute in questo disco, e coprono un pe– riodo che va dal 1801 al 1949. Canzoni éli protesta, nate in se– no al proletariato americano e dal rapporto che quel proleta– riato ha avuto con il processo di industrializzazione del proprio paese. Canzoni che combattono lo sfruttamento, che lamentano la organizzazione alienata del lavoro, che raccontano le mas-

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