RE NUDO - Anno VIII - n. 59 - novembre 1977

.. I I\...-. RE NUD0/62 • m:us1ca Gramigna Gran Disordine sotto il cielo Ultima Spiaggia Tempi duri per i gruppi musicali, carenza di spazi nella discografia e nel circuito dei concerti, pochi colle– gamenti con le radio libere. L'Ultima Spiaggia coraggiosamen– te, dà •fiducia invece ad esperienze di gruppo, ed esce con questo nuovo LP che ra~gruppa le idee e la creati• vità di ben nove elementi, usciti tutti da esperienze musicali, teatra– li, soprat1u1to impo tate sulla ricerca. 'Gran disordine sotto il cielo' ha per tema la condizione metropolitana, il movimento nelle sue varie sfaccetta– ture, da "ALI E" a "ARRIVA O I BARBARI", la contraddizione storica provocata da questo tipo di esperienze. 11 messaggio è qualcos!I di profond1;1mente anti-ideologico con nesll\Jno spazio alla glorificazio– ne dei dogmi od gli slogan. Al contrario, i Gramigna usano un linguaggio personale, sviluppano uno stile aldilà delle mod e dei generi, adoperano la canzone come dilatazione del linguaggio corale: "E' una notte in cui le mura scrivo– no di rosso frasi ,di gioia e di minac– cia... I luci in1ermi1tenti non si spengono tese nella cac-cia di qual– cuno, sole come può e scrio nessu– no... è una notte in cui le barre stridono sotto la' spinta delle braccia tese... le ascelle profumate intanto dormono nei !cui caldi come fossero innocenti ... soltanto 4c paure ades~o vegliano, mentre i ogni stravolgono il reale" Esperi nLc come queste ci sembra– no finalmente più icine al prodotto culturale vero e proprio, s nza on– traddizioni di tipo mcrcificatori11 Troppo spesso, ultimamente, i di- schi assomigliano alle saponette, ai libri scolastici o alle torte finte. Occuparsi di comunicazione sonora, di linguaggio artistico di massa, di fusione espressiva con teatro, musi– ca e poesia, è il primo esempio per dare alle creatività un senso positivo e costruttivo Speriamo quindi, che i Gramigna non si fermino al vinile, ma riporti– no la loro esperienza a diretto con– tatto con la gente, utilizzando spazi e collocazioni adeguate, affinchè episodi come "Gran disordine sollo il cielo" non rimangano nei casseui di pochi intimi-operatori-culturali. Questo LP è per ... "Per parole che fuori non escono, per gli esclusi a cui la voce negano, per le donne che non si conoscono, per i pazzi che nei lagher vivono, per i froci che nel buio s'amano, per gli amori che non si consumano, per i vecchi che in silenzio muoiono, per chi crede solo nel dio chimico, per chi non ha nome e vive ai margini, per i mostri della mia metropoli, per i cani sciolti che non scelgono e per i compagni che ora sparano, per chi scrive in cesso nelle fabbriche, per chi vive in cella perchè è libero ..." buNlltlno NnaOfll Edoardo Bennato Burrattino senza fili Ricordi r,m, La Morale dcll11 famosa fav,,la di Pinocchio è a noi chiara: il buratti• no di legno senza fili eh' , pure i11 mezzo a tante I rappolc e tentazioni, ri scc a riman re un individuo lib . ro, anche· s1· mgt·nuo. La ,u, lib nà· la pcrd · t·, idcnt<'• mente quando infine diventa un bambino "normale" che studia e lavora "onestamente''. Farne un discorso musicale mi sem– bra ormai cosa vecchia e superata. Ma di vecchio e superato in questo disco cc n'è da vendere, anche se è stato stampato nel '77: dai contcnu- . ti alla musica che trovo ripetitiva, con ben poca fantasia, fatta di blues · lenti, di boogies indiavolati e persi– no di u'n twist stile primi anni '60. Anche il fatto di trovare, nell'elenco dei personaggi che suonano con Edoardo, norrii come Roberto Fix, Luìgi Di Ricnzo e Tony Esposito, non aiuta ceno a rendere più con– vincente quest'album, che dimostra secondo me il periodo poco