RE NUDO - Anno VIII - n. 56-57 - agosto-settembre 1977
Ì:Ienry Cow Concerts Cooperativa L'Orchestra · CCS La Cooperativa L'Orchestra ha ristampato recentemente "Con– certs", un doppio album dal vivo degli Henry Cow, che era già stato importato in Italia alla fine del '76. La musica degli Henry Cow in– nesta su strutture "classiche" proposte strumentali_ d'avang:uar– dia, in grado d1 offnre una inte– ressante sintesi tra un impianto ritmico in chiave rock e una raffinata partecipazione strumen– tale spesso affidata all'improvvi– sazione in cui ogni membro del gruppo ha modo di dare ,m '.11>" porto pçrsonale ma non ind1v1- dualistico: il risultato è un inces– sante dialogo dei musicisti tra loro e tra i musicisti e il pubblico, anche con l'utilizzazione di sono– rità di derivazione jazz e di musi– ca classica contemporanea. La musica degli Henry Cow è una musica politica e questa sua natura politica si esprime in di– versi modi. Da un lato, nei testi, che contengono un messaggio po– litico senza un essere populistici nè declamatori e che la Coop. L'Orchestra ha tradotto in italia– no allegandoli all'album. Dall'altro, nella musica, che non offre facili gratificazioni nè prove di virtuosismo personalistico dei singoli musicisti, ma un materiale di comunicazione sonora che ri– chiede da parte di chi ascolta un impegno attivamente critico per poterne cogliere tutte le proposte culturali. Gli Henry Cow insaurano sempre un rapporto dialettico con il pub– blico quando si esibiscono dal vivo, comunicando con esso ed investendolo di una notevole re– sponsabilità, in quanto molto della musica degli Henry Cow dipende dalla risposta che chi ascolta da al loro messaggio. Questo è uno dei motivi per cui l'operazione discografica dell'O r– chestra è, a mio parere, assai valida, poichè ha scelto di pub– blicare il disco dal vivo, offrendo la possibilità di conoscere gli Henry Cow attraverso i concerti, loro modo naturale di esprimersi. Un altro motivo è la possibilità che un'etichetta alternativa rie– sca ad allargare l'approccio a questo tipo di musica da parte di un pubblico sempre più vasto, sia per il prezzo del disco, che non supera le seimila lire per un al– bun doppio, sia per l'uso di cana- li distributivi p1u capillari di quelli delle case discografiche in– ternazionali tradizionali, portate per ragioni di mercato a trasc~ra– re se non a boicottare la d1stnbu– zione di dischi di non facile ascol– to e per questo più difficilmente smerciabili. Quello che subito si nota ascol– tando "Concerts" è una netta differenza tra il primo disco, che raccoglie le composizioni più s!– gnificative degli Henry Cow regi– strate dal vivo a Londra e ad Udine, ed il secondo, che~ invece una raccolta di improvv1saz1om registrate a Londra, Groeningen e ancora ad Udine. Nel primo disco merita una men~ zione particolare la presenza d1 Robert Wyatt con la sua _"Little Red Riding Hood", che dimostra la cura con cui gii Henry Cow seguono le "cose nuove" del pop inglese. . . . Tra turte le compos1z10m, come "Nirvana for mice", e "Beautiful for the moon", spicca la splendi– da, epica "Ruins", dove _Fred Frith alla chitarra e al v10lino conduce i compagni in un instan– cabile dialogo strumentale. I I secondo disco è invece di im– provvisazioni quasi totali, su po– che basi ben calibrate, e necessita forse per essere gustato appieno, di un ascolto più ripetuto ed attento. "Concerts" è dunque un disco per molti aspetti basilare, che consiglio a tutti di ascoltare,_ per– chè gli Henry Cow ben mentano di essere considerati tra i gruppi d'avanguardia più seri e coerenti. CA Rino Gaetano Aida RCA it. Una volta un amico mi mette un nastro sul registratore dicendo che è un provino su di un pezzo che devi! incidere poi rimane un po' csterefat to perchè arriva una voce monologante, monologhi dell'assurdo, un po' da Alto Gra– dimento comunque molto diver- tenti. Lui non c'entra con quei monologhi lì, la cosa più "assur– da" è proprio che ci sia capitato, inaspettato, un nastro sbagliato. Per farla breve, il monologante in questione, come accertato dopo breve inchiesta, era Rino Gaeta– no. Questi monologhi non mi risulta che