RE NUDO - Anno VIII - n. 60 - dicembre 1977
RE NUD0/22 allo stesso tempo li sentono "estranei," come "esseri di un altro mondo," con cui non hanno nulla in comune). Solidarietà delle ragazzine col proprio sesso. Esternamente si fa la parte della fem---; mina, ma internamente la rottura non è ancora avvenuta. Le r~gazze sono ancora amiche e non rivali. Hanno dei profondi rapporti emotivi, a volte an– che sessuali. Una donna su cinque, secondo K insey e Giese,.ha avuto contatti omosessuali, ma una su tre desideri omosessuali dichiarati. Ve ne sono alcune anche nelle intervi– ste. Ma ho dovuto chiederlo a tutte esplicitamente, esclusa la lesbica. Nes– suna ne avrebbe parlato di sua volon– tà. In seguito quasi tutte le donne si piegano alle convenzioni che vengo.no loro imposte. Diventano esclusivamen– te eterosessuali e incapaci persino di inquadrare nella loro realtà rapporti con altre donne. Li liquidano a priori come quella cosa che "non ha nulla a che fare con l'amore." (Renata H.) o come "prepuberale" (Rita L.) - due modi specifici di classi diyerse per dire la stessa cosa. Che cioè l'amore maturo è possibile solo tra donna e uomo e che tutto il resto è immaturo, inferiore. Ma al momento in cui lo vivevano non lo sentivano così. Questo modo di valu– tarlo gli - è stato imposto in seguito dalla societa. Solitudine e insicurezza nella fase di passag– gio da adolescente a donna. Tutte, senza eccezione, si sentono brutte e stupide e sono prqfondamente convinte _chesolo un uomo è in grado di traiformare questo brutto anatroccolo in cigno. Esse stesse non sono niente, esistono solo in relazione a lui. Non hanno prospettive personali per la vita futura e spesso sono capitate in qual– chè corso di perfezionamento solo per caso (o perchè ci andava una amica, o perchè lo faceva l'eroina di un roman– zo...) aspettano un marito carino, so– gnano una bella casa e dei bei bambini, pur vedendo attorno a sè soltanto matrimoni in crisi, credono all'eccezio– ne, al miracolo. Devono farlo, perchè non hanno alternativa. La scomparsa delle amiche di una volta; assorbite dalle loro relazioni congli uomini. Primo coito come esercizio obbligatorio del rituale per diventare donna. Nessuna lofa per passione, tutte lo fanno per paura. "Perchè tanto prima o poi doveva succedere" e "Perchè lui voleva assolutamente." Per tutte è un trauma. A tutte fa male. Alcune cifre statistiche in merito: lo psicologo iugoslavo Dr. Bodan Tekavic indagò sulle motivazioni dei casi di deflorazione nelle ragazze giovani e scopn' che: il 7I% lofa per non perdere il ragazzo; il 6% lo fa per paura di sembrare antiquata; il 16% per curiosità. Il 76% degli uomini, interrogati sul motivo che secondo loro spingeva le donne a fare l'amore per la prima volta ha detto: per desiderio Tornando alle interviste, colpisce il fatto che le uniche due donne che hanno superato relativamente bene il primo coito (Karen e Verena) sono anche le uniche ~h,. " differenza delle altre sono state attive. Avenao aec1so esse stesse perchè, quando e cç>n chi farlo, erano individualmente meno sot- . tomesse, non hanno quindi subito la situazione ma si sono soltanto adegua– te alle norme. Molle percepiscono i loro rapporti sessuali col marito o con l'amico tome prostituzione. (Renata A. "Lo so che ogni donna è una puttana per 3'UO marito." Alessan– dra K.: "In foftdo quello che faccio· è un mettersi a disposizione dell'onani– smo dell'uamo.") Tutte le donne si sentono sfruttate e reagisco– no spesso ·con lafrigidità. Essa è determinata dalla dipendenza all'interno del rapporto e dalla ignoranza delle proprie es~eenzefisiche
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