RE NUDO - Anno VIII - n. 60 - dicembre 1977

meno a seguire il dibattito successivo allo spettacolo perchè ero completa– mente in palla, sono uscita da lì, ho detto: e adesso dove vado'? Poi invece sono rimasta lì e mi hanno detto che la Camuna avrebbe fatto dei seminari, avrebbe aperto una sede e allora io mi sono lanciata in questa cosa; ho man– tenuto il lavoro che avevo fino a mag– gio e poi alla chiusura delle scuole sono venuta qui e adesso sono qua perenne.» «Sono Rinaldo Corina ho 29 anni, e credo di essere uno degli anziani del gruppo come età, anche se uno dei più giovani perchè sono_ alla Camuna solo da sei mesi. Ho abbandonato filosofia dopo il liceo classico; s_eguivo il teatro per hobby e ho fatto qualche· lavoro studentesco ma non ho mai fatto teatro professionalmente nè era mia intenzio– ne farlo. Ho incontrato una signora per caso che era stata attrice e che aveva una giovane amica che lavorava alla Camuna Bayres. lo non ne avevo mai sentito parlare. Ho voluto vedere di che cosa si trattava dato che_ non faceva solo teatro ma un casino di altre cose. Prima di tutto ho visto lo spettacolo la sera che sono ve,nuto qui; una cosa impressionante: era il 15 di maggio me lo sono scritto sul diario. Ero affascina– to dalle contraddizioni e dalla bellezza di questi attori che si presentavano al pubblico cercando di coinvolgerlo in una problematica di vita vissuta, in concreto. E sappiamo che in un grup– po è un lavoro molto difficile da portare avanti, con tutti i fallimenti che cono– sciamo tutti quanti sui gruppi e sulle comuni. Quello stesso giorno mi sono detto: torse io qui ho trovato l'ambiente per poter realizzare tutto quello che non ho realizzato e non solamente in senso teatrale. Il giorno dopo parlando con i responsabili (che poi sono tutti) ho deciso di far parte della Camuna.» «Mi chiamo Roberto Anglisani, ho 22 anni, due anni fa ho conosciuto la Camuna a Quarto Oggiaro dove veniva a tare dei seminari; facevo la scuola del Piccolo Teatro quan.do ho conosciuto la Camuna e tre mesi dopo ho deciso che èra meglio lasciare il "Piccolo" per questa esperienza. Siamo stati seguiti per circa un anno come gruppo auto– nomo dalla Camuna e avevano anche quasi finito di preparare uno spettaco– lo, poi però il gruppo si è sciolto, siamo rimasti solo in pochi; così abbiamo deciso di venire qui al centro che si è aperto e adesso lavoro al Tatro labora– torio.» «Mi chiamo Daniela Tamburini e ho 23 anni, sono di Varese; ho fatto psicolo– gia a Padova e non l'ho finita, ho proprio smesso. Volevo Jare teatro; ho fatto le serali al Piccolo Teatro per due mesi circa, ma non mi piaceva per niente; ho sentito parlare dei seminari della Camuna e sono andata a casa di uno di loro, abbiamo parlato e ho deciso così che avrei fatto quei semina– ri e avrei lasciato il "piccolo". Questo è 10 successo due anni fa, dopo i seftlinari abbiamo preparato uno spettacolo che parlava del rapporto uomo-donna e in cui io ho portato avanti una ricerca-non solo teatrale ma anche personale che mi ha portato ad abbandonare tutto perchè mi ero come spaventata di fron– te alle cose che avevo scoperto; sono tornata a Varese, ho ripreso /'Universi– tà, ho dato parecchi esami tutti d'un botto, ma alla fine ho deciso che la mia scelta verso la Camuna non era solo emotiva ma una scelta globale molto giusta per cui ho lasciato di nuovo l'Università, definitivamente e la fami– glia e mi sono trasferita qui a Milano.» «Sono Giorgio Morale, anni 23, vivevo in Sicilia, a Siracusa, ero insofferente della vita del mio paese; riuscivo a sopravvivere dedicandomi alla politica e alla poesia, poi, finito il liceo e con il pretesto de/l'Università, sono riuscito a venire a Milano per fare filosofia alla Cattolica. Appena arrivato ho militato in Lotta Continua per circa 4 anni; ho partecipato a/l'occupazione delle case di via Amadeo; conoscevo la Camuna perchè avevano fatto uno spettacolo in Cattolica il primo anno che era venuta a Milano "Water closet". A un certo momento ho deciso di farne parte, mi sono riconosciuto di più in questa esperienza che in quella che avevo fatto prima.» Coco: per. parlarti del senso di questa esperienza ·è fondamentale, almeno per me, dirti qualcosa di quando abbiamo cominciato in Argentina. La realtà artistica creativa era molto difficile perchè ìl teatro anche là era• un fatto commerciale: vendere delle idee ·a de– stra e a sinistra (molto più a destra in

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