RE NUDO - Anno VIII - n. 58 - ottobre 1977
Mario Capanna P.D.U.P. Io prevedo da un lato un aggravamen– to della tensione sociale, dall'altro il tentativo di stabilizzazione politica che deriva dall'accordo dei Sei. 'Secondo me però difficilmente il coper– chio politico dell'accordo a sei riuscirà a coprire la pentola dell'ebolizione sociale. Ma in mezzo a questa tenaglia, aumentando le zone dell'emarginazio– ne che non sono poi solo giovanili, l'area del dissenso anche in forma esasperata è destinata a crescere. Contro gli strati proletari protagonisti della rivolta e contro le forze politiche della nuova sinistra io penso che anco– ra per una certa fase la repressione sarà condotta e incrementata sul piano ideologico. Per fare un esempio, varrà il principio secondo cui chi è fuori dell'accordo dei sei si pone fuori e contro la politica dominante e quindi è un barbaro antinazionale; c'è in questo senso un lavoro di convinzione a livello di massa. Lo sbocco di questa repressione sul piano essenzialmente ideologico sarà la tentazione di un ricorso massiccio a forme di repressione dura: e anche ad allestimento di piani di provocazione in.grandi stile. Se quindi il gioco dell'avversario sarà questo di continuare un lavoro di preparazione con la repressione ideolo– gica e con l'intimidazione politica, per cogliere poi i frutti in una formula repressiva ancora più brutale, allora la reazione del movimento nel suo insie– me tenderà a reagire in proporzione a diversi livelli di coscienza politica che già ora lo contraddistinguono e che ne ,eguiranno il cammino anche nei mesi futuri. Alcuni settori m definitiva minoritari saranno portati a praticare formule di violenza primitiva e di natura terrori– stica (azione individuale o di piccolo gruppo). In questo caso l'esito dram– matico sarà quello di rendere più age– vole la strada alla repressione. Invece la parte più consistente del movimen– to, sia pur in mezzo a notevoli contrad– dizioni, è sulla via di comprendere (Bologna, Roma, Milano come esem– pi) che solo il ritorno a pratiche di lotta, anche vioienta, di massa sono quelle che si rivelano poi decisive in una situazione come questa. Per raggiungere questo risultato è ne– cessario un grande lavoro di conquista ideologica e politica perchè oggi anco– ra queste condizioni non esistono. Io penso, per essere ancora più chiaro,che si debba recuperare una lezione del '68 e degli anni successivi. Le leve del '68 - non erano pacifiste ma allora il contributo del movimento di massa (non solo studentesco) fino al '72/'73 è stato un elemento decisivo contro la strategia di stato. E' stato decisivo per esempio a Milano perchè gli scontri violentissimi avevano sem– pre la caratteristica di una dimensione di massa e quindi portavano al mo– mento dello scontro, che nessuno di noi cercava perchè non dava per niente gusto, il settore più ampio del movi– mento e al tempo stesso ci costruivano intorno un ampio arco di solidarietà e magari quando ci si riusciva anche di alleanze. Per quanto riguarda il PCI c'è una tensione a volte inconscia a volte addi– rittura progr~!°~ata in quel pa:tito di confondere l msieme del movimento della nuova sinistra con le sue frangie bombarole dando ad intendere che alla sua sinistra esiste solo questo. Questo modo di interpretare le cose darà via libera alla repressione e ab– biamo visto come in un certo senso questa operazione sia già cominciata. Il che non toglie che anche i comunisti si siano resi conto che portare avanti a rullo compressore questa linea gli si ritorce contro (proposte internazionali ecc.) I comunisti sono mossi da interessi RE NUD0/5 politici e materiali che li orientano tutto sommato a preferire formt di dialogo e di contrattazione perchè non possono più rischiare di apparire la testa della nuova repressione politica. Devono fare di tutto per non mettersi in quel culo di sacco dove i democri– stiani li aspettano, e non solo i demo– cristiani. Dall'altra parte il Pci ancora oggi non può essere considerato un blocco monolitico, c'è i.In aumento no– tevole dell'agitazione nella base del partito e c'è frustrazione rispetto a risultati (nulli) derivanti dall'accordo a sei. Così il Pci è combattuto da due tendenze: la minima che lo spinge a trovarsi all'avanguardia sul piano del– la normalizzazione e della difesa dello stato: la seconda che lo trattiene dall'a– prire una diga contro la nuova sinistra e le energie sociali che rappresenta, (settori operai, braccianti, disoccupati del sud, giovani, donne) perchè allora nessuna garanzia sussisterebbe che questo non comporti poi il coinvolgi– mento di esperienze significative dello stesso movimento organizzato del Pci. Ne risulta quindi oggi, un comporta– mento contradditorio. Però è certo che non ci troviamo ancora davanti a un regime Dc/Pci, ci troviamo ancora davanti à un regime democristiano, che però trova un supporto importan- ,;;;,--~--- -_-~-_--_--..:...._-_-·-.;;;;;·-~;;;;:;;:-~--;._--~--- -, ./ , . :: , ..(/ I , \ > · IO LO SAPEVO 1 ~·\· -I_NQUESTA_ LEG6E DEL LAVoRO Al CdOVA– NI. ,_ C,1 00 /E.VA ,E SSERE N>ALlRA fREGATlJ . .
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