RE NUDO - anno VIII - n. 55 - luglio 1977

RE NUD0/62 musica Eberhad Weber The Following Morning ECM L'Europa continentale, un tempo, lontano, la terra mu– sicalmente più attiva in as– solutq, qggi governata da stabili e forti governi social– democratici o liberali, mar.– tenne vivaci stagioni sinto– niche e operistiche, importa i prodotti rock e pop ameri– cani e inglesi più alla page e ha anche una- sua vasta produzione contemporanea di musicisti che si rivolgono al pubblico dei loro contempo– ranei con l'intenzione di pro– porre musi-che ispirate alla loro libertà di espressione, non condizionate dal proble– ma del commercio. La ECM ospita numerosi di questi ar– tisti che, complessivamente, hanno uno spiccato amore per forme che sono derivate dalla cultura afroamericana, tanté che per loro si parla spesso di jazz europeo. Fra una decina di nuove e– missioni della etichetta te– desca che in pochi anni di attività è riuscita a mettere in catalogo il meg,lio di que– sta attivi,tà, facendo registra– re anche diversi album a mu– sicisti americani di passag– gio in Europa, sempre con tecnica di incisione e stampa impeccabili e copertine rea– lizzate con notevole elegan- za. . Fra i gioielli degli anni pas– sati mi permetto di r-icordare Crystal Silence di Gary Bur– ton e Chlck Corea, un disco di rara bellezza. Nel 1977 due gli album che mi hanno colpito maggiormente fra questi 10 ascoltati, Danca Das Cabecas di Egberto GI– smondi e Nana Vasconcelos, brasiliani e questo The Fot– lowing Morning, lavoro senz' altro più interessante per le intenzioni che per i risultati. La fusione dell'efficace bas– so (raddoppiato, uno basso e l'altro sull'ottava alta suoni e frasi alla pastorius 100%) di Weber con il pian.o - ac– compagnatore - di Rainer Bruninghaus è fluida come fluida è l'intenzione della musica, molto larga, aperta armonicamente, melodicamen– te molto ingenua ma calda che sfocia naturalmente in un felicissimo (timbricamen– te) impasto fra oboi, corni frances•i e celli dell'orchestra filarmonica di Oslo, città di cui questo e molti altri al– bum ECM sono stati regi– strati al Talent Studio. I momenti in cui gli stru– menti classici vanno a sot– tendere e accompagnare il disegno dei due titolari del– l'album, esplicitano più chia– ramente l'ispirazione Debus– siana che sta a fondo della niusicalità di Eberhard We– ber; i disegni armonici han– no, se mi si permette l'e• spressione, lo stesso respiro; e dei momenti di semplice iterazione hanno timbri lu– cidi e nuolei sonori che ri– cordano lo spirito del De· bussy di la mer. Tutto que– sto non -nel senso dell'imi- · tazione, quanto di «modi di sentire» la materia sonora paralleli. Affascinante l'intento di giu– stapporre queste atmosfere che sono tutte e due del no– stro secolo, una continentale francese e l'altra di un jazz· senz'altro bianco, unifican– dole attraverso la scrittùra musicale e l'affinità ricerca– ta dell'impasto timbrico. Buo– no il risultato se a giudicare fosse qualcuno che fa il conto delle capacità pura– mente musicali (specie per quello che -riguaroa la pur semplice composizione) là dove I conti non tornano più è sul piano dello spessore, dell'urgenza di questa e di tante altre musiche conti– nentali che, forse, In fondo si poritano dietro anche loro il fascino sottile deUa social– democrazia, nella chiave, ap– punto, della mancanza di un rapporto reale col quotidiano uman.,, Roberto Colombo Botte da orbi Ultima spiaggia M.V, Roberto colombo è un giova– ne compositore milanese che in questi ultimi annt si è costruito una solida· esperien– za mu'sicale, sia studiando con passione il p 1 anoforte, sia svolgendo un'ir,tensa at– t!vità come arrangiatore per musicisti dalle tendenze più diverse. La sua seconda uscita di– scografica è questo «Botte da orbi•, disco completamen– te pensato, scritto e diretto da Roberto. La differenza che subito si nota rispetto al suo primo album («Sfogatevi bestie•) riguarda la scelta degli strumenti musicali, molto più ricca e varia. Que– sta ricchezza si proietta im– mediatamente negli arrangia– menti del disco, curatissimi ed eccezionali, che danno a tutto l'album un gusto pieno e -saporito, mentre nel primo disco apparivano più rozzi proprio a causa della Inferio– re quantità e qualità degli strumenti e quindi delle so– norità usate. Per chi adora le definizioni, «Botte da orbi• potrebbe es– sere un disco di rock-jazz, e molti musicisti che qui suo– nano con Colombo proven– gono dal jazz (,p. es. Tullio de Piscopo e Tony Rusconl). Però, definire questa musica rock-jazz ci farebbe cadere in uno schematismo troppo facile, astratto ed artefatto. Ogni brano ha una sua fisio– nomia particolare, un'atmo– sfera diversa sia dal brano precedente che da quello successivo. E' un'opera bef– farda e gioiosa, Ironica ed autolronlca («La fine del trentatre•, il brano che con• elude l'Lp, ne è un esempio perfetto), provocante e pro– vocatoria. Per quanto riguarda l'Ironia e lo sberleffo il nome che subito ml viene In mente è quello di Frank Zappa, l'anti– co giullare daHa lingua ta– gliente, dalla cui musica Co– lombo ha saputo trarre spun– ti e riflessioni assai positivi. Tagliente è Il linguaggio di questo disco, che distrugge (In brani quali «Non fare Il romantico• e «Flato alle trombe•) e costruisce (•A– scolta si fa sera•). I testi si ,riducono a brevi messaggi pungenti, le voci per lo più diventano stru– menti musicali (da segnalare una divertente e divertita Patty Pravo in «Flato alle trombe•). Colombo ha diretto con pas– sione e continuamente ogni singolo musicista, chiedendo il meglio da ognuno: e la scelta dei musicisti non sa– rebbe potuta essere miglio– re, e comprende un po' tutto Il panorama musicale Italia– no. Per citare solo alcuni nomi abbiamo Tul,llo de Pi– scopo, Walter Calloni e Tony Rusconi che si succedono al– la batterla, Lucio Fabbri e Mauro Pagani al violino e ancora le vocl di Ricky Gian– co, Ivan Cattaneo, Patty Pra– vo. Una particolare menzio– ne merita senz'altro Hugo Heredia al sax alto, che ese– gue degli assoli stupendi, an– che se un po' alla maniera di Gato Barbieri, in «Ascolta si fa sera•, «Alegher ale– gher• e In c,Oanza disuma– na•. Roberto Colombo suona con maestria il Mini Moog, le tastiere, e cl diverte con la sua voce. li disco si snoda tra atmosfe– re rarefatte, ritmi ossessivi, momenti di pausa e momenti di follla, momenti di vita In– somma, In questa musica nuova per dei compositori Italiani. Un disco quindi che non è per nulla raffazzonato in modo eterogeneo e incon– sulto, ma In cui anzi si no– tano Immediatamente la ri– cerca di un discorso coeren– te e continuo, la capacità ma– gistrale di Colombo nella composizione e negli arran– giamenti, interamente stu– diati da lui In lln disco che è· completamente suo, sia per le musiche che per la scelta del musicisti e degli st~u– menti, sia per la direzione da dare a quanti con lui han– no suonato. C.A.

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