RE NUDO - Anno VIII - n. 58 - ottobre 1977
RE NUDO/30 orecchie ipersensibili. Quando ci si rende conto che nascere vuol dire anche essere travolti da una marea di nuove sensazioni, allòra vien facilè aiutare il neonato a recepire gradualmente e dolcemente e non tutte in una volta. Per cominciare faccio nascere i bambi– ni in una semioscurità con luce indiret– ta in modo da aiutare gli occhi ad abituarsi da soli. Chiedo il più assoluto silenzio da parte di tutti i presenti, nel ventre i rumori sono addolciti e assor– biti dal liquido amniotico. così che ogni più piccolo rumore alla sua nasci– ta gli sembra assordante. Un neonat~ percepisce i suoni allo stesso modo d1 un pesce: con tutta la pelle; tutto il corpo è come un unico grande orec– chio. Nello stesso tempo cerco di portare il neonato gradualmente al nuovo tipo di respirazione; per lui l'aria è come un tizzone ardente che lo brucia non appena inspira la prima boccata; per questo io aspetto un certo tempo prima di tagliargli il cordone ombelicale: così il piccolo ha inizialmente due modi di respirare: attraverso il sangue che an– cora pulsa mediante il cordone ombeli– cale e nello stesso tempo si abitua gradualmente a respirare l'aria. Un altro punto molto importante e troppo spesso ignorato, per il neonato, è la spina dorsale. Come sa bene chiunque pratichi lo Yoga, tutta l'energia vitale passa attra– verso di essa; per questo la spina dorsale va trattata con estrema delica– tezza: il bambino non deve essere mai scosso violentemente capovolto a testa in giù, fasciato strettamente ecc. biso– gna assolutamentè evitargli un arrivo brutale al mondo; giacchè, ne sono sicuro, il modo in cui viene portato al mondo rimarrà come ricordo di un angolo della sua psiche e sarà fonda– mentale per la sua vita futura. Facciamo già fatica a capirci tra noi adulti, non capiamo quasi niente dei bambini, figuriamoci dei neonati! Del resto la psicoanalisi insegna quanto sia fondamentale il momento della nasci– ta. Freud, Reich e Rank hanno spiega– to bene come il primo dramma dell'uo– mo ·sia quello della sua separazione dal corpo della madre! D.: Che cosa possiamo fare perchè il neonato senta la sua nuova condizione migliore della precedente? FLeB.: Bene, c'è gente che vede gli urli del bambino come uri'espressione di vita trionfante, altra come urli di chi è sottoposto alla tortura. Tutto quello che posso dire è che ho visto nascere moltissimi bambini e sempre sono ri– masto colpito dal fatto che respirano così bene e al tempo stesso con grande sofferenza; perchè questi lamenti? E' come una infinita tristezza quella che i neonati esprimono. E così ho cercato di capire che cosa non va nel nostro atteggiamento e son giunto alla con- elusione che una delle prime cause dello stress cui è sottoposto il ne0nato, è la nostra ignoranza e indifferenza: troppo spesso consideriamo i piccoli come oggetti viventi; un qualcosa che non sente, non vede e non ha coscienza alcuna; e per questo non sentiamo il dovere di trattarli col rispetto dovuto ad un essere umano. Ho pensato a lungo quale sia la cosa più piacevole (a parte la delicatezza della mano che lo tocca) per il bambi– no appena venuto al mondo; ed è presto apparso chiaro che l'unica cosa accettabile è l'acqua! Un bagno deve essere sempre pronto; la temperatura leggermente superiore a quella del corpo; il neonato deve essere immerso lentamente fino al col– lo. Quello che capita è meraviglioso: il bambino s1 sente completamente rilas– sato: si può vedere che si sente bene e spesso sul suo viso compare un sorriso, è appena arrivato in questo mondo così pesante ed ecco che subito rigua– dagna qualcosa di molto simile al liquido senza peso che conosceva quando era nel ventre materno; i suoi occhi si aprono e cominciamo ad esplo– rare il nuovo mondo attorno a lui. Tutto quello che io faccio in questa fase è di sostenerlo con la mia mano dietro la nuca: lui fa il resto. Quando un bambino nasce in questo modo, tutto diventa parte per lu:i di una esperienza piacevole e non doloro– sa. Non solo il neonato non piange, ma subito inizia a sviluppare il suo simpa– tico linguaggio fatto di gorgoglii e mormorii. ---~ basta ''l-"11-""~~ 1 ~~~co~ e --- -t::J. ,· palle quotidiane ognigiorno 12 pagine sullavita deiproletari' al venerdì Inserto suMilano
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