siano mai stati incisi. Comunque erano una "cosa". Pensare che invece dai dischi il Rino Gaetano l'avevo giudicato abbastanza male. "A me piace il Sud" l'avevo trovata _una ag– ghiacciante apologia delle vec– chiette vestite di nero, degli aran– ceti insomma del profondo Sud da cartolina, coi treni, con le valigie eccetera. E sentire dire una roba del genere da uno che probabilmente dal Sud se n'è venuto via per fare i dischi, mi suonava un po' falsino. Poi "Il cielo è sempre più blu" che avevo trovato una pessima imitazione di "Quelli che di J annacci, caoti– co assemblaggio di cose luoghi e persone tipo coroncina per ritor– nello. Quindi l'ascolto del famoso na– stro di cui sopra, mi ha messo in testa uno strano problemino: come mai qui è divertente? Allo– ra c'è una distorsione tra le cose sue" private" e quelle sul disco? Quando mi sono sentito "Aida" pensavo a questa cosa qui. E in effetti "Aida" mette un po' sot– t'occhio la contraddizione: spesso ci sono dei momenti paradossali, ironici e divertenti, qualunque e diventa una specie di preparazio– ne al ritornello. Sarà dovuto al fatto dell'ossessione di dover ven– dere il disco? Mah! Fatto sta che resta il disagio di vedere una chiave irreale (peraltro non diffu– sissima in Italia) sviluppata mol– to parzialmente, rimasta monca, esitante. I pezzi che mi sono piaciuti del– l'LP sono "Aida" (che però forse finisce troppo presto, quando uno ci si è un po' affezionato), "Stan– dard" (che rende in blues nomi di esponenti D.C., ed è un pecca– to che ci siano solo loro, autocen– sura?) e "O.K. Papà" ("la donna di strada è un fatto mitico, se a prezzo politico ci puoi pure stà" ..."una bella divisa da maggiore, ti dà valore e virilità"). Degli altri sinceramente su sei tre san– no di riempiticcio (soprattutto "Fontana chiara") gli altri sono banalini. In sostanza: il mio medesto pare– re è che Rino dovrebbe fare ma– gari un L.P. con una vena d'as– surdo meno "qualunque", di cui suppongo sia capace. G.M. RE NUD0/66 Larry MartinFactory Early Dawn flyers and electric kids Come certi fenomeni giovanili possono trasformarsi in moda è cosa ormai scontata. Qui si parla di punk-rock, espres– sione musicale nata dagli strati emarginati della gioventù inglese. Musica nata come anti-musica, simbolo di anarchismo e follia, musica dell'oltraggio .... musica in origine, ben difficile da essere trasformata in genere musicale o moda del momento. Tuttavia la grande capacità del– l'establishment di manipolare· ogni fenomeno rivoluzionario in oggetto di consumo ha colpito anche il ·punk-rock. Siamo alle etichette di sempre .... il rock, questo mostro in continuo mutamento. CqQ_acedi r~erarsi con straordmaria facilità, supera– to il periodo più decadente, quel– lo dell'hard. ha trovato modo di catturare un'altra generazione. Il punk-rock è ora. l'ultimo rige– neratore della moda elettrica tan• to da trasformarsi da anti-musica a musica del momento. In Inghilterra è noto_ come David Bowie e Lou Reed seminano più ideologia che gli scritti di Marx. Così si arriva in fretta al punk– rock su vinile, e non basta più l'esempio dei Sex-pistols (gruppo di punta del movimento punk originario) che si autoproducono i dischi rifiutando contratti disco– grafici, poichè miriadi di gruppi punk "ufficiali" sono già di suc– cesso, seguiti da tutta la stampa musicale più o meno specializza– ta. Venendo al sodo, si arriva a que– sto LP prodotto dalla RCA su etichetta Isadora. Si tratta di Larry Martin Fa– ctory, eccellente chitarrista anglo-francese, indiscutibilmente interessante nel genere rock. L'atmosfera è a metà strada tra Bowie ("Aladdin Sane") e il mi– glior Lou Reed ... con una marcia in più per quanto riguarda i testi, particolarmente duri e aggressivi. ("No window on the beach"). Il rock in questione è quello di sempre, eccetto l'originale "Swee marna fix"; non mancano i giri all'unisono basso-chitarra, una vasta gamma di distorsioni, synthesizers, effetti sonori e una certa aria di "follia" su vini- le........ in conclusione che dire se non... un disco che piacerà agli appassionati del genere?? (sic). R.M.
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