RE NUDO - Anno IX - n. 62 - febbraio 1978

RE NUD0/64 • musica Nuova compagnia di canto popolare Undici mesi e ventinove giorni Pino Daniele Terra mia La musiqa napoletana, diven– ta ormai a pieno titolo, una corrente vera e propria, l'uni– ca forse ancora vitale nel "po– p" italiano, continua a sfor– nare sue nuove prove e suoi nuovi interpreti. Nel caso del primo disco non c'è nulla di pai:ticolarmente nuovo da raccontare se non l'avvenuta sostituzione di Eu– genio Bennato con Corrado Sfogli: è il disco di Natale della NCCP; uscito congiun– tamente ·all'altro, curato da Roberto de Simone, a cui hanno collaborato pure loro, e cioè "La cantata dei pasto– ri". Si tratta, come al solito, di un disco che presenta can– zoni tradizipnali e no, realiz– zate con una strumentazione sempre più vasta ed accurata, in una forma molto (forse troppo pretenziosamente) fi– lologica, in una confezione ben curata, quasi di lusso. All'interno della copertina i testi degli otto brani, alcuni molto interessanti, molti fa– centi comunque parte di quel– la tanto celebrata filosofia napoletana, coincidente m ·molte parti col "comune buonsenso". Fra quelli che toccano la sto– ria c'è la tarantella "Italiel- la", riguardante le vicissitudi– ni post-unità d'Italia, toccate dal punto di vista frizzante di Napoli, come ex capitale, che dice la sua sui nuovi simboli del nuovo stato: il tricolore, la nuova capitale, lo stivale (" ... di cui noi siamo il tacco che struscia per terra ...") "fi– nalmente" riunito, e che in– clude .a pieno titolo i nuovi potenti nel novero dei ber– sagli preferiti dalla corrosiva satira popolare: così a fianco della moglie di Ferdinando "... ca sapi fare lu cocc910ne", c'è ora anche quella di Vitto– rio Emanuele che " ...tiene sempre la cascia aperta ...", tutte unite ai consorti nell'o– sceno ritornello, che, fra l'al– 'tro, è stato brutalmente cen– surato dalla EMI che non lo ha trascritto nei testi (potreb– be sempre trattarsi di offesa a capi di stato, no?). Altro testo vivace, che però la EMI non ha censurato è 'Masto Rug– giero', villanella tradizionale che allusivamente, ma non troppo, parla di adulteri. A firma di De Simone c'è invece Giu vanniniello, storia della carriera tipo di un bambino che a sette anni inizia a ruba– re e che mandato in collegio ne fugge, dopo esperienze va– rie ed infruttuose di garzone torna al furto e coITe per non ricadere nella stessa spirale. Da segnalare inoltre un testo tratto da Mastriani e "Oi nenna nenna", ninna nanna tradizionale comune alla tra– dizione di molte regioni meri– dionali in cui la figlia chiede marito, alla madre, e "Palum– mella ", altro classico della canzone 'e Napule reinterpre– tato. Se poi ci tenete a saper– lo, undici mesi e 29 giorni è i}. totale della pena che ha da scontare il personaggio dell'o– monimo brano. E adesso due parole su un nuovo personaggio del "napu– lerocc": Pino Daniele, oggetto di un grosso lancio da parte della EMI, che ha fatto "pas– sare" i suoi pezzi praticame.n– te ovunque, TV e radio "libe– re" in testa. "Na tazzulella 'e cafè" col suo ritmo invitante e lo strano accostamento di parole napoletane e musiche rock la canticchiano in molti, san– cendo un discreto successo ed un largo spazio per operazioni del genere, di "contaminazio– ne" (come già Osanna tanto tempo fa e Napoli Centrale fino all'anno scorso e ad un diverso livello, ci hanno inse– gnato). Qualche perplessità avanza dopo la sorpresa iniziale, a fianco a fianco ritroviamo: " ...E l'America è arrivata, ce ha purtato tante cose, so' tan– t'anne e tanta storia e nun se ne va', s'è pigliato 'e meglio posti 'e chesta cità, mentre nuje jettammo 'o sang'dinto 'o quartieri 'a sanità ..." (da "Ce sta chi ce penza") e poi invece: "Napule è mille culu– re (...) Napule è nu sole ama– ro ..." ( Napule è), dove si ri– propone pari pari il mito di Napoli, che è disconfermato dallo stesso discorso prece– dente. Comunque, tralasciando le contraddizioni più o meno in termini, è un vero peccato che quasi nessuno di quelli che hanno ascoltato il pezzo "Na -tazzulella 'e cafè" o ballato addirittura, si sia preoccupato di seguire il testo; avrebbe scoperto che è possibile parla– re di Napoli di oggi e dei suoi problemi senza doverla tra– sportare nel '700, o di scoprire le verità nelle ballate antiche. g.m. e I.e. F. Fanigliulo Mi ero scordato di me Ascolto. Ho visto Franco Fanigliulo "live": era solo su un palco davanti al microfono con la musica registrata in sottofon– do e credo proprio sia stata la maniera migliore per ascol– tarlo "davvero". La sua carica umana, la sua comunicativa, non sono infat– ti solo musicali, ma anche e soprattutto teatrali. E' uno che ha bisogno, per entrarti dentro veramente, di essere lì di fronte a te, nel silenzio più totale, con l'at– tenzione completa del pubbli– co; magari con un maglione da infilarsi e togliersi con ti– nuamente mentre canta o parla. Che la ·musica e soprattutto il modo di cantare ricordino da vicino la "scuola francese", quella degli Aznavour, per in– tenderci, significa tutto o niente. Dico solo che non vedrei asso– lutamente Fanigliulo espri– mersi in modo diverso da que– sto. Gli calza a pennello. "Domani" e "Il cane e il gat– to" mi sembrano le cose mi– gliori dell'album, tutta intro– spettiva e personale una, di denuncia delle falsità e le ma– schere degli uomini l'altra:" ... Dare agli altri quello che non hai/ camminare guardandosi intorno/ fuggire per quello che sei/, farti avanti nei mo– menti migliori,/ nasconderti poi sotto discorsi seri/ e pre– gare che domani,/ domani sia come oggi e/ come oggi doma– ni, domani sarà." Beh ... speriamo di no. ·-– - ·- , .. __ ---· a.b. David Peel & The Lower East Side Have a marijuana WEA italiana Questo è un albun inciso con mezzi di fortuna lungo le

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