RE NUDO - Anno VIII - n. 60 - dicembre 1977
questa ricerca che facciamo per una preparazione anche tecnica, perchè se è vero che la creatività è di tutti e se è vero che il potere tende a soffocarla perchè creatività e immaginazione si– gnificano poter immaginare e pensare. cose diverse e quindi possibilità di cambiare, se è vero tutto questo è vero anche che bisogna però creare le strut– ture e la possibilità di realizzazione per questa creatività. Per questo noi faccia– mo i seminari e cerchiamo di dare ai seminari uno sbocco concreto che non sia seminario fine a se stesso; lo stesso vale per i laboratori dove la gente possa incontrarsi su un progetto preci- so e su un metodo di lavoro. Ecco questo a me sembra molto importante altrimenti finisce come sempre che si fanno solo chiacchiere; qua invece il dibattito culturale e politico non parte dalle chiacchiere ma parte dalle situa– zioni concrete di lavoro che cerchiamo di portare avanti. Rinaldo: Di noi si dice spesso che facciamo un lavoro "tipo" Living Theatre o "tipo"Grotowski.Invecenon è nè l'uno nè l'altro; certo ha la stessa matrice culturale, per esempio tutti ci rifacciamo al metodo Stanislawski, pe– rò mentre il Living porta avanti la distruzione interiore rispetto ai valori tradizionali di questa società, Grotow– ski invece ha profondamente il valore dell'uomo in senso positivo e cerca di costruire qualcosa di nuovo. Quello che noi facciamo si avvicina a tutti e due gli intenti: distruggere da una parte e creare dall'altra, però non ci fermiamo a fare una rappresentazione teatrale fine a se stessa, perfettamente completa, lo spettacolo perfetto, con anni magari di studio su un gesto, il quale sarà espresso mille volte alla stessa maniera. Quello invece che la Comuna Bayres fa, rappresenta non solo le contraddizioni e la vita persona– le di ognuno di noi,ma la vita, la vita che continua, la vita che ci fa diversi ogni volta a ogni rappresentazione, perchè è la vita di ogni giorno che è diversa. Chiunque riesce ad esprimere il proprio mondo in uno spazio colletti– vo sta realizzando un'operazione pro– fondamente politica cioè sta esprimen– do il suo mondo, se stesso, la sua storia che è la storia individuale e collettiva che è poi la storia del mondo. Questo è il senso più profondo del teatro della Comuna, cioè esprimere la persona, quindi l'attore nella sua totalità e non l'attore fine ultimo di uno studio di perfezione tecnica, coi valori che stan– no da un'altra parte. Britta: Io vorrei dire di quanto mi sembra importante riuscire ad esprime– re se stessi in tempi nei quali il mondo diverita sempre più tecnocratico, la gente sempre più sola e la violenza aumenta ogni giorno e non si conosce nemmeno più il proprio vicino. Ora, io da sola non posso rompere tutto que– sto, questa è la cosa che mi fa più paura nella vita, di vedere questo sviluppo perchè significa che io mi trovo come una isola, io non voglio essere un'isola, voglio comunicare. Il primo pensiero di tutti - questa è la mia filosofia - è di sentirsi insieme con RE NUD0/35 altri, di comunicarsi. Allora per non diventare amara e cinica devo confron– tare le mie idee con altri. Teatro di questo tipo io potevo farlo anche in Svezia perchè esiste teatro laboratorio anche lì, ma per me è anche importan– te non soltanto il teatro ma cercare di creare cose insieme con altra gente cercare di vivere insieme, non soltanto avere un lavoro,e il tempo libero,dopo, sono cazzi miei. Ma vivere in una totalità dove i miei amici e i miei compagni di lavoro sono gli stessi. E in questa ricerca che facciamo niente è stabilito, continuamente cerchiamo un altro modo in cui fare funzionare le cose, nei rapporti fra di noi ma anche in quelli economici e politici, cercando continuamente come altrimenti può funzionare. Non siamo contenti ma dobbiamo trovare cercando concreta– mente e non solo discutendo ma pro– vando in prima persona un'altra ma– niera di vivere. Coco: Quando si parla di rompere la paura per me è importante chiarire che la ricerca della creatività significa pro– prio tentare di spezzare la paura per– chè si ha paura di creare, si pensa che l'arte sia patrimonio di chi ha fatto una scelta e ha portato avanti questo discorso facendo uno studio tecnico dove invece la tecnica non esiste. Per me quindi la gioia più grande, soprat– tutto quando faccio i seminari, è vede– re nascere la creatività è vedere la gente arrivare qui alla ricerca di qual– cosa di nuovo. Si provoca all'inizio un processo catartico che mi va bene però solo come punto di partenza per poi rompere qualcosa, per creare qualche situaz.ione insieme, sentire che tu hai la possibilità di creare, che puoi fare della musica, puoi scrivere una canzone, che puoi ballare, che il ballo non è movi– ·mento alienato e imposto ma che il tuo corpo ha la possibilità di esprimere tutto quello che senti. La ricerca è creativa quindi politica, quindi di cambiamento, quindi rivoluzionaria in ogni momento; per me la rivoluzione comincia in ogni momento dentro me stesso. Non dobbiamo avere paura di scoprirci se vogliamo fare qualcosa di nuovo; tanto se sono fascista, per esem– pio nella mia vita privata, lo sono, non mi maschero da rivoluzionario; se io ho degli atteggiamenti fascisti devo tirarli fuori per avere la possibilità concreta di sentir:mi libero da questo peso e dopo cominciare a creare, tra– sformare h realtà, che per noi è il teatro. L'arte. La trasformazione com– pleta della realtà:
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