RE NUDO - anno VIII - n. 55 - luglio 1977

Lettere Era da un casino di tempo che aYevo pensato di scrivere ri– guardo· a un problema secondo me ignorato o sottovalutato. IL CONSUMISMO DELL'ER– BA. Se ne era accennato, ultima– mente, in un editoriale, ma è rimasto uno degli argomenti sfiorati e mai sviscerati. Premetto che io non fumo (ho provato qualche volta) non per scelta ideologica o morale, ma perchè non fumo proprio (neanche sigarette). In compen– so ho una piccola coltiva.zione di maria insieme ad alcuni ami– ci che fumano regolarmente. Ecco, è di questo REGOLAR– MENTE che intendevo parlare. Il fumo si consuma REGO– LARMENTE quando ci si trova insieme tra compagni. Benissimo, questo serve (o ser– virà?) a favorire il dialogo, la comunicazione, l'apertura, la disinibizione tra i compagni. E' (o era?) un mezzo di socia– lizzazione tra la gente che ne •fa usò. Cazzo - si era detto - quante belle cose! E allora perchè non legalizzarlo? Sarebbe stato dav– vero bellissimo, Ultimamente però le cose non mi appaiono più così rosee o perlomeno scontate. Ho conosciuto dei compagni che, se per UNA sera non avevano il loro fumo, diven. tavano cupi, taciturni, irrita– bili; perdevano improvvisa• mente la voglia di fare, di stare bene insieme. Una sera, a Genova, in casa di certi amici, si aspettava che arrivassero due col fumo per tutti. Erano nel frattempo arri– vate una quindicina di perso– ne nuove, mai viste. amici Ji amici. Bene! un'occasione per Lettere Lettere Cari compagni/e, vi scrivo sen– za un valido motivo, soltanto per dire due parole a gente che più 6 meno fa pensa come me. Cazzo, compagni! L'am– biente in cm vivo è brutto, alienante, paranoico e io ho bisogno di conoscere gentd . ,. ,., . .::,,:: come noi altrimenti soffoco! :;r N: :: Proprio per questo credo sia : :'. \ :@ l necessario dare più spazio alla .~: \ A ~rubrica «Circuito Alternatìvo», ..'; t ·w .,:Jper farci conoscere meglio. .,-. ; ·:. .. r N.. :•}Purtroppo la mia è una città ~~ii~~jijf~l..-'-lllllf i···., ·:.: #i: ,.-:<limerda, ma puttana Eva (o '; '?} l meglio, porco Adamo!), tra i ._.-.,..,..-..A,~ \: ff mille vicoli di Genova siamo ' f in tanti a gironzolare, sballati' ,. __ -...Jt~,f ~ no, freaks, extraparlamentari, gay, etc., e andiamo alla ricer– ca di un po' di nuovo che non troviamo più nell'erba, nel vi– no, nei miti. Compagni/ e, quando ci incontriamo cii co– nosciamo, e guardandoci sap– piamo di essere uguali, e al– lora cerchiamo di svegliarci un po', dimostriamo che non sia– mo .come quei figli borghesi conoscere gente. Senonchè, dopo un'oretta di attesa, arrivano i due ...... . SENZA FUMO!!! Non ne ave• vano trovato. · La situazione precipita: i quin– dici nuovi escono frettolosa– mente Jalla porta con le scuse più banali, salutando appena, e quelli che rimangono se ne staranno zitti e mogì tutta la sera. Siamo arrivati a questo punto! L'erba sta diventando un'inso– stituibile mezzo di comunica– zione interpersonale, un SO– STITUTO dei rapporti tra compagni. Da STRUMENTO per una più profonda apertura, st sta tra– sformando in FINE per il qua– le si sta insieme! Se non c'è ·QUELLO, non c'è motivo di ritrovarsi e conoscersi. Il con- sumo dell'erba sta diventando CONSUMISMO, né p1u né meno della televisione. