RE NUDO - Anno VIII - n. 58 - ottobre 1977
Bnice Lee, per esempio: sbarca in Europa e si batte contro uomini mane– schi che vo_gliono espellere un piccolo commerciante per compiacere un gros– so agente immobiliare. Poco importa l'aneddoto, in questo caso più "di sinistra" che nella maggior parte dei film di karaté. Ciò che più importa è la scelta dei metodi di combattimento, la violenza delle mani nude contro i coltelli e i revolver dei gangsters. Lì si tratta di Kung Fu, la boxe cinese, o di karaté, sistema di autodifesa dei mona– ci giapponesi che volevano andarsene liberamente in giro in un paese disse– minato di signori della guerra. C'è un'intelligenza propria delle vio– lenze che supera ormai il banalissimo e accademico discorso sulla violenza. Non ci vuole niente per saper distin– guere la giusta violenza di chi si difen– de con mezzi a disposizione e la violen– za aggressiva, ingiusta, dell'invasore o del potere superarmato tecnicamente. Fino al vietnamita che affronta l'eser– cito americano con mitragliatrice e razzi contro il B52 e i suoi tappeti di bombe. Quando nella giungla della realtà esi– stono delle violenze così differenti, par– lare della violenza significa arenarsi in un falso problema. Ma questo falso problema è posto da un vero protago– nista: lo Stato forte, centralizzato, mo– derno, che aspira al "monopolio della violenza fisica legittima". Prerogativa ultima dello Stato moderno secondo il sociologo "borghese" Max Weber che cita a questo proposito Trotsky, ma che avrebbe potuto allo stesso modo citare Lenin, o•farsi citare da lui, dato che sono tutti d'accordo su questo argomento. I nostri borghesi sono leni– nisti e i. no~tri leninisti borghesi: lo Stato deve disporre del monopolio del 0 la violenza! Per tornare a Bruce Lee e ai vietnami– ti, si ritrova lo stesso punto di vista in Spiridone, il guardiano del Primo Cer– chio (romanzo di Solgenitsin). Un in– tellettuale co-detenuto gli domanda come egli distingua la buona dalla cattiva violenza; e Spiridone sr,iega il suo principio: "Il cane ha ragione e il cannibale ha torto". Saggezza contadi– na? In tutti i modi strategia della plebe. Il cannibale aggredisce ("l'uomo e un lupo contro l'uomo", assioma dalla politica borghese). Il cane lupo difende ·sè e i suoi. D: Ma a partire dal momento in cui i dominati si organizzano per esercitare una contro - violenza rivoluzionaria, dove oppongono alla violenza dello Stato l'organizzazione più o meno vio– lenta del Partito, ri~oprono un sistema simmetrico, simile, talvolta più feroce e più esclusivo: innanzitutto il Terrore russo ... A.G.: In effetti da cira mezzo secolo ìl movimento rivoluzionario è stato do– minato dall'idea di simmetria. Simme– tria socialdemocratica, il cui· modello RE NUD0/9 fu la Germania alla fine del XIX secolo: ci si organizza come l'avversa– rio e se possibile meglio di lui. Fino a che il piccolo pugno di capitalisti sarà rimpiazzato dal piccolo pugno di qua~ dri dirigenti del partito. La borghesia ha i suoi giornali, noi abbiamo i nostri; la borghesia ha le sue colonie di vacan~ za, noi abbiamo le nostre: organizza– zione contro organizzazionè, burocrati contro funzionari e la cooperativa di fronte alla fabbrica Altra simmetria bolscevica e leninista: sul terreno della violenza si tratta di costruire un Partito - "l'armata di ferro del proletariato" - capace di conquista– ,re il potere con la forza e di impadro– nirsi 4i questo monopolio. p Partito è un embrione di Stato ed esercita già l'autorità dello Stato futuro; ha già la sua polizia, i suoi mezzi di coercizione, le sue esecuzioni che nel migliore dei casi si riducono all'espulsione, e nel peggiore alla pallottola in testa. D: Come ci si può immaginare, a prescindere dal paese, un modo per sfuggire allo Sato moderno, cioè alla crescita, all'obbligatorietà dello svilup– po industriale, della razionalità folle? A.G.: Ci sono esperienze_che sembrano andare in direzioni differenti. I Cinesi imitano forse l'Occidente ma, ad esem– pio, modificano sensibilmente il rap– porto città - campagna; ugualmente, il rapporto religione-Stato pensato da Gheddafi si differenzia sensibilmente da quello di Richelieu. Credo che il campo dì esperienza sia vasto, più vasto di quanto non abbia potuto far pensare l'esempio russo. Sicuramente un certo numero di Stati africani imita attraversò la dittatura militare, i mo– delli francese o inglese. E' logico: siamo ancora nell'era coloniale e una buona parte dei dirigenti di questi Stati esce direttamente dalle scuole occidentali. Soltanto una quindicina d'anni fa l'In– ghilterra e la Francia lanciavano anco– ra un'operazione militare sul Canale di Suez e sull'Egitto. Cinque anni fa l'Unione Sovietica faceva altrettanto in Cecoslovacchia. Il leninismo è l'ideologia che, nel modo più cosciente si è data lo scopo di imitare quasi servilmente il capitali– smo: Lenin ha esplicitamente preso i suoi modelli dalla parcellizzazione del lavoro industriale ideata in America, la centralizzazione economica dell'Impe– roTedesco ecc. E il risultato sfiora la perfezione. Per trasformare brutalmen– te una massa di contadini in operai di fabbrica bisognava proprio mettercela tutta. I campi hanno giocato il ruolo che Foucault attribuisce lungo due secoli al grande concentramento. D: Cioè A.G.: Il grande concentramento ac– compagna la nascita del capitalismo
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