RE NUDO - Anno IX - n. 62 - febbraio 1978
A che ' eta • SI diventa vecchi? Lettera di un compagno di Torino, li passato, il futuro, la lotta cll classe, e l'amore "La classe operaia non deve digerire tutto": con questo slogan in copertina usciva Re udo nel novembre '72, l'ultima volta che lo lessi prima d'ora. Andai al Valentino e vidi il meeting di Re Nudo: i compagni seduti sull'erba, i "fiori", le chitarre; ed ora la scena è avvolta in una sorta di nebbiolina azzurrognola che non so se prodotta dalla memoria o dal rimpianto. Era difficile già allora dire che al di là delle teorie, dei ragionamenti e dei programmi esistono la miseria, la soli– tudine, l'alienazione, l'emarginazione; e l'immaginazione, e l'amore. "La classe operaia non deve digerire tutto" ... quella frase era la mia bandie– ra negli anni in cui partecipavo alla lotta di classe in un ambiente più fertile e vivo - la scuola, la fabbrica - ma forse ero ancora troppo giovane e presuntuoso e "per bene" perchè dav– vero potessi capire; piano piano persi di vista i compagni, non lessi più Re Nudo. Però era destino, si vede, che non finisse così. Sono passati cinque anni, ed io li ho vissuti: ho aperto un ciclo ed ora forse lo chiudo; ora sento tornare fortissima la voglia di vivere ancora, di aver qualcosa da fare, un motivo per sve– gliarmi ogni giorno. Penso di essere matto a volte, perchè mentre sono intento ad un desiderio, ad un pensiero o ad un'azione, di colpo mi rendo conto che non me ne importa granchè e che o~ni cosa potrei fare o non fare allo stesso modo. Cercando in edicola qualcosa da legge– re ho trovato Re Nudo e l'ho compra– to, dopo 5 anni. Mi è venuto un groppo alla gola. Ho rivisto i compa– gni del '70, quelli che "fumano" e "si bucano" e rubano, e disperano nella lotta di classe, coi quali io, marxista, discutevo ferocemente per serate in bettole scalcinate. Cari compagni che si riconoscono dal primo sguardo, che si amano dalla prima parola! Ho compilato il questionario, poi l'ho buttato via: io non posso dirvi chi sono, perchè sono pronto a essere un altro, non posso dirvi che cosa ho, perchè sono disposto a gettar via tutto. Cari compagni! Sono contento di aver– vi ritrovati, ma ho un po' paura di voi: siete proprio veri? Esistete proprio così, come quando, per poco tempo, ho vissuto con voi? Se davvero ci siete, rappresentate una via d'uscita per me: aiutatemi. Voglio poter collegare la lotta di classe cqn l'amore per l'uomo, per l'emarginato, per il sottoproletario; voglio riuscire a spiegarmi perchè non so considerare inutile tutto quanto non produce un cambiamento sociale tut– tavia è frutto di un pensiero, d'un moto di ribellione o anche solo di un desiderio. Ho letto più volte le lettere pubblicate su Re Nudo di novembre ed ho prova– to un gran desiderio di conoscere tutti i compagni che hanno scritto, di parlare con loro, di "vivere" con loro. Tu, Maria Pia Gianotti (ma sei sicura di ii, saper vivere "in modo totale"?), tu compagno in crisi, tu Luciano Di Jen– no (io griderei con te viva la rivoluzio– ne, e berrei anche il vino con te), tu Francesca, tu Titi (a te, scusa, non credo: sei troppo bella per essere vera e, se davvaro tu fossi così, ti amerei in modo speciale, mi pareva quasi di voler essere te, ma certo tu hai soltanto scherzato, purtroppo), voi tutti, scrive– temi per favore. Voglio conoscere tutti per parlare dei problemi di tutti, vo– glio capire se si può uscire da una vita alienante quando ormai è un'abitudi– ne, se si può smettere di essere sfruttati, se davvero esiste. gente che vive con sincerità. Io lavoro tutto il giorno, e non so perchè: non ne ho voglia, ma non mi decido a cambiar vita. Guadagno mol– to, ma non ho una lira e non so perchè, nè ci tengo. Vivo in campagna da poco e mi piace ma non capisco perchè a questo voi di Re Nudo diate tanta importanza: io di tanto in tanto ne ho paura e mi sento solo. Amo mia moglie più del primo giorno, ma vedo che lei non sa più vivere con me e che ci lasceremo; ma sono troppo stanco e rassegnato per dolermene. Cosa farò - non dico allora - ma domani ed oggi, e subito, adesso? Ho 24 anni; a che età si diventa vecchi? Giuseppe Carta (Corso Racconigi, 140) 10141 Torino
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