RE NUDO - Anno VIII - n. 60 - dicembre 1977

erano lì pronte a pestarci al primo accenno di protesta. Rimanemmo una buona mezz'ora nell'angolo mentre l'appuntato controllava centimetro per centimetro la nostra biancheria. Ci eravamo appena rivestiti che fummo fatti spogliare di nuovo, ci dissero che avevano dimenticato di controllare i bordi e le cuciture. Mentiv.ano natural– mente. C·era tutta l'espenenza di una collaudata scienza per distruggere un uomo. Uno di noi dovette chinarsi per una seconda ispezione anale. Poi ci portarono al magazzino e qui ancora ci spogliammo. Se ne andarono le ultime parvenze che ancora ci distin– guevano tra noi. A stento· ci furono permesse calze, canottiera e mutande che portavamo addosso. Vietato ogni oggetto di uso comune come spazzoli– no da denti, dentifricio, saponette. Unica eccezione un asciugamano solo perchè l'amministrazione non ne aveva da distribuire. Uscimmo totalmente livellati con brache e giacche color nocciola scuro e con un fagotto che conteneva due lenzuola, una coperta lercia, una gavetta, un boccale di pla– stica nerastro dal sudicio e forchetta e un coltello di esile plastica... . Un rumore di voci e sedie smosse dall'altra parte interrompe i nostri di– scorsi. (<(<E'arrivato il direttore e disse un giovan!'! detenuto sardo. Infatti su– bito dopo furono aperte porta e cancel– lo e dalla soglia un brigadiere quasi urlò: - Detenuto Cucinotta, fuori! - Rapida e superflua perquisizione sulla soglia poi fu fatto' passare. Il cancello fu chiuso, la porta semplicemente acco– stata e questo ci favorì l'ascolto di quanto si diceva fuori. La tensione e il silenzio furono rotti da una voce leg– germente stridula che elencò: - Tentata evasione, ancora tentata evasione, ri– volta, evasione, possesso di una pistola, minacce più volte espresse contro il <<boia Cardullo>)... Ecco, ora ci sei davanti al <<boia>>, fammi vedere,. che cosa sai fare ... su... o forse vuoi ripeter- mi <<boia>>? ... Non vuoi picchiarmi piccolo stronzo? - Seguì un breve silen– zio poi il rumore di schiaffi e pugni dati con estrema violenza e intercalati da "su parla pezzo di merda di un comunista", "parla nappista dei miei coglioni". E la voce di là continuava: - Scrivi ...scrivi ai compagni dei Nap, dì loro che il "boia" te le sta dando ... parla -anche di questo ... e di quest'al– tro ... scrivi che sto aspettando anche loro - Poi la voce di Cardullo riprese più calma ma non meno minacciosa: - Ora hai finito di tentare evasioni, te lo garantisco io. Di nui non si scappa. sei giunto all'ultima rcrmata del tuo viag– gio di sporco galeotto, dopo di qui l'inferno. E non pensare che i tuoi compagni possano darti una mano, non ci pensare Cucinottino bello ... siete morti ormai, tutti morti: Brigate Ros– se, Nap e tutti quegli altri degenerati che vogliono fare la rivoluzione, morti, capisci? Ed io aspetto i loro corpi per seppellirli qui, insieme al tuo e insieme a quelli di tutta la feccia che mi mandano, perchè quello siete voi: la merda della merda; i rifiuti di tutte le carceri, come te, appunto. Via dalle palle ora - Entrò Cucìnotta e la voce stentorea del brigadiere chiamò: - Detenuto Picozzi. - Si ripetè la scena della frettolosa perquisizione, poi l'uscita. La voce di Cardullo, di nuovo alta, riprese a mar– tellare dall'altra parte.- Ah, tu sei quello che ha fatto entrare la pistola, vero? - ~ Non ho fatto entrare nessuna pistola, IO - - Zitto, zitto con quella voce stronza ... non parlare più o ti faccio ingoiare i denti... hai capito pezzo di stronzo ... Non hai una bella voce, è stronza comé te e la tua voce ... - E continuarono le urla e i colpi, ma questa volta ci parve più sbrigativamente. Poi a mano a mano vennero. chiamati gli altri: Luigi Urraro, Antonio Menna, Vulcevic, ecc. Un nome attrasse però la nostra atten– zione era quello di un notissimo boss mafioso. Guardammo con stupore quel placido e anziano individuo che tutto il tempo era stato calmo e riservato in un angolo della cella senza mai aprire . bocca. Questa volta non ci furono urla dall'altra parte. Dopo un po' di silen– zio, che ora sapevamo dedicato da Cardullo alla lettura del fascicolo, la sua voce osservò: - Proprio non capisco perchè a lei l'.a_bbia1:o n~andata q1;1i. Non una punizione m cmque anm ... Forse per un ordine del solito burocra– te romanzo che giudica in base alla notorietà e non sa che a questo livello non siete certo voi i nostri nemici, anzi direi quasi i nostri alleati, non è vero, Don Tommasino? Ma perchè non pen– sate voi a liberarci di queste quattro carogne di rivoluzionari? Lei, per e~empio, è una potenza a quel che si dice. - - Magari lo fossi, dottor Cardullo, non sarei qui, di fronte a V ossia, ora; chiacchiere dei giornali mi creda. Per ... 'per quella gente, poi, anch'io non condivido le loro idee, però ... lottano per una idea ...per una società migliore, come dicono, e come ... - - Ma che va dicendo, caro Don Tom– masino, l'hanno informata male. Ideali in questa gentaglia? Mai più. No, no sono dei cani rabbiosi, ecco cosa sono. Una nuova razza di pericolosi delin– quenti che noi dobbiamo scacciare senza pietà per il bene di tutti, e mi creda, me ne intendo io di delinquenti, sono anni che faccio questo mestiere, so riconoscrli. Non hanno nemmeno il coraggio del delinquente vero che una volta preso china il capo di fronte alla legge, quella con la L maiuscola, ed espia in pace la sua condanna. Questi degenerati assassini che abbattono giu– dici onesti, funzionari devoti, l'hanno RE NUD0/7 poi l'imprudenza di parlare di rispetto, di dignità, di umanità. Pretendono "trattamenti consoni alla loro· condi– zione umana", è così che -dicono ... Incredibile vero? Parlano male di Car- dullo, lo chiamano "il boia" perchè li tratta come si meritano. Mi hanno definito un "sadico boia" anche sui loro infami giomalacci, ha capito? Ma io li aspetto qui ... anche i loro penni– vendoli ... e verranho, altro che verran– no. Fate un grosso errore voi a non val\ltare il pericolo che c'è dietro questi cam. - - Io purtroppo non mi intendo di politica, dott. Cardullo, per valutare.- - Male, farebbe bene ad interessarsene, questa è una lotta che riguarda tutti noi. Ma torniamo a lei... proprio non riesco a capire perchè me l'hanno mandato qui. - - Soprattutto per le mie condizioni di salute, dottor Cardullo, mi sçusi il gesto... guardi è sangue ... sono amma– lato di turbecolosi alla vescica. Risulta anche nella cartella clinica. - - E l'hanno trasferita in queste condi– zioni? - - Sono qui - - Non abbia timori, la farò ripartire domani stesso per il luogo di prove– nienza. Palermo vero? - - Sì - - Auguri per la sua salute, vada pure ora. - Sonzogno La donna e il diritto al lavoro di CarlaPorta Tutto ciò che la donnache lavora deve sapere:il primolibroche discutee documenta.esaurientemente uno dei problemipiù scottantidel nostrotempo.

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