RE NUDO - Anno IX - n. 62 - febbraio 1978
.. è affatto semplice. Per dire cose attendibili bisognerebbe impegnarsi a ridesc1ivere, ri– vivere o sognare, l'intera espe– rienza degli ultimi dieci o quindici anni. Perchè Andrea Valcarenghi, prima di essere un individuo in lotta con la sua maschera, è una masche– ra, una persona, cioè un modo di apparire 'in un individuo di gran parte della storia della ribellione giovanile in Italia. So che molti, specie tra i poli– tici, non riconoscono in lui l'anticipatore degli aspetti più innovativi del movimento del '77 e delle sue prove negli anni immediatamente antecedenti. Neppure ad Andrea Valcaren– ghi forse la cosa suonerebbe bene. Eppure è così. Basta attrezzarsi, leggere la raccolta di Re Nudo o il suo primo libro e poi, di seguito, una raccolta composita di giornali dell'ultrasinistra unitamente a una cronologia della moda, fissata nell'Espresso o in Pa– norama. Proprio per questo è un personaggio scomodo. Quali che siano i suoi limiti, diventano limiti propri anche di rhi li afferma. s·iccome è un anticipatore, una specie di sismografo di quel che sta succedendo, io mi auguro che il suo 'non contate su di noi' anticipi almeno qualche altro che si sconti. "Non metto in discussione l'antica verità che l'umanità nuova potrà nascere solo in una società trasformata radi– calmente e strutturalmente. Metto in discussione l'uso che abbiamo fatto di questa veri– tà per negare la possibilità di capire Je reali esigenze del– l'uomo e di noi stessi. Iniziare un cammino di ricerca inte– riore non significa quindi al– lontanarsi dal processo rivo– luzionario, ma andare alle ra– dici, cioè partire dall'uomo". Insomma Valcarenghì dopo aver impersonato la prima fila dell'ala radicale, della lot– ta su tutti i terreni per affer– mare un rovesciamento di cultura, torna ad Andrea sen– za dimenticarsi di chi è diven– tato nel frattempo, ma cer– cando di crearsi come senso individuale di tutta la sua storia. Non volendo più dare indica– zioni ma essere, finirà per es– sere un'indicazione? Non ci sarebbe niente di male. Quan– do qualcuno è, se è, è in modo irripetibile: indicare la pro– pria irripetibilità, come pro– cesso del vitale lavoro della vita, come scopo del proprio sè, significa offrire il comple– mento umano che il creato, in noi, desidera: completare, con la formazione di una indivi– dualità nella cultura (in ciò che è costruito dall'uomo), l'individualità che la natura ci ha dato nella fisiologia. E' forse questa l'origine dello spostamento alla società (co– me se la società fosse qualco– sa di diverso da noi) e alla storia futura di un compito urgente del presente: nascere la seconda volta, nascere come figli di se stessi, come vere individualità, dopo aver riattraversato la prima vita, qualla della maschera, della persona, della nostra identità per altri perchè è identità con l'altro. Questo testo di Valca– renghi, che andrebbe letto se– condo me come la divertita e perciò più dura denuncia del– la mitologia fiacca (fiacca perchè ideologica o poco mi– tologica?) che ci è stata pro– pria e sulle ali della quale stavamo ricostruendo in mo– dellini di gioco il mondo che combattevamo, ha avuto la prefazione del simpatico Spi– nella. Un po' paterno, un po' frater– no Spinella vorrebbe che An– drea "tenesse duro", non si lasciasse prendere dall'inte– riorismo, continuasse a pun– golare il pio bove della classe operaia e del PCI. Ma ad Andrea è anche molto migliorata la vista nel ,frat– tempo. Ha smesso dì chiamare ope– raio o proletario tutto ciò che gli piaceva. Si è persino ricor– dato che spesso erano operai, proletari organizzati, comuni– sti più o meno sedicenti colo– ro i quali non lo gradivano affatto. Con semplicità si è lasciato alle spalle gran parte del con– fusionismo teorico dell 'estre– ma sinistra e con coraggio dice al PCI: "Non volevate essere riconosciuti come i le– gittimi rappresentanti della classe? Si? Avevate ragione. Sapete cosa vi dico? Non mi piacete per niente, come pri– ma e più di prima". Questo è coraggio e parlar chiaro. Interiorismo, individualismo? Perchè no. Togliere gli "ismo" intanto, insulto gratuito a due fra i problemi più seri della storia dell'umanità, sì, non era Marx che alla fine del I libro del Capitale parlava del comunismo come della proprietà (cioè il rapporto co– sciente con le condizioni della RE NUDO/56 La Repubblica - 13 gennaio 1978, da una intervista di G. Pansa a Massimo De Carolis: " ... De Carolis dice con un sospiro: 'Sono stanco; Non ho soldi. L'idea di rifare una campagna elettorale mi fa morire ..."'. Panorama - 3 gennaio 1978, da un articolo di Romano Cantore e Myriam de Cesco: "Annoia l'eterosessualità che non ammette deviazioni, annoia l'uscita serale ~ coppie fisse, annoiano il perbeni– smo, le tovaglie immacolate, gli spettacoli programmati. La parola d'ordine è essere fuori e non dentro il sistema." "La notte era per tradizione riservata al divertimento dei "normali" dei borghesi, dei ricchi e dei perdigiorno." Il Corriere della Sera - 13 gennaio 1978, da un articolo di Enrico Lorenzini, membro del Comitato Nazionale di Ingegneria del C.N .R: "ln parole povere, i Comuni che si offrono di ospitare le centrali nucleari, anche se, come è assodato, non subisco– no minimamente rischi di contaminazione radioattiva, vanno incontro a "disturbi" del normale ritmo di vita•per la durata dell'organizzazione del cantiere e ad un certo "disturbo" del paesaggio naturale, causato dagli ingom– branti edifici." Il Corriere della Sera - 13 gennaio 1978, da un articolo (nella impossibilità di pubblicarlo tutto) di Roberto Stagno: "Una caratteristica comune a tutte le donne che hanno elevati incarichi direttivi è quella di avere quasi una doppia personalità: rappresentanti del sesso femminile (il che traduce tra l'altro per le società di un apporto notevole di conoscenza dei gusti e della psicologia della maggioranza, le donne appunto, del pubblico america– no); comportamenti e "mentalità" lavorativa voluta– mente simili a quelli degli uomini. Un delicato equilibrio tra i due sessi in cui pare riescano, in genere, molto bene. "Non bisogna dimenticare,ha detto una di queste donne manager della Pensilvania, che gli affari sono affari". Perspicacia, intuito, determinazione, e un pizzico di malizia, tipicamente femminile, completano il bagaglio della nuova generazione "d'assalto" delle donne manager americane. La Repubblica - 8 gennaio 1978, da un articolo di Felice lopolito: "L'attuale posizione dei radicali, dei gruppi estremisti, contro le centrali nucleari, è invece una specie di roman– tica difesa dell'ecologia. Però non escludo che questi movimenti siano, sotto sotto, finanziati e sobillati dagli stessi interessi che vollero fermare allora l'energia nu~ cleare (Le multinazionali petrolifere. N.d.R.)".
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