RE NUDO - anno VIII - n. 55 - luglio 1977
lggy Pop The Idiot (RCA) Basta non farsi fregare dal- 1 'etichetta (che è un PUNK ROCK giustamente inserito in lametta da barba), per il resto i·I disco è godibilissi– mo. E' andata così, i vari specu– latori della scena punk, quel– li che devono decretare •ma– trici culturali & musicali•, origini varie ecc. han fatto i nomi di David Bowie e di lggy Pop, e così lggy, un ti– petto che era sempre vissuto nell'ombra di Bowie viene ri– lanciato oggi come l'alfiere del punk rock. E' falso, l'ho scritto di già: non c'è nessu– na Star a monte del •feno– meno•, il punk rock ha pro– dotto direi in maniera autar– chica la sua propria musica ed è gente come i Clash, i 0amned, i Sexy Pistols e più ancora oly Sterin & X Ray, tutti sconosciuti in Ita– lia e molti dei quali non an– cora entrati in sala d'incisio– ne. Che lggy Pop, per i suoi at– teggiamenti precocemente anticonformisti e per la sua notevole faccia da idiota go– desse di una discreta stima tra i giovanissimi punk è del resto innegabile, ma per fa– vore non facciamolo passare per un «alfiere• e non baria– mo sui contenuti. Dicevo che H tipo è sempre vissuto all'ombra di Bowie: altro mistero, a me lggy è sempre sembrato più autenti– camente folle, più strippato del computer Bowie ed è stranissimo come fino ad oggi non sia riuscito a bril– lare di luce autonoma. Piglia– mo questo album; per esem– pio, • The ldiot», le musiche sono tutte o quasi di Bowie, ma non c'entrano proprio una sega: se a qualcuno le at– mosfere del disco possono ricollegarsi (sempre per par– lare in codice) è a Lou Reed, al miglior Transformer, con zampate iron1c1ss1me stile Zappa e le Mother del perio– do dissacratorio . Si veda li primo pezzo •~i- ster Midnight- • Lo sai, ho fatto un sogno l'altra notte, mamma era nel mio letto ed io ci facevo l'amore, e babbo ml ha sparato con le sue sei pistole, chiamando sorella mezzanotte cosa posso farci dei miei sogni?•. La vena dissacrante di lggy è una ve– na colta, e così il suo atteg– giamento estetisco da idiota, nulla da fare con il punk che è primitivo e di una vio– lenza molto rozza e sotto– proletaria. Ristabiliti i termi– ni non sarà difficile divertirsi del tutto con «Dum Dum Boys• che nell 'arrangiamen– to tira perfino al ricordo di certi Pink Floyd, se non fos– se che la voce di lggy, stra– scicata, sardonica e graffian– te si prestasse a •idiotizza– re• anche questo bellissimo brano. L'innocenza dell'idiota canta contro se stesso, oltre che contro la società che emargina i ragazzi dum-dum. • La gente dice che siamo ne– gativi, dicono che abbiamo preso, ma che non daremo mai niente, ma noi abbiamo cantato da-da dum-dum... ho bisogno di un po' di casino•. •Anche io, in mezzo a queste palle, a queste pizze di di– schi ho voglia di un po' di casino ... arrivo a «Mass Pro– duction» dopo che l'idiota ha sprodotto perfino una canzo- . ne d'amore e comincio a pen– sare che questo idiota di lggy· è fin troppo furbo. At– tenzione agli idioti... con la scusa che tanto possono di– re ciò che vogliono .. c.s. Bob Marley & The W ailers Exodus Ricordi Bob Marley - sulle bande delle radio •democratiche• milanesi aveva goduto un an– no e mezzo fa grandi favori; fotografato con il' famoso cannone in bocca si era gua– dagnato immediatamente le simpatie di tutti gli sbalà dentro e fuori dei navigli. E poi questo suo r-i-t-m-o così staccato e lento ma sempre vivo, Insinuante, lento per- chè è lento Il respiro di chi vuole ballare in trance per quattro ore seguendo la vena più intima e dolce del suo conpo senza scoppiare taran– tel lato dopo 10 minuti. Danza-rituale; c'è una mia a– mica, Caterina, che è una danzatrice sistematica; ap– pena arriva a casa mette un