RE NUDO - Anno VIII - n. 58 - ottobre 1977

RE NUD0/56 La Monte Young: ho composto "The Well Tuned Piano" nel 1964, che è anche· quando ho per la prima volta accordato un pianofm;te, che era il piano su cui Marian suonava quando era piccola - un piccolo piano vertica– le; l'ho ricordato con degli intervalli - ... accordarlo, dargli cioè un'intonazio– ne e in una intonazione esatta ogni frequenza ha una relazione con le altre frequenze tale da essere rappresentata ,con dei rapporti matematici finiti, da delle frazioni - gli intervalli che ho scelto sono intervalli che hanno un feeling molto profondo - per me - alcuni di questi intervalli sono stati già usati nella musica, la quarta e la quinta - per esempio - oppure le diver– se relazioni con la settima, 7.a 4.a, 7.a 6.a, che troviamo nel blues e nella musica classica indiana e anche nelle musiche di altri paesi ma altri interval– li sono più specifici del mio lavoro, come per esempio 4.a 8.a - 4.a 9.a - ... 4.a 9.a è un intervallo che 'è presente nei primi lavori di ...in "Seven Times 'Seven" (sette volte sette) ma è presente nel mio lavoro in modo molto chiaro ... e ... un altro intervallo che uso è la 6.a 3.a con 6.a 4.a e,d è realmente possibile che io sia il primo musicista a lavorare con la 6.a 3.a con 6.a 4.a ... chiedo scusa .:. sì - la sesta terza e sesta quarta ... è probabile che sia il primo, m_usici– sta ad utilizzare questi intervalli in modo ampio e a mostrarne una funzio– ne nelle modulazioni e a dare a questi intervalli una reale importanza ... Re Nudo: Vivi a New York e la musica che suoni è la cosa più lontana da New York che si possa immaginare. Come mai hai scelto di vivere in una città come New York? La Monte Young: Penso che sia una domanda molto interessante, perchè quello che dici a proposito di New York è vero; è la città più attiva del mondo, ci puoi comprare qualsiasi cosa a qualsiasi ora del giorno e della notte, c'è molta, molta gente - l'unico posto al mondo dove sono stato in cui c'è più gente che a New York è l'India. o ec o CO INTERVISTA La Monte Young Quando sono tornato a New York dall'India mi chiedevo, dov'è la gente - un momento scusa, non spegnere - (si alza dal palchetto e chiede a Ryley che sta provando sul palco se lo sta distur– bando, molto rispettosamente, poi ·dopo qualche parola vuole scendere e sulla scale racconta che suo padre suonava il sassofono, che lo suona ancora perchè è ancora vivo, che suo padre sul sassofono suona le canzoni dei cow boys e che anche lui da piccolo ha suonato le canzoni dei cow boys sul sassofono) - Ma devi capire che la ispirazione per il mio lavoro non viene necessariamente da New York city - viene dal mio passato, da quando ero un bambino cresciuto dall'Idaho, nello Utah e a Los Angeles - anche Los Angeles è una grossa città, molto larga, su uno spazio molto grande, il sole è molto caldo, c'è un'atmosfera rilassata; è vero che c'è molto smog - un'aria molto inquinata, ma oltre a questo ha un feeling molto bello. Nel mio libro Collected Writings - hai letto il mio libro Collected Writings? No? In Collected Writings ho raccontato come da piccolo ero molto affascinato dal suono del vento e dal suono delle centraline telefoniche - hai pre– sente il suono dei trasformatori di una centrale telefonica? - (l'ho presente, l'ho sentito ne I tre Giorni del Condor ndt) - ma volevo tornare a New York; La Monte Young è americano, 43 ,anni; il suo nome viene solitamente legato a quelli di Terry Ryley (che è stato suo allievo), Philip Glass, Steve Reich • la "scuola" americana ripetitiva. Un raggruppamento che ha, come sempre, poco senso; il riferimento comune per tutti può essere quello di fare una musica che cerca "di andare dentro" l'ascoltatore, con mezzi, metriali musicali diversi tra loro. A Romanell'aobitod"TEA TROMueica", rassegna organizzata dal Teatro Argentina, La Monte Young ha presentato il nastro di una lunghissima (tre ore) performance realizzata a New York nel 1974- accompa- il punto è che la musica è venuta fuori dalle mie esperienze background) e dal fatto che ho sempre voluto seguire le mie intuizioni - non ho mai cercato di fare un lavoro che fosse "più facile" da realizzare. Il modo in cui mi veniva era il modo in cui cercavo di farlo per cui la musica è - quello che è - oggi; ma quello che è importante a proposito di N~w York è che è il posto in cui ci sono più possibilità di aiut~, più "sostegno" (support) per la musica e le arti di qualsiasi altro posto al mondo - così, la città è sporca, molto inquinata, non c'è mai il sole, il sole c'è una volta tanto, ci · sono edifici alti, spesso l'inquinamento dell'aria è così pesante che nasconde il sole, non ci sono alberi, a meno che vai al Centrai Park - nessun, albero! Niente! Non è facile e esiste tutto quel genere di problemi che puoi immagi– nare, ma, in questa città c'è più gente che sta facendo qualche cosa nel cam– po dell'~rte che in qualsiasi altro posto del mondo. Ci sono fondazioni, a New York c'è il New York State Council of The Arts, e hanno un programma veramente notevole, finanziano i lavori di un sacco di gruppi. Non suono spesso a New York perchè i problemi per realizzare i miei lavori rimangono gli stessi anche a New York City, comunque, suono a New York, e trovo aiuto (support) per i miei lavori più che in ogni altro posto. La ragione originale perchè sono andato a New York era perchè speravo di trovare support per il mio lavoro, e perchè c'era così tanta gente che stava facendo qualcosa, era un centro di attività. Ogni sera ci sono più performances di quante ne possa immaginare, puoi scegliere ogni sera fra migliaia di per– formances, succede molto, molte cose e dal quel punto di vista va molto bene per un artista giovane (stare a New gnata dalla proiezione di diapositive realiz– zate da Marian Zarzeela, sua moglie. L'evento della rapr,resentazione di "Thè Well Tuned Piano• va moho al di là di quello che è solitamente un "concerto". Di una lunghezza sovrumana, quasi identi– co a se stesso nell'arco delle tre ore, completamente privo di qualsiasi attrattiva immediata, estetica, musicale nel senso della piacevolezza, Tbe Well Tuned Piano è un'esperienza, profonda • personalmente la più profonda che mi è capitato di fare con la musica. Quello che segue è il riporto fedele di una chiacchierata di 45 minuti, avvenuta in teatro il 17 giugno '77 a Roma. York) è possibile che quando sarò più vecchio decida di non viverci più cosi tanto, ma, anche, mi piace, mi piace il fatto che hai la possibilità di avere quello che vuoi, qualsiasi cosa puoi immaginare, in piena notte. E molto conveniente (comodo) vivere lì perchè io sono il tipo di persona che ama essere completamente libero da proble– mi terreni e New York è· un tipo di

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