RE NUDO - Anno VIII - n. 59 - novembre 1977
1 . RE NUD0/22 La violenza è questa: tu hai di fronte una immensa situazione di assemblea, hai migliaia e migliaia di compagni che usano essere chiamati cani sciolti, ec– cetera, ma che sono presenti in situa– zioni di massa ... è asi;;olutamente in– sopportabile l'ortodossia offerta come una linea confezionata, calata a loro che sono minorenni per leg!}e, Voglio dire, compagni, che questa e una for– ma di violenza, mi rifiuto a una situazio– ne plebiscitaria a favore di Lotta Conti– nua o contro Lotta Continua, plebisci– taria a confronto di Autonomia organiz– zata, DP o chi altro. Compagni, ci sono liste di lagnanze infinite che ognuno potrebbe rivendicare, ma altre sono le sedi da scegliere, a questo punto non è un dialogo privato, un monopolio o un sequestro tra alcune di queste organiz– zazioni, ma un dialogo aperto, a livello di massa, in cui ognuno di noi può dare qualche cosa e può impararne tante altre. E' a livello di massa e sul lavoro di massa che si verifica e si controlla il risultato. Anche questa mattina c'erano due forme di violenza. E lo dico senza peli sulla lingua, anche perchè ho col- . laborato con molti compagni che han– no provato tale situazione. La prima forma della violenza è il trapianto della profezia e allora io voglio dire a Guatta– ri e agli altri compagni da una parte che il risultato della campagna sciovinistica nei loro confronti è veramente da sma– scherare giorno per giorno, anche per- B hè parecchi compagni ci son.o çaduti. all'altra parte vorrer dire pero a, com- pagni francesi, bulgari o di chissà do– ve, che qui a Bologna, la presunzione non ha nessun luogo, le profezie non hanno nessun senso, noi chiediamo non annunci, non descrizioni di carat– tere generico, ma siccome esistono le multinazionali e siccome la lotta di classe non è un atto settoriale, italiano o bolognese e non si parla di Bologna ma in generale della lotta di classe, noi chiediamo che si sentano obbligati a fornirci non annunci, non solidarietà, nè compagnia momentanea, ma docu– mentazione. Mi dovete dire ·che cazzo sta succedendo in Francia, voglio do– cumenti, voglio le prove di come agisce la repressione nel vostro paese, e fino all'esaurimento la documentazione del– IP-leggi che in questo momento e suc– cessivamente, dopo la coalizione delle sinistre in Francia, si presenteranno a fare un discorso unico con la repres– sione in Italia. Non vogliamo quindi predicazioni di tipo profetico, ma testi– monianze, prove, documenti. Secondo punto compagni, un'altra forma di vio– lenza è il rovescio di una colonizzazio– ne culturale ed è la violenza del lin– guaggio. E' ora che noi si cominci, come già hanno fatto gruppi di base, a uscire eia una dannata altalena di linguaggio per cui o tu parli, comunichi, discuti, usi il videotape, il cinema, quello che ti pare, in maniera che hai di fronte, non dei compagni ma dei sudditi e allora ado– peri il linguaggio di Berlinguer a Mode– na... e allora se io esamino tale linguag– gio e il giusto complemento che il Corriere della Sera fa quando descrive la visita di Berlinguer all'Accademia di Modena, con i cadetti che battono i tacchi e allora voglio dire se si esamina tale linguaggio ne risulta che è assur– do, privo di senso, che non ha nessun contenuto. Dire compromesso storico è ormai privo di senso, vale a dire che è il vuoto, il vuoto di chi propone le riforme con l'avversario di classe,. non · ha senso quindi tutta quella sequenza di parole organizzate in frasi e in lunghi discorsi. Ma quello che più mi preoccu– pa è esaminare chi parla, cosa significa quell'enorme massa che lo ascolta, che in parte acconsente. Cioè tu usi quel linguaggio perchè hai e insieme costruisci, un rapporto di subordinazione al potere; solo quando tu stai predisponendo una subordina– zione e collaborazione al potere a livel– lo di capitale, a livello di costruzione nazionale, quel linguaggio funziona; ma compagni, se lo smascheramento del linguaggio va in quella direzione e scopre quale sostanza politica c'è die– tro, io voglio anche impegnarmi allo smascheramento del mio e dell'altrui linguaggio ... quando diventa enigmati– co, quando diventa un gioco di parole; io chiedo quindi anche al carissimo e simpatico compagno Bifo, che cosa significa per esempio, il discorso della corrente e della contro-corrente, cioè: "noi dobbiamo andare controcorrente anche quando la corrente va contro– corrente" (frase contenuta nella lettera di Bifo al convegno di Bologna n.d.r.). Se io accetto questo tipo di enigma giocoso, ma secondo me senza fanta– sia, e in fondo noioso, allora io se actetto questa linea che altr6 non è che un gioco di scatole cinesi, vuol dire che in fondo l'andare controcorrente anche quando la corrente va contro– corrente vuol dire in definitiva entrare al ministero degli interni, dal m<1mento che la corrente è al ministero degli interni e la controcorrente è no all'ordi– ne; quindi se io vado controcorrente ... evvia non si finisce più. Allor.a voglio dire: hanno ragione i com– pagni che su vari giornali hanno prote– stalo scrivendo cne non è possibile descrivere un rapporto di massa e inti– tolare una comunicazione di massa quando, accanto a tante cose meritorie e a testimonianze in prima persona, noi ci attardiamo in un linguaggio che testi– monianza di massa non è, ma che corrisponde a una ideologia e a una sostanza che ancora è aristocratica e plebiscitaria. Pio Baldelll
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