RE NUDO - Anno VIII - n. 56-57 - agosto-settembre 1977
RE NUD0/64 musica Ultravox lsland Records Chi è? « Punk-Punk!! » • La Polizia • Eddie and the Hot Rods, Ra– mones, pi,ripacchi vari arri– vano con regolarità da agen– te delle tasse agli indirizz,i dei recensori e negli scaf– fali dei negozi di dischi. Sembra Ghe il fenomeno toc– chi solo marginalmente i ,nostri amici consumatori di dischi e se un indirizzo esi– ste definitivo per questa produ2ione lo vedrei piutto– sto in via mancini che a via dei volsci. Rumore della sconfitta urba– na nei paesi a capitalismo a– vanzato, il punk trova nella filosofia nichilista di diversi born to loose locali alibi ri– voluzionari che non le spet– tano. Anche volendo trovare nella P 38 di per se stessa qualche cosa di emotivamen– te comprensibile, al limite vaHdo, quella del punk è una pistola carica puntata alla propria tempia, specie di e– roina sonora che narcotizza in un processso di apparente energia che consuma solo se stessa e chi la utilizza. Nel caso degl,i Ultravox il la– voro di confezione è di clas– se elevata, firmato da quel dandy elettrico che risponde al nome di Brian Eno. La sua ,presenza ci aiuta a decifrare il perchè questi gruppi non hanno senso. Eno dava una -impronta importante ai primi. roxy music, con prodotti di notevole intelligenza e ricchi di senso •punk• (ammesso che voglia dire qualchecosa) ben definito. Da lì, e da altre parti ,ma almeno i •Caposcuola• si in– trecciano tra di loro (Lou Reed prodotto da Bowie, Bo– wie Prodotto da E-no,Eno in– sieme a John Cale, Patti Smith prodotta da Cale etc.), da lì e da altre parti nasco– no prodotti di sintetico rifa– cimento intellettualizzato di vari rock bianchi e neri che sono poi materia prima per lo xerocopiaggio a livello 'in– dustriale. Nel caso degli Ultravox la copia è copia da un origl– ,nale e non copia da copia; mantiene buona fedeltà ripro– duttiva, ma manca comunque di ogni senso di ur,genza che caratterizza l'opera d'ingegno. Dr Feelgood Stupidity Uniteci Artists M.V. 7 W~lko Johnson, un aper– tura di Chuck Berry (Talkln About You) poi Bo Diddley (Elias Mc Daniels) Rufus Thomas, Lieber e StoHer, Salomon Burke, Solllly Boy WiUiamson; questi gli autori. Registrazione in due serate, 23 Maggio 75 a Sheffield e 8 Novembre a Southend. I Dr Feelgood, per quanto que– sto possa preoccuparci, ri– schiano di venire confusi nel calderone del punk (del quale punk i dischi si stam– pano a decine, ma, sembra, si vendono poco) visto che fanno rock asciutto, sono complesso più da piccolo lo– cale che da stadio e •Si ri– fanno• agli anni 60. La storia è un po' diversa; prima di tutto perchè •degli anni '60• sono dawero, a suo tempo non haMo fatto moltissimo, ma hanno continuato a suo– nare rock ininterrottamente conservando uno stile che è vicinissimo a quello dei pri– mi stones e who. pur non essendo né l'uno né l'altro. ma Dr Feelgood. Wi<lko Johnson, che ha com– ,posto tutti i brani •originali• (che sono comunque rigida– mente legati alla tradizione rock tre accordi e via) non è oiù neUa band da poco tempo, ma pare sia stato so– stituito degnamente. In questo album la sue chi– tarra ,se pure quasi sempre tn trio è ugualmente econo– ml,ca e essenziale; non c'è valanga di suono, ma unione verso il pr,;>dotto comune. A chi piace U rock and roll può piacere; 1nell'assurtUtà (artificiale) del revival rock dei veterani Inglesi che han– no raggiunto la fama solo da poco. Miroslav Vitous Majesty Music EMI Questo giovane contrabbas– si,sta cecoslovacco è da qual– che tempo la più bella realtà di quel jazz lirico, tondo, se mi-acustico, che purtroppo non sembra avere più grandi sostenitori. Partito nei gruppi • di Stan Getz, Herbie Mann e delila cantante Dinah Wa– shignton, tu soltanto all'in– terno dei famosi Weather Report che ottenne 1-1 suc– cesso e la popolarità. Nel gruppo di Shorter e Zawlnul il giovane Vitous rappresen– tava la componente magica, colori,stica, tutta basata sulle atmosfere. Abbandonato U gruppo (non tanto per interferenze musi– cali quanto per i,I carattere e la venalità dei suoi leader), Vitous sta tentando da qual– che tempo la strada solisti– ca. Questo •Majesty music• è un album veramente ricco di contenuti. Il primo gesto onesto di questo senslbi,le e creativo jazzista è stato quel– lo di evitare accuratamente tutti i vari •sidemen• (cioè i musicisti che lavorano a ore negli studi di incisione), an– che se nella sua etichetta, la famigerata Arista, ne a- vrebbe trovati di bravissimi: ha preferito Invece affidarsi ai suoi vecchi collaboratori, ai musicisti slavi, magari non troppo noti, tutti da Inven– tare, ma freschi e interessan– ti. Ascoltate per esempio Jaroslav Jakubovic, un pluri– sas-sofonlsta con tutte le carte in regola per Imporsi a livelli internazionali. E il ri– sultato si sente; c'è un o– dore di musica composta In casa (anche se dedicata ad Ellington), di quelila tlrplca coMaborazi_oneda alcova, che quando c'è sostituisce il più grosso feeling tra Jazzisti (e non solo fra loro). In sostan– za un album di Jazz merite– vole, che si distacca molto daUe numerose porcherie che stiamo ascoltando di que– sti tempi. John Martyn So Far So Good lsland D.S. Un paio d'anni fa Pete Sln– field (ex paroliere dei Klng Crimson e deUa PFM) era ospite in un programma dove c'era un pezzo di John Mar– tyn In scaletta e gli ho chie– sto se sapeva qualche cosa su di lui; la risposta è stata •-niente di particolare se non che è sempre fatto•. Musici-sta deci,samente •mi– nore•, nato dall aricca scena folk inglese e poi emerso nel mondo rock, ha daUa sua diversi album che, a suo tempo, erano decisasmente buoni è che risenti,ti oggi In questa antologia hanno sen– z'altro un certo gusto del naif, ma uno spessore non troppo conv,incente. E' musica fatta da gente fat– ta che a gente fatta vorrebbe rivolgersi; ma i<I clima è ti– pico di una ingenuità hippie In cui l'eco è uno degli ele– menti pri-ncipall della musi– ca da sballo, un altro le at– tese e, l'ultimo, da pome– r~o di giorno di ri,poso; Jiipilsigliato ai fan di Martyn •the trovano brani estratti da ·Bles's The Wether, Solld Alr, Sunday' Child. M.V.
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