creativo di Bcnnato, rispetto ai suoi prece– denti lavori. Il discorso è generale e generico, privo di mordente, senza contare il fatto che quc ti discorsi io li ho già sentiti mille e mille volte, anche da Ciao 2001. . Allora mi va bene dire no all'erme– tismo, no ai giri di parole, no al– l'ambiguità, ma perdio senza rica– dere nell'errore di dire a tutti i costi ciò che è scontato e non interessa oi;mai più a nessuno. Boh, speriamo almeno nel futuro. a.b. Krafwerk · Trans Europe Express Capito! (EMI) La Premiata Fabbrica Laminati di Dusseldorf ha estratto dal suo forno un altro disco di acciaio (piacerà molto ai fedeli lettori dell'omonima rivista, edita dal fantomatico grup– po Stella Rossa).. che prende il titolo dall'omonimo pezzo dedicato al famoso "treno dei nobili" tra le due guerre, al momento tolto di circolazione: un omaggio alla gran– de Germania , al Bel Tempo Anda– to. Si vede che lo "sturm-&-drang" è duro da morire col fa cino di Lilli Marlcne e il ricordo di W11gner. Da Autobahn in poi non so più se i Kraftwcrk facciano parte dell'arca dei corrieri co miei, oppure dell'ari– da estetica gotico-necrofila della musica concreta. Anche il tentativo di "scherzo" on " howroom Dum– mies" risulta arido, se o, metalli o, e cosi il tentai ivo di coinvolgere l'ascoltatore oon un iper-realismo di maniera (una voce dice: "Noi rom– piamo il vetro ..." e si s ntc il rumore di un vetro rollo (sic!) "Thc Hall of Mlrrors" è un modesto tentativo per riallacciarsi alla vena cosmica, ma si sente costruito a tavolino su temi di maniera come specchi & stelle, una piccola faccenda che non riesce a liocrarsi dalla mancanza di fanta– sia e dalla ripetitività che è solo noiosa. Meglio allora nei suoi limiti proprio 'Trans Europe Express' per– fetta colonna sonora di un film. gotico alla Dario Argento, che pur facendo uso di tutta la paccottiglia del genere, risulta compatto cd ac– cettabile almeno da chi si acconten– ta di atmosfere fini a se stesse e che lasciano il tempo che trovano. Procol Harum SometbingMagie Chrysalis CHR 1130 c.s. Credo che pochi non abbiano un pezzo, magari sottile, di memoria legato a qualcosa del lavoro di que– sto ~ruppo. Tra i primi forse negli anni sessanta a scrivere pagine di poesia fatta di tastiere e, contrap– punti, reminiscenze classiche quan• do non era lo scandalo di "copiare" di brullo Bach con gli organi in fuga e le sca,le che scendono e salgo– no ma dove? "A Whiter shade of pale" "Homburg" "A salty dog", nessun ricordo? Gruppo fatto e rifatto e sfatto, con Robin Trowcr, chitarrista originale, che ce l'ha fatta in America da solo, e Mattew Fishcr (l'organista della prima celebre formazione) ohe an• cora tenta, tra una produzione e l'altra e turni di sala, momenti come "Journey's end", e Gary Broo– ker unico superstite, che guida que– sti nuovi Harum sulle strade note dell'amore classico, degli arrangia– menti per orchestra ~rossa, del pia– noforte in punta di ptedi a suggerire dolcezza. Qualcosa di magico dice il titolo; quello che é certo é la sicurezza, il mestiere nel manegkiare armonie, l'incorifondibile modo di viluppare e risolvere i temi. Dei vecchi P.H. resta anche il paroliere, il poeta Keith Reid che gli anni ci restitui– scono un po' forse sfasato nel suo inventare fantastiéo che non è più un irrazionale proiettare sensazioni, ma tenta di diventare racconto, for– se favola, fors inutil . E allora tutta una facciata é addirittura recitata a dir la storia d I piccolo verme hc a poco a poco distrugge la vita del grande albero che il fuoco cancella e la foresta tace aspettando che le ceneri si muovano s os e dalla vita nuova, fresca, verde di un giovane

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