disco e balia. Perché ballare è un'attività indispensabile al– l'uomo che oggi è o trascu– rato o svilito. Svilito dalla disco music - pista di «esi– bizione• che vorrebbe essere sexy - trascurato nonostante i tentati recuperi (quando si parla di recupero di solito non funziona mai nulla) nella «nostra• cultura di minoran– za che cerca di (rl) scoprire i nostri (pover) corpi marto– riati dalla civiltà di massa. Bob Marley & The Wailer (i lamentatori) nonostante due anni di intenso lavoro nei circuiti ricchi del rock ame– ricano sono ancora una mao-– china per ballare che è di– sponibile, più che disponibi– le, lanciata verso Il ritmo co– me magia. Un pezzo prende cadenze perfettamente mediate _ fra reggar e rhithm and blues di quello giusto: è quello che dà titolo alla raccolta e mi sembra possa essere Il ti– pico •in the carts like a bullett• (in classifica come una pallottola) che ogni com– plesso che si rispetti cerca più di ogni altra cosa. Anche a costo di volgari cedimenti sul piano del gusto. Marley riserva a Exodus U più serio dei suoi testi non il primo del suoi manifesti ·in favore della dottrina che dovrebbe vedere tutti i giamaicani fa– re le valigie per l'Etiopia del Negus (Exodus appunto), dio per la strana religione pro– fessata da Marley. Le sue dottrine politiche ci inte·ressano in realtà poco, tanto più che cercare di ri– portare ai •nostri• termini un mo,,imento religioso e nazio– nalista giamaicano che adora il negus mi sembra partico– larmente arduo. li «politico• di Marley sta nel suo senso orgiastico della musica, nel suo potere che è in qualche modo evocativo di <Un qual– che cosa di sconosciuto, po– co chiaro e meno definibile ma non per questo meno reale. L'impressione del pri– missimo ascolto era tale da far liquidare con poche righe il lavoro come ovvio e ripe– titivo di precedenti esperien– ze e il dubbio rimane, alla fine·, anche se l'album sa in– sinuarsi con le sue melodie •già sentite• e con il suo modo spesso sinceramente struggente. RE NUDO/a Questa ripetizione però fa forse proprio parte del gioco nel caso di Bob Marley; è una specie di mantra da sa– la da ballo, confezionato con tutte le regole sonore del!' easy listening più ovvio, pie– no di elementi che possono non convincere, ma i pezzi svolgono Il loro arco uno do. po l'altro come se in quella sequenza cl fossero da sem– pre, nell'ordine delle cose. Three Little Birds è tipica canzoncina per bambini, ma provate ad ascoltarla. Frederic Rzewski The People United M.V. Will Never Be Defeated ECP Ecco uno dei tre fondatori del gruppo MEV (Musica E– lettronica Viva), una cellula importantissima attiva da più di dieci anni con concerti In tutto il mondo. Americano·, pianista. compositore, un'In– finità di diplomi e attestati appesi nella casa dei geni– tori, Rzewski è dall'inizlo de– gf.i anni Sessanta uno del ta– lenti più veri espressi dal– l'«altra America• musicale e dalla stessa emarginato per– chè troppo Impegnato politi– camente e fuori da ogni ac– cerchiamento commerciale. Molto 'Più noto di Rzewskl, almeno in Italia, è Alvln Ourran, altro fondatore di quel gruppo, se non altro perchè da anni vive e lavora a Roma. L'azione e la produzione di Frederic Rzewski •sono state In tutti questi anni e– stremamente rigorose. Ben pochi artisti possono vantare un così preciso curriculum di esperienze condotte in ogni parte del mondo. Per questo artista il rapporto con le ca– se discografiche è sempre stato un problema, e non riesce difficile capire li per– chè; ecco allora tutta una serie di long playing regi– strati con piccole . etichette, se non addiritt•ura prodotti da collettivi di musicisti stessi (a questo proposito uscirà
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