RE NUDO - anno VIII - n. 55 - luglio 1977

(segue da pag. 8) Jo sia opport!.lilO non lasciarsi .rascinare in facile violenza, che intanto riesce a distruggere semmai una chiesa d'accordo, ma che d'altra parte succhia una piccola, ma sempre fetta, dei contributi dei cittadini, o casse che dir si voglia, per a– vere i fondi necessari a rico– stuir la. Quindi i risultati la– sciano un po' troppo a desi– derare. Se fossimo già in una situa– zione a noi favorevole, sarebbe utile, opportuno e necessario togliere di mezzo tutto ciò che è superfluo, per avere più spa– zio a nostra disposizione. Ma questo non mi sembra certo il momento adatto, a meno che tutti insieme, ma dico tutti, ci mettiamo a fare piazza pu– lita. Se prima ero ottimista, adesso sono utopico, e non sia mai che diventiamo carne da macello. Non c'è parvenza cli conclusio– ne in questo dannato discor– so: tutto. resta aperto e gli svilupppi devono ancora arri– vare; nonostante questo, l'in– vito alla lotta, in qualsiasi po– sto essa debba avvenire, è ri– volto con accorato amore per tutto ciò che è miglioramento, ma mai degradazione e sputta– namento ... MP - Torino Messaggio in botttlglia Caro Andrea, adesso ti spie– go come noi cinquantenni fa– remo fuori la generazione dei fricchettonl e degli in– diani metropolitani. degli au– tonomi proletari e dei neo– dadà-situazionisti e di tutti coloro che da un po' di tem– po" ci tolgono il sonno, ci ro– vinano l'appetito nei risto– ranti rapinati, ci costringono ad appostare •gorilla• anche al gabinetto, insidiano la vir– tù (residua) delle nostre a– manti, lordano le nostre au– to, ci guastano la Scala, ri– ducono i profitti, rifiutano H lavoro e il cottimo, cl persua– dono a portare i capitali al– l'estero ed investire in oro le lire sottratte alla svalu– tazione selvaggia, riducono le Università in piazze d'armi inagibili. Dico noi cinquantenni, In senso molto lato, senza limi– tazione geografica (il cin– quantenne francese o ?hmoe- se !a pensa nello stesso mo– mo), o di censo o di classe (metà di noi ha votato DC, turandosi Il naso e l'altra metà PCI, coprendoci gli oc– chi, nell'uno o nell'altro caso cercando il partito che rista– bll lsca l'ordine e difenda i nostre;>valori) e neppure a– nagrafico (cl sono ventenni nostri coetanei). Quali valori da difendere di– ranno I soliti provocatori. Non sottiliziamo, non appro– fondiamo, non farci rispon– dere: •patria, famiglia, reli– gione•, per poi obiettarci che della patria ce ne in– fischiamo, della famiglia an– che, della religione pure; sappi che noi sappiamo com– muoverci ancora se suona la fanfara dei bersaglieri, elo– giamo la fedeltà e l'abnega– zione delle nostre vecchie .mogli-madri, la domenica sal– tiamo di rado una Santa Mes– sa. Diciamo i valori de-Il'or– dine, senza del quale una società che si rispetti non sta in piedi. Non sono però i valori borghesi o proletari il tema di questa lettera, ma i modi come vi faremo fuo– ri, nonostante sanguinino (un po') i nostri cuori di padre. Ma ormai ci siamo stancati di tanto sangue-sofferenza in– terna, ci siamo stancati di rimproverarvi, ammonirvi, mi– nacciarvi, picchiarvi, non è servito a niente, e allora, perdinci, alla malora i sacri vincoli del sangue, e se fe– sta liberator,ia ha da essere, lo sia per tutti.I giovani, an– che per i nostri ex-amati figli, che vivono da estranei e da nemici nelle nostre ca– se (coi nostri soldi). I ne– mici si fanno fuori. Ma co– me? E' questo l'aspetto che for– se può più interessare di questo nostro •messaggio in bottiglia• i tuoi