RE NUDO - Anno IX - n. 62 - febbraio 1978

RE NUD0/22 Contro le stanze della solitudine, le turale" ormai identificata pienamente stanze da cui si entra e si esce. La piena nella merce. Anche le lampade hanno attuazione della stanza dormitorio e la attutito la loro brillantezza, ora si P rima uscita daUa stanza come struttu- preferiscono le luci diffuse, la merce non allude direttamente al denaro: il ra imprigionante e come specchio del privato. feticcio si presenta nella sua piena autonomia come cuoio, come pelo, Ma di fronte ai tanti dormitori con- come moquette. Il denaro, il prestigio, temporanei, di fronte alle stanze da cui vivono in un'ostentazione confortevole, si entra e si esce, ma nelle quali quando in una violenza che chiede consenso; la ci si sta. si vive comunque come in un merce comoda, Di fronte alla casa residence, magari non di lusso, ma della famiglia, e alla casa degli oggetti, sempre nell'isolamento, di fronte a al/sangue e alla merce, la comune ha questo non è sta -----·-- ta una risposta più avanzata "la Comune"? Non è stata la "Comune", la nuova stanza di gruppo che fisicamente spezzava l'iso– lamento e dove le sigaret– te della solitu– dine diventa– vano lo spinel– lo che l?assa di mano m ma– no? Forse si, forse no. Facciamo un passo indietro, torniamo a come abbiamo vissuto nelle nostre "vec- chie" case, quelle da cui siamo usci ti: nella casa del– la -famiglia ab– biamo rivissu– to un fram- mento della "casa degli Usher": la casa diventa estranea per– chè è la casa della famiglia, non è la tua, la sua, la nostra, è la casa legata in qualche modo alla stir– pe al sangue, anche se un sangue ormai da provetta e una stirpe che non va oltre una generazione o due. L'accumulazione ·sopravvive non nella forma del "gusto imperiale", ma nella forma dell'arti– gianato folclorico: del piccolo tamburo africano, del misterioso strumento a corda indiano che nessuno sa suonare, del tessuto made in India e del tappeto cinese. Collezioni in serie: sintesi "cui- rappresentato il tentativo di una rela– zione di gruppo frutto di una scelta e di una centralità delle "persone" nella "casa" contro gli "oggetti". Ciononostante, la "casa" esiste e so– prattutto quando la sua esistenza non è stata abbastanza coscientizzata, non si è visto quale influsso segreto essa eser– cìtasse (come forma del privato) sui rapporti tra i componenti la Comune. Contro l'individualismo borghese e l'a– tomizzazione dei rapporti, la Comune si è spesso presentata come superamen– to del privato, ma in quanto non ha che ra~mente esammaro 11 tatto d'es- sere in una "casa", si è chiusa dentro la forma dominante del privato. L'ultimo sviluppo dell'oggetto è la "persona" come oggetto, è il Soggetto come merce. Da questo punto di vista, la presenza in una "casa" di molte persone può anche non essere di per sè antagonistica alla presenza di molti oggetti, se queste persone sono l'una per l'altra ogge tto. Le Comuni ur– bane hanno particolar– men te sofferto di questa con– dizione: nella città le relazio– ni private en– trano in crisi, ma al loro po– sto non suben– trano autenti– che relazioni pubbliche, ma rapporti uma– ni avvolti nel– la forma del privato, un priv.ato sempre più oggettiva– to, al_ienato, derubato a sè stesso. Cosi ad esemp10 la grande con- centrazione di uomini nelle metropoli, se ha messo m crisi il dominio del "privato" lo ha fatto come "omo– geneizzazione" e standardiz– zazione forza– ta, come reci– proca, uguale, estraneità, dando cosi vita a una se– rie di meccani– smi di autodi– fesa: paura della folla, paùra del diverso ecc. Sviluppo della. "catena di montaggio città": sono le "isole di produzione città": per un certo tempo s'è pensato che la "produzione di rapporti umani" (detta anche "produzione di uomini nuovi''') fosse una reale alternativa alla produzione di cose. Ma l'isola non nega certo il lavoro, nè la produzione

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