RE NUDO - Anno VIII - n. 59 - novembre 1977
. , . ~apitalista? "coppia aperta" (già richiusa anch'essa nel dolore e nella schizofrenia più terrificanti). lo e lei ci amavamo e dormivamo talvolta assieme, mentre lui viveva temporaneamente con un'al– tra donna. Arrivò la mia compagna. Conoscenze leggere, nessuna pesantez– za, nè senso di rivalità in giro. Alla sera ci troviamo a dormire assieme, per mancanza oggettiva di spazio, nel grande letto io e le due donne. L'altro Lui era di sotto che lavorava ad un quadro dopo aver annunciato che avrebbe dormito nel letto piccolo. Nel buio sotto le lenzuola mani leggere cominciano a cercarsi. In un attimo magico e bellissimo tre bocche si bacia– no in un grande intreccio di corpi. Eoni di tempo passarono nella dolcez– za più bella che io avessi mai conosciu– to, ma ad un tratto cominciai a pensa– re. Il mio pensiero era pressapoco que– sto: "Cosa penserà lui là sotto, sarà geloso, si sentirà escluso ecc..." Cosi chiedo se non sarebbe meglio andarlo a chiamare. Queste parole furono la fine di tutto, la magia si era interrotta solo perchè io vi avevo introdotto i miei "bravi principi da ometto liberato" ed avevo sentito la necessità di "program– mare" tutto. Lui fu chiamato di sopra, c'entrava come i cavoli a merenda e tutto si risolse in un grande, imbaraz– zato pasticcio. Però questa esperienza, ed il fatto che lei l'avesse accettata, mi stavano aprendo nuovi orizzonti e mi facevano fantasticare su altre, analo– ghe possibilità "da organizzare al più presto". (con qualche riserva, però: o non era stata Lei un pò troppo passio– nale con lei? or che ci penso bene, non s'indugiava a baciar lei in quella notte più a lungo che non facesse con me?.) Non passano che due mesi, spesi da me a razionalizzare quell'episodio, teoriz– zando con lei che "amare tutti" è più bello, l'amore cosmico e tutte queste balle qui, dicendole ancora: "hai visto tu, con tutte le tue paure.! Ma l'~more è più forte della paura e adesso hai capito, o no?" E mi sentivo un uomo ancor più liberato, (se possibile). E infine a Parigi, complice il fascino esotico dei boulevards, un teatrino alla Huchette, io rimorchio una ragazza francese un pò sperduta, senza casa e bisognosa d'affetto. "Ma vieni nel no– stro albergo, o cara, noi ne ~aremmo oltremodo felici." La mia compagna non dice nulla, e come potrebbe, ho già deciso tutto io, per noi però! Imbarazzo lungo la strada, che nem– meno l'imposizione della mia tenerez– za riesce a fugare. Arriviamo finalmen– te in albergo dove lo sguardo del portiere dovrebbe farmi capire qualco– sa di più sull'aria che tira, ma quello che mi preme è soltanto arrivare in camera attaccato al mio amore cosmi– co... del-eazzo! L'imbàrazzo non dimi– nuisce nemmeno dopo aver chiuso la porta, anzi: l'aria è piena di aspettative non richieste, un malessere sottile negli occhi della mia compagna ancora una volta "in trappola". RE NUD0/41 La ragazza francese a disagio, che non sa -che pesci pigliare, mentre io organiz– zo incensi, spinello, musica e tutta la paccottiglia della "dolce violenza", ir– resistibile appunto perchè cosi "appa– rentemente dolce" che è impossibile resistervi a meno che di voler passare per "retrogradi" - "piccole borghesi sessuofobiche" ecc... Naturalmente tut– to. si consumò tristemente e rapida– mente, con il solo sprazzo della fuga della mia compagna, che riusci a svi– gnarsela seminuda dicendo che la cosa a lei noI1 interessava, che ero io che volevo fa~ l'amore con quella li, ed insomma questo mi diede materia per altri rimproveri durante i prossimi me– si." Ma come, stavamo cosi bene, quel– la dolcissima ragazza parigina era cosi cara, cosi tenera e sensuale, un cucciolo che voleva solo rifugiarsi nelle nostre braccia ... e tu l'hai respinta, te ne sei andata, ma come hai potuto! Eppure a Milano, quella prima volta ti era pia– ciuto, lo so." E lei che cercava inutilmente di spie– garmi che si. a Milano le era piaciuto, perchè era accaduto, era stato un avve– nimento magico, non voluto e creato solo da me, non programmato e siste– matizzato dal.solito "cacciatore di pre– de". Niente da fare, continuavo a non capire ed a organizzare altri incontri: "Che ne diresti con la tua amica inglese, con lei hai confidenza, no, ti ci trovi bene?" Ma il senso magico di quella sua prima esperienza era stato cosi profondamente violentato dalla · mia povera ideologia che ormai appa– riva impossibile il ripetersi di un altro momento del genen;. Ma quanto e quanto ancora mi ci sono scazzato eh eh eppure una volta "ce l'ho fatta" ... La trappola fu per cosi dire "perfetta", e non dirò altro solo per non rivelare ai miei cari "compagni" con quali acu– tezze psicologiche, su quali sensi di c<>lpa e su quali lacrime si possa far leva per convincere lei a starci, nef far l'amore a tre, poi la terza era una femminista, per cui c'era pure una copertura ideologica a prova di bomba e fu ancora una povera misera cosa, perchè l'amore a tre è appunto una truffa del maschio che invece di ma– sturbarsi adosso ad una sola persona, ne prende due per lo stesso uso e lo chiama pure amore ... Penso che continuare con l'elenco delle violenze perpetrate sarebbe appunto noioso, basta segnalare qualche mo– mento "tipico" : "Simpatico quello? E' un destro, picchia la moglie, fa il rivoluzionario in piazza e il fascista a letto ..." oppure: "Dovresti proprio leg-
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