RE NUDO - Anno VIII - n. 56-57 - agosto-settembre 1977

Luciano Parinetto Corpo e Rivoluzione in Marx morte, diavolo, analità Moizzi/ Contemporanea Editori pp. 430, L. 7.800 Può chi non sia lesbica o checca (in ~enso storico), o comunque chi nòn abbia fino– ra partecipato in prima perso– na alle attività del movimento gay, scrivere di omosessualità in modo interessante e positi– vo? Evidentemente si: Lucia– no Parinetto - rara eccezio– ne - in Corpo e rivoluzione in Marx ne fornisce la prova (sebbene que1lo omoerotico sià soltanto uno dei diversi terni affrontati in questo libro); e il movimento gay, credo, gli sarà grato, poichè la sua ana– lisi situa con lucidità la que– stione omosessuale in un con– testo ampio e ben articolato, mettendo in evidenza i nessi che collegano la liberazione dell'Eros con altre fondamentali prospettive d'emancipazione ri– voluzionaria. Libri come questo si rivelane preziosi a quanti intendanc portare avanti la ricerca teori– ca togliendosi di dossi i marci paludamenti del marxismo «scolastico» rel!Zionario, senza però piombare nella confusio– ne spetllacolare di coloro che - politici fino a ieri - mon– tano oggi la farsa facilona di un <(delirio» maodadaista che con la follia vera e propria non ha nulla a che vedere (e neppure con Dada), mentre puzm1 lontano un miglio cli ri– gurgiti stalinisti e di stalinismo maoista, per l'appunto. La cri– tica rivoluzionaria «deve» far– si, certo, sempre più gaia: ma proprio per questo più chiara e profonda, cosi come scevra di ogni superficialità. Ed è con chiarezza che Parinetto procede nella sua analisi: il libro dunque, pur essendo lun– go, si legge con piacere e fa– c.iili.tà. Chtico nei confronti del PCI e, più in generale, delle sini– stre del sistema, drasticamente polemico nei confronti di quanti pretendano d'imporre al proletariato, con la falsa co– scienza, «una cravatta e una aureola», Parinetto insiste sul– la dirom~ del proletariato inconscio e - alla luce di una lettura attenta dell'opera di Marx e dt alti;e autrici - sco– pre nella totalità-in.<fivenite del corpo fa grande riserva di energia rivoluzionaria che la specie trattiene in sè sotto il giogo dells repressione. Se è difficile prefigurare il «sogget– to» utpPico, ovvero la libera individualità comunistii., paid,.è :a nozione stessa di soggetto è determinata dall'alienazione e cioè dalla negazione della comunità umana, è comunque certo che la nuova «soggetti– vità» che inaugurerà la storia potrà essere realizzata soltanto liberando completamente il corpo (e quindi la mente) dal– le catene con cui il dominio cancerogeno del capitale ci vin– cola a sè. Dominio che si reg– ge, oltre che sulla sòggezione delle donne, sull'omoerotismo sublimato, sull'estraneazione del lavoro e dell'Eros in generale, anche - in particolare - sul– la «scotomizzazione» dell'anali– tà: il sistema è pregno di ana– lità alienata. Non poteva che essere il diavolo- a porsi come madrina e inoltre come figura centrale di questo libro: il diavolo androgino, il demone che, infrangendo la rigida rimo– izione che fonda la credenza nel Dio fallico· trascendente, s'ac– compagna a chi intraprenda il viaggio nell'Es e scopra per– tanto quanto meravigliosa sia la vita che siamo costretti• a rimuovere, per adegvarci a una sopravvivenza peggio che me– diocre e sempre minacciata nell'inferno capitalistico. E se la morte viene spesso borghesemente esorcizzata an– che dai marxisti, questo libro invece discute alcune temati– che che la concernono, indi– cando fra gli obiettivi della ri– voluzione anche quello di re– stituire agli esserr umani una morte almeno naturale, ben al– tra rispetto alla morte artifi– ciale imposta dal sistema che tende a distruggere globalmen– te, con il pianeta, la vita: Pa– rinetto accenna perfino al pos– sibile superamento utopico del– la morte stessa. Lungi dall'=ere sistematico e dal