RE NUDO - Anno VIII - n. 58 - ottobre 1977

RE NU00/62 segue da pagina 61 ~ .. Television MarqueeMoon WEA italiana Il primo disco della Television, Marquee Moon, è stato per il nostro mercato un po' il fenomeno dell'an– no, ripetendo in parte il successo di critica che aveva a suo tempo riscos– so Patty Smith. Come dice Toro Varlaine, leader del complesso, i T elevision non sono un gruppo di punk rock, o perlomeno non condividono tutte le premesse del punk. In effetti, .Ja loro musica è più curata, dal punto di vista formale, di quella della maggior parte dei loro colleghi americani ed anche la struttura dei brani è più complessa eò "intellettuale". Il pubblico, a cui si rivolgono i Television, è però lo stesso degli altri gruppi punk: il sottoproletaria– to urbano giovanile degli States, con la sua carica di violenza e le sue potenzialità di ribellione. "Marquee Moon" è complessiva– mente un disco molto omogeneo, che risente ancora q1c1a e là di alcu– ne ingenuità dal punto di vista della tecnica musicale, anche se queste ingenuità non sono per niente gros– solane come quelle di altri gruppi punk. In ogni brano ci sono parec– chi spunti di notevole interesse, e fra tutti spicca l'uso che Toro Var– laine fa della voce, intesa anche come strumento musicale oltre che come mezzo di comunicazione at– traverso le parole. Un altro impor– tante segno di distinzione è dato dagli .strumenti ritmici, usati in modo a volte veramente brillante da Fred Smith (basso) e Billy Ficca (batteria) e comunque sempre in maniera raffinata rispetto alla ritmi– ca, per esempio, dei Ramones. Fr!'l tutti i brani dell'album, quello che personalmente preferisco è "Morquee Moon", che chiude la prima facciata, uno stupendo brano quasi ipnotico basato su una ripeti– zione continuativa di frasi fisse che racchiude un elevato grado di co– municazione con chi ascolta, a cui seguono dialoghi chitarristici raffi– nati e ben dosati. Fra gli altri brani, tutti assai godibi– li, forse si distinguono "Friction" nella prima facciata ed "Elevation" nella seconda, soprattutto per l'uso delle chitarre e· della voce. Tutto sommato, mi sento di poter dire che queste è un album perlomeno meri– tevole di un ascolto attento e medi– tato. e.a. (segue da pag. 55) violenza che si eleva quasi ad una sorta di cultura senza cultura, ad una specie di ideologia che era assente nel rock prima maniera. E se Patti Smith sospira e piange e canta una violenza dolce, i Dictators e i Damned gridano e squassano, per distruggere senza più costruire. La ricerca musicale non è assente in questi personaggi, e il distacco sia dal rock anni cinquanta che dal pop ultima maniera è sensibile, malgrado le abbondanti citazioni: ma è una ricerca che molto spesso rischia di essere fine a -se stessa, che prende i propri spunti più forti proprio nelle idee più deboli e in gran parte superate dagli sviluppi della musica in questi ultimi anni, e quest~ ricerca cade spesso in un nuovo estetismo, in una nuova art pour l'art, anche se i punkist vorrebbero negare l'arte e la cultura. Forse gli unici che non cadono nell'errore sono i Television e Patti Smith. Soprattutto la seconda offre una vasta gamma d'idee musicali e canore, aprendo le porte della mente e del corpo di chi ascolta verso nuove possibilità espressive, con una gran voglia di "comunicare" oltre che di suonare con dolce rabbia. Molti dei nuovi musicisti, invece, intendono come ricerca il rigirarsi nel cervello le cose che hanno già sentito e al di là di questo, non c'è nulla: e cos1 aprono i can'celli