lettori. Come vi faremo fuori. - Cominciamo· con dire che la Festa è finita, non solo in Italia ma in tutti i paesi de,1- 1 '0ccidente. Se qualcuno ti dice o scrive che torneran– no le vacche grasse, che basta rimboccarsi le mani– che, lavorare di più, ubbidi– re di più, studiare di più, p-erchè ritorni e si accresca il benessere, non ci credere: sono balle. La Festa (la so– cietà del benessere, la so– cietà opulenta del consumi) è dà'vvero finita per l'occi– dente bianco che ha vissuto per secoli rapinando materie prime ed energia al Terzo Mondo. Non credere ai libe– risti, ai marxisti, neppure al professsionisti e ,agli aedi della rivoluzione. La disoccu– pazione dei grandi non verrà riassorbita, la disoccupazlo- ne dilagherà, Il costo della vita aumenterà, i servizi pub– blici funzioneranno sempre peggio, la sicurezza sociale avrà un costo lnsostelllblle. Gli economisti sono impaz– ziti perchè I',inflazione corre insieme con la disoccupazio– ne, I politici si gingillano con formule a cui nessuno crede più (statalismo o liberismo, marxismo o capitalismo, ecc.), la carestia è alle por– te, e si aggrava l'inquina– mento idrico e atmosferico: meno energia, meno elettri– cità, meno acqua, meno gra– no, meno carne, meno lavo– ro, e più gente che viene al mondo (solo in Italia, 500.000 di bocche-aspiranti disoccupati ogni anno In più). A questo punto c'è un modo solo per i cinquantenni di sopravvivere alla collera gio– vanile che sale, quando non sarà possibile parcheggiarla oltre nei lager liceali o uni– versitari: farvi fuori. Adotteremo il rimedio clas– sico del nostri padri, che ha sempre funzionato, quello che Buthoul chiama •l'infan– ticidio differito•, ossia una santa guerra. Sapete come l'Occidente ha superato la stretta petroli– fera? Al petrol-dollaro op– pongono il mitra-dollaro. Agli aumenti del prezzo del pe– trolio deliberati dall'OPEC l'occidente risponde con le armi, non impugnandole (an– cora), ma vendendole .. La vendita delle armi sta di– ventando uno strumento es– senzliale ed indispensabile per il riciclaggio dei petrol- RIENU00/85 dolla~i. (11 GIAT francese, Gruppo Industriale degli Ar– ma.menti Terrestri, produce più carri armati per l'Arabia Saudita che per l'esercito francese). L'industria delle armi si affloscerebbe se non cl fosse una buona speranza o occasione di utilizzazione su larga scala. Finora le guerre l'Occidente le ha sempre esportate, le ha fatte fare per contro pro– prio agli altri: In Asia o In Medio Oriente. Entro pochi anni. esporteremo diretta– mente, con le armi, la gente che dovrà usarle; cioè voi, cari frichettoni oziosi e bi– ghelloni. Non si sa ancora dove scop– pierà la prossima grande guerra, ma non è un proble– ma. Serajevo nel 1914 o Dan– zica nel 1939, un'occasione si trova sempre per liberare Il potenziale di violenza che cresce con l'insoddisfazione, la crisi e il soprannumero di giovani. Quello che è certo che non possiamo tollerare oltre la guerriglia in casa, l'insubor– dinazione permanente, Il ri– fiuto del nostro codice di valori, perciò noi cinquanten– ni preferiamo deviare la vo– stra rabbia altrove, risolvere in una Santa Guerra ogni problema di disoccupazione e di insoddisfazione. Prepa– ratevi, fricchettoni e auto– nomi proletari, indiani me– tropolitani ecc. ecc. Non sot– tovalutate i cinquantenni. Le guerre le hanno decise sem– pre loro (E le hanno fatte fare agli altri, ai giovani). Guido Tassinari 97,700 Megahertz FM la radio dove lo spazio ha il suo sballo

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