pretendere di · esseiilo, Corpi) e rivoluzione in Marx è un libro aperto, ricco di spunti interessanti e di argomentazio– ni efficaci, vera miniera d'Qto di citazioni e di riferimenti teorici utili a chi intenda por• tare avanti una ricerca critica gaia e nel contempo seria, lon– tana da pregiudizi sclerotici. M.M. ~ Bruno Munari Fantasia Universale Laterza Lire 2.500 ~el movimento si parla spesso di- fantasia, creatività, immagi– nazione, ma quali sono i mec– canismi che stanno alla base di queste facoltà umane? Be1;1e,proviamo a considerare ~runa Munari come ;.in simpa– tico nonnino (ha già visto 70 primavere) che ci spiega cosa ne pensa lui. Munari è un artista polivalente, autore tra l'altro della «Trom– ba della pace» (una tromba militare ridotta a due dimen– sioni credo a colpi di martel– lo), dei «libri illeggibili», cioè libri senza parole ma con altri elementi di comunicazione vi– siva come ·i colori, i fori, ecc., delle «macchine inutili» e an– che di"cose «serie,. tipo design di ambienti, ecc. Per Munari il «prodotto della fantasia nasce da relazioni che il pensiero fa con ciò che co– nosce. E' evidente che non può fare relazioni tra ciò che non conosce e nemmeno tra ciò che conosce e ciò che non conosct>. Non si possono stabilire relazio– ni tra una lastra di vetro e il pfzws. La fantasia quin<1j sarà più o meno fervida se avrà più o meno possibilità di fare rela– zioni». Questa possibilità è evidente– mente legata al maggi.ore o minore numero di dati memo– rizzati. E' utile chiarire a que– sto proposito che non se ne fa una questione di conoscenze acquisite dalla scuola, ami spesso la scuola col suo ~e, schizofrenico della meo.cr e do libri impedisce all'bdividuo di impossessarsi dei basilari mezzi tecnici (pennelli, pialle, pen– tole, martelli, strumenti musi– cali, ecc.) che sono fondamco– tali per l'espressione della crea– tività. E' impressionante, al riguardo, osservare quanto sia fottuta la creatività dei bambini; il fatto cl,c i bambini «in tutto il mon– do dìpingono quello che vedo– no, quello che sanno, quello che conoscono e cioè· un prato, una ca$a, montagne, un :tl~ro RE NUD0/61 e il sole» è un seguo di quanto è scarsa la loro possibilità di appropriarsi di altri dati, altre esperienze che non siano il sole, le case, ecc., di altri mezzi che non siano i colori o tuttal– più la creta. Di questi ultimi, poi, spesso non si dà nessuna conoscenza tecnica con il pre– testo di lasciare i bambini rompletamente liberi di fare :ni 'rhe vogliono. Ma di fare \x, ~1? Di f.~ relazioni tra ci.b che CC>Ooscono e ci.b che non cono– scono? Tu I ca questa falsa concezione del".1 libertà di creatività pub solo portare i bambini a dipin– gere una casa con un:i matita su un foglio di carta tino alh nausea. «E se essi non saranno aiutati a crescere, dipingeranno da adulti, come hobby, le stesse cose nello stesso modo,.. Questa cosa è molto vera se proviamo a pensare alle feste giovanili fatte in nome del «ripr::~è;c<"mocila creatività». Dopo un iniziale entusiasmo in cui si è creduto che bastasse fornirsi di scatole, legni e vari rifiuti della città, di martelli e chiodi per essere liberi di vi– vere finalmente la propria fan– tasia, si è dovuto constatare il fallimento di queste esperienze. E qui il collegamento con il di– scorso di Munari mi sembra molto chiaro. Di che cosa sono fatte le fe– ste giovanili? Di maschere, gi– rotondi, cartelli con disegni e cose simili. Delle poche cose che abbiamo imparato a fare da piccoli, e cosi, a un certo punto, la nostra fantasia si esaurisce e cadiamo nella fru– strazione della ripetitività, pro– prio come i bambini è; cui par– la l'autore. Il libro fornisce questi e altri fondamentali spunti per un di– scorso nuovo sulla fantasia e la creatività, accompagnati da un'abbondante e divertente do– cumentazione fotografica.

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