ai discografici, che con facilità potranno iniziare il gioco delle mistificazioni, e sul filo delle lamette punk rock, in· cui tanti giovani credono di potersi riconoscere, sorgeran– no presto gruppi e personaggi che non avranno nemmeno un messaggio da proporre, per quanto questo messaggio possa anche non essere condiviso, ma solo dischi da produrre. Facciamo attenzione. DISCOGRAFIA MINIMA Patti Smith Television Hors_esRadio Ethiopia Marquee Moon Rarnones Darnned Ramones Damned, damned, damened Dictators Go giri crazy o RADIO STEREO FM 101.5 D 02/2725$9·MILANO RADIO POPOLARI • 6 lnformallolle libere • 6 UNI cooperetln unHarte • di mnu • YIYe I problemi delle .... peroh6,le fa la ...... ogni tlorno con le aue Iota. RADIO POPOLARI: uno a1NMn1o M....,. Non !Imitarti ed •ecoltar• Radio Popolare, dh,entane IOOlo. Rlvolgerelalle HgUentl lll)rerledi mllano: feltrlnelll, CelulN, ..,._ re, Tedino, Proletarie, Porto di mare, la 111.......,. e In tuttele llbfn della unlvaralt.. al Clrcolo .. eom- di via F•t• dal perdono, &anzi (S. San Giovanni), La Pfeuetta (NovateMllaneae). Con la ..._. amtt ICOftllal concerti In ,,.._ e nel M1011 e trattwle ___ .._ Claudio Lolli Disoccupatele stradedai sogni Ultima spiaggia "Disoccupate le strade dai sogni" o meglio "Disoccupate le strade da la socialdemocrazia", questa pare sia la personale proposta di C.L. conte– nuta nella sua ultima produzione discografica. Questo disco a diffe– renza del precedente album "Ho visto anche degli zingari felici" mo– stra una chiara spaccatura sia a livello musicale che a livello testi. La prima facciata infatti è tenuta insieme da temi più o meno comu– ni, o per lo meno conciliabili fra loro come il gioco, la fantasia, la creatività e la socialdemocrazia e, da uno stile -musicale simile al vec– chio LP. Esempi lampanti li possia– mo trovare in "Alba meccanica", 'Incubo numero zero' che poi è il tema di "Disoccupate le strade dai sogni", "Analfabetizzazione" e come ultimo pezzo ''.Attenzione" con una introduzione musicale ab– bastanza buona fatta con l'organo. Sempre della prima facciata origi– nale la trovata musicale a ritmo di marcia del "La Socialdemocrazia". Per quanto concerne poi il Iato b, Claudio riprende i suoi vecchi testi e le sue atmosfere di stampo intimi– stiche, vedi "Canzone scritta su un muro" che parla della solitudine, del grigiore squallido della città, del qualunquismo delle persone: "e sal– ve gente senza un colore, senza un problema, senza un dolore, gente coperta da scorie gravi: per ogni occhio almeno due travi" e di un ragazzo che cerca di scacciare la s~litudine scrivendo poesie sui muri, di una città. La bruttissima "Auto– biografia industriale" che rivisita il primo giorno che ha messo "un piede alla EMI" e la, dolcissima "Da zero e dintorni" che per certi versi può avere una certa accomu– nanza con "Bambino mio" di Bran– duardi. Tocca chiudere la facciata il brano "I giornali di Marzo" i cui versi sono stati ricavati integralmen– te (tra~me gli ultimi quattro, che sono d1 Lolli) dalle cronache degli avvenimenti dell'l 1 e 12 marzo da "Il Resto del Carlino" e "Repubbli– ca". Per quanto riguarda l'accompagna– mento musicale troviamo, come fa ~otare giu_stame~t~ I~ nota di coper– tma tutti mus1c1st1 appartenenti alla Coop "La Cicala". Come LP, p~nso che valga veramente la pena d1 ascoltarlo; soprattutto dando il merito a Lolli di non aver chiuso i battenti come aveva fatto nell'al– bum precedente, alla sua venatura intimista. t.s. I

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