RE NUDO - Anno IX - n. 62 - febbraio 1978
RE NUD0/48 I.a conoacenza alternativa del corpo • della mente a cura di Swaml Geet Gomd (Piero Vernl) Una delle correnti spirituali indiane che maggiormente ha affascinato quel– la parte della controcultura occidenta– le che cerca in oriente gli strumenti e le tecniche per la propria liberazione, è senza dubbio il tantrismo. Il termine Tantra indica un insieme di scuole tiJosofico-religiose, di tradizioni e di discipline sia indù che buddiste. Il tantrismo come corrente settaria si af– faccia massicciamente sulla scena spiri– tuale dell'India nei primi secoli dell'era cristiana ed inizia a far sentire la sua influenza in tutte le religioni indiane,a partire dal 6001700 d. C. Una ventata di aria nuova inizia a soffiare nel mondo spirituale indiano; pur non rinnegando gli insegna~~nt~ tradizionali di nessuna 'delle rehgiom in cui viene a integrarsi, il tantrismo pian piano comincia a dare un taglio diverso a tutte le antiche speculazioni, portando con sè un bagaglio di prati– che e di tratti religiosi popolari, carat– teristici delle antiche popolazioni che abitavano l'India prima della venuta dei popoli indoeuropei. E' difficile defi– nire sinteticamente il tantrismo. Nel– l'induismo, nel buddismo, nel jainismo e nelle scuole yoga, con l'arrivo delle influenze funtrìche, iniziano ad emer– gere forme di culto popolare, pratiche iniziatiche e rituali sciamanici che af– fondano le loro radici nei secoli, ancora oggi poco conosciuti, dell'India pre– ariana. Di fronte alla via estremamen– te ascetica che un certo mondo spiri– tuale indù indicava come unico mezzo per raggiungere l'esperienza dell'Asso– luto la via del Tantra rivendica invece un totale godimento dell'e~istenza. I maestri tantrici considerano i Veda e . la tradizione Brahamica inadeguati a guidare versq l'unione con il Divino, l'essere umano del kali-yuga, cioè della presente epoca di oscurità in cui lo · spirito è profondamente velato nella materia. La dottrina tantrica è dunque una nuova presentazione di una verità a temporale, indirizzata a questi "seco– li bui". In un certo senso si può dire che il tantrismo non fu una nuova religione, ma piuttosto una tappa importante nell'evoluzione di tutte le principali religioni indiane, un nuovo modo di essere di ciascuna di esse. Ci fu in effetti una pluralità di scuole e di correnti tantriche entro ciascuna reli– gione indiana. Fra le "scuole" e le diverse correnti del tentrismo c'è una osmosi continua e altrettanto impor- tanti sono gli scambi che avvengono tra una religione e l'altra. Passato il V secolo d. C., il tantrismo diviene infatti un "mondo" religioso pan-indiano, lo si incontra dappertutto e sotto innume– revoli forme: iconografie, rituale, me– ditazione, mistica, fisiologia, erotica mistica ecc. Non c'è dubbio che il tantrismo sia un ritorno alla "religione della madre", che dominò un tempo una vasta area egeoafrasiatica, e che non cessò mai di essere il principale modo di devozione di molte popolazio– ni autoctone dell'India. In questo senso l'irresistibile· spinta tantrica significa un'altra vittoria degli strati popolari pre-ariani, che riescono a far prevalere la loro struttura religiosa, il loro biso– gno di culto, ·di liturgia di iconogra– fia di devozione personale, cioè di un~ esperienza mistica. Il tantrismo e la sua improvvisa e massiccia diff usio– ne nel continente indiano ed in alcune regioni limitrofe, portaro~o una ?ot~– vole rivalutazione della donna sia m campo sociale che spirituale. Nèi testi tantrici la forza segreta che anima il cosmo e sostiene gli dei, è personificata nella divinità di segno femminile, nella donna. Mentre la divinità maschile viene concepita COJllestatica e incapa– ce di creare, il dinamismo creatore rifluisce· nella dea e ciascun dio ha al suo fianco una divinità femminile che è la sua "forza" (Sh~kti). Il culto tantrico si concentra preferibilmente attorno a questo principio cosmico femminile; la meditazione tien conto dei suoi "poteri", la liberazione si fa possibile tramite la Shakti. Le due r principali figure dell'orizzonte filosofi– co del tantrismo sono i due principi opposti ma complementari del maschi– le e del femminile, del dio (Shi":a) e della dea (Shakti). Shiva e Shakti diventano le due polarità fra ie quali oscilla qualsiasi manifestazione cosmica e terrena; Shiva rappresenta il principio della trascendenza ed è sem– pre ,associato a Shakti dal carattere dinamico e a volte addirittura terrifico come nel caso della dea Kali, rappre– sentazione della energia scatenata e indomabile. Per la metafisica tantrica, la realtà assoluta racchiude in se stessa tutte le dualità e le polarità riunite in uno stato di assoluta unità. La Creazione e il divenire che ne procede, rappresenta– no la deflagrazione dell'Unità primor– diale e la separazione dei due principi, Shiva-Shakti; l'essere umano esperi– menta perciò uno stato di dualità che è fonte di sofferenza, di illusione, di schiavitù. Lo scopo delle tecniche di liberazione tantriche è la riunione dei due principi polari (maschile– femminile, statico-dinamico, etc.) nel– l'anima e nel corpo stesso del discepolo. Il tani e il m Rivelato per l'uso del Kali-yuga, il tantrismo è prima di tutto una pratica, un'azione una realizzazione. Benchè la ' . rivelazione si rivolga a tutti, la via tentrica comporta però una iniziazione che non può essere effettuata se non da un guru; da qui la importanza del Maestro, che solo può trasmettere, "da bocca a orecchio", la dottrina segreta, esoterica. La vìa del Tantra esprime una grande rivalutazione del corpo. Molto più che nei culti vedici, l'organismo umano assume una importanza primaria, di– viene la sede per ogni tecnica di libera– zione sprituale. Certo, la salut_e e !a forza l'interesse per una fisiologia omol~gabile al Cosmo ed implicita~ mente santificata, sono anche valori vedici se non pre-vedici. Ma il tantri-
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