RE NUDO - Anno VIII - n. 59 - novembre 1977
RE NUD0/42 gere ·'La dialettica dei sessi"... ma è che tu non vuoi leggere un cazzo ..." o ancora ... "lo a volte vorrei parlare con te, anche del nostro rapporto, ma ti mancano gli strumenti, tra noi non c'è dialettica, non c'è confronto ..." e cosi vta. Ma arriviamo al punto per cui ho cominciato a scrivere questa cosa: Lei è andata per tre mesi a lavorare all'e– stero. Mi dice che c'è lavoro anche per me, ma l'idea che di fatto lei abbia un ruolo "più importante del mio", che io sarei più o meno "uno al seguito di", mi irrita profondamente: nel mio am– biente lei è "la ragazza di C. S.", nel suo io divento "il ragazzo di T.". Insopportabile. Decido di non andar– ci... "Finalmente, penso, mi potrò vive– re una storia d'amore in santa pace con la amica•inglese con cui divide l'appar– tamento e che non sono mai riuscito a far entrare nel nostro letto, perchè poi vai a rompere la loro complicità e insomma me ne resto in Italia". Passa– no due mesi e, nonostante la buona disponibilità di questa donna, la nostra storia d'amore rimane sospesa. Dov'è andato a finire il desiderio di lei che mi prendeva quando entravo in quella casa e la mia compagna era lì, ad opprimermi col suo sguardo dolente? Ora siamo soli, e sembra quasi che non abbiamo nulla da dirci. Si va a letto stancamente, gesti ripetuti senza entu– siasmo ..." Piccola, io vorrei venire con te, ma tu non ci sei, sei assente ..." Altre violenze, altri silenzi. Il ricordo della mia compagna, a quindicimila chil~ metri di distanza sfuma nel tempo e nella nebbia. Non arrivano lettere, nè telefonate. Una sera la sua amica mi dice di aver ricevuto una lettera, no, non può farmela leggere, lei sta bene, è felice, scrive di aver trovato un fratello. Esco nella notte con una scusa mentre una lama tagliente mi sta squarciando lo stomaco. Cazzo cazzo cazzo, che sta succedendo? Una paranoia più nera della notte mi piomba sulla testa. Che cazzo è sto' fratello? Nove anni fa, a Parigi, la stessa notte, sono in giro per l'Europa a fate lo sgarzolino fricchett~ ne, come sempre, tanto la lei del tempo è a casa che a petta ogni mio ritorno, le telefono "tanto per sapere come sta" ... E lei mi dice che se n'è andata di casa, dorme in un teatrino off (c'hai presen– te) con un pianista americano. "Ma cazzo, le grido al telefono, ma chi è, ma come ti sei ridotta, avrà almeno le pulci, quello là..." Giro per Parigi come un pazzo, salgo sulla Torre Eiffel dilaniato dall'angoscia e pronto a but- tarmi di sotto, poi decido che è troppo poco, mi devo mettere un candelotto di dinamite in bocca ed uno nel culo e farmi saltare in aria come Pierrot le fou, tutte troie queste donne, ma cosa vogliono. Mi ricordo di lui che prima di morire, fino all'ultimo respiro, diste– so sull'asfalto la guarda e le sussurra "sei proprio schifosa ..." Ma no, non può finire cosi! Con una recita degna di miglor causa invento le scuse più turpi, ramazzo i soldi per un biglietto in treno e la notte stessa sono alla Gare de Lyon. Vai più forte stronzo,corri,corri. [ncapace di dormire finchè la notte non fu passata. Ma perchè si ferma tanto a questa stazione, vai stronzo, vai. La luce del giorno come una ferita su occhi atterriti, lacrimosi, parole im– ploranti e senza senso, bestiemmie. gola secca, rifiutata l'amicizia di alcuni emigranti che mi offrono del pollo, camminare nervosamente nel corri– doio, in piedi fino a Roma, eccomi, arrivo. Sono già nel teatrino, oh lo conosco benissimo, appena sei mesi prima vi declamavo con enfasi poesie d'amore e di lotta, libertà, libertà chi imparerà mai la sua canzone? Lei mi vede, devo avere un aspetto terrifican– te, un concentrato di violenza e di imprevedibilità Non può fare altro che seguirmi. Io dopo un pò già sorrido. Ho vinto. Restano si alcuni rimproveri da farle, ma in fondo ora è qui con me. La stessa notte. Nove anni sono passa– ti per niente. Ho letto nel frattempo Cooper, Laing, Castaneda, cent'anni di solitudine , "tutti i testi sacri del femminismo", ho fondato una comu– ne, ho avuto un figlio,·ho fatto centi– naia di trasmissioni alle radio libere parlando del libero amore, la merda della gelosia, il possesso... essere o avere, ed eccomi qua, con un cuore che mi grida dentro la stessa canzone, la canzone disperata dei poeti, millenni di letteratura escrementizia, fallocrati– ca, capitalistica, dio mio, scopro in questa notte che IL CUORE E' UN CAPITALISTA, un dittatore, un ti– ranno assassino e violento, lo stesso cuore di nove anni fa, il cuore dell'im– pero, della guerra di Troia, delle stragi tra Montecchi e Capuleti', il mio cuore che grida LA VOGLIO, non posso fare a meno di lei (ma che cazzate, non ho fatto questo per cinque !inni?) Sono sconvolto, sudo nel freddo, tremo vado a casa mia, mi accendo uno spinello, come dalla lampada di Aladino lei emerge nuda e danzante, ricordi di notti di luna piena in terrazza, Sicilia, la sola musica del vento, e lei che danzava come la più splendida visione che abbia toccato i miei occhi. Ma come ho potuto? Rivedo altri gesti perfetti, allucinazi~ ni da acido, lei era una farfalla, io un vecchio al limitare della strada, lei alla sua prima vita, io ormai all'ultima. Il messaggio era chiaro, seguila, non hai nulla da perdere. Abbandonati, abbi fiducia, accettala. on temere. Macchè! [Io tirato sempre io, ho pin– to, oppresso mortificato, discriminato, violentato. Ed ora eccomi qua, a capire tutto perchè il cuore mi fa male. Penso che devo trovare i soldi, un aereo, -volare da lei immediatamente, gridarle: "ma come· puoi?" Su surrare torna, vieni via, tu sei la mia donna la mia co tola. E' grazie a questa costola che l'uomo può andare, venire, creder i libero, o
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy