RE NUDO - Anno VIII - n. 59 - novembre 1977

RE NUD0/48 che nascano in quasi ugual misura maschi e femmine. Ora, in un pollaio è assurdo tenere più di un gallo ogni dieci o dodici galline, sia perchè lo si nutre per niente (il che non è poi un gran problema) sia perchè se ci sono troppi galli l'equili– brio del pollaio è compromesso: i ma– schi lottano tra di loro, si scannano a vicenda, e per di più tendono a massa– crare anche le femmine, che vengono ferite e nevrotizzate (come si vede, l'aggressività non è una prerogativa dei soli carnivori ...) I galli in soprannumero, quindi, vanno eliminati: Poi, chi vuole se li mangia, e chi crede che mangiar carne sia fonte di gravi turbamenti psichici, può ven– dere i capi abbattuti. Comunque sia, l'assassinio è necessario. Ancora di più lo è per le capre: per fare il latte, una capra deve prima fare figli, altrimenti non si attivano le ghiandole mammarie. Ed ogni anno, quindi, ci si trova di fronte al problema dell'elimi– nazione dei capretti, che devono neces– sariamente essere venduti al più vicino macellaio, so~to pasqua. Altrimenti niente latte. E vi possiamo assicurare che il problema - anche dopo anni di abitudine - rimane un problema dram– matico, data la simpatia che i capretti. riescono ad ispirare. Ma vivere in campagna signi~ca pro– prio essere costretti ad affrontare pro– blemi drammatici come questo, signifi– ca essere continuamen"te di fronte al tema della vita e della morte, significa penetrare costantemente nell'aria delle dimensioni primordiali dell'uomo e della natura, senza mai poter scappare con illusioni, scuse o falsi problemi da "civilizzati". E' abbastanza difficile dire cose sensate sull'ecologia e sulla vita, se non si è provato ad essere parti "direttamente interessate nel giuoco degli equilibri ecologici e vitali: e non se ne è davvero parti finchè noq ci si trova di fronte al problema di dover necessariamente uc– cidere, animali o vegetali. Già, vegeta– li, perchè anche i vegetali sono vivi, e stando a contatto con loro si fa molto presto ad accorgersene, ed a rimettere in discussione tutte le tesi sulla nonvio– lenza del vegetarianesimo. L'equilibrio interno del podere Costruire un podere che sia equilibrato al proprio interno, e che quindi con– senta di rendere il più possibile super– flui e saltuari i rapporti di dipendenza con il mondo esterno - ed i ricatti sociali che ne sono l'inevitabile corolla– rio - è il primo problema da risolvere, · " ed è importante anche per il fatto che è un problema analogo a quello di crea– re equilibri al proprio interno, come persona, in modo tale da rendere sè stessi autonomi e capaci di opporsi in modo positivo e nonviolento ai ricatti del "sistema". All'atto pratico, il problema di rendere autosufficiente un podere non lo si risolve mai fino in fondo, cosi come non si risolve mai fino in fondo il problema di rendere autosufficienti sè stessi come persone, ma questo non significa che sia inutile provarci. Non possiamo dare "formule" buone per tutti, in quanto ognuno parte da esigenze diverse e da convinzioni diver– se. Tuttavia, possiamo indicare quali sono gli elementi da cui partire, e su cui basarsi, per impostare il proprio discorso. Le cose che devono essere valutate sono: - le necessità alimentari del gruppo che gestisce il podere. Quasi tutto ciò che serve per l'alimentazione del gruppo può essere prodotto .in quantità sufficiente. - le necessità alimentari degli animali che fanno parte del patrimonio del podere. AncQe in questo caso, tutto o quasi tutto ciò che serve può e deve essere prodotto internamente. Vendere dei prodotti per comprarne altri è sempre un'attività in perdita, per il semplice fatto che c'è sempre qualcuno che ci guaragna sopra (il negoziante). - le necessità alimentari dei vegetali che fanno parte del podere. Anche i vegetali, come ogni essere vivente, si nutrono, ed hanno bisogno di concimi, minerali e accorgimenti vari. Assurdo procurarsi queste cose all'esterno. - le necessità di energia per la comuni– tà: l'energia può essere comprata fuori (gas, elettricità, benzina, combustibili), ma è meglio produrla direttamente, quando è possibile. · - le necessità extra-alimentari del grup– po (vestiti, abbonamento a Re Nudo, dischi, libri, cianfrusaglie diverse): queste non possono quasi mai essere risolte all'interno, per cui si deve preve– dere u11surplus di produzione da com– mercializzare per produrre la necessa– ria moneta, oppure - meglio - imposta– re attività nonagricole (artigianali, in– tellettuali) da cui ricavare ciò che serve in termini di moneta. - le necessità di immissione di elementi riproduttivi: semi da seminare, ripro– duttori animali, alberi innestati, ecce– tera. Tutta roba che non è quasi mai possibile produrre internamente, ma che deve venire da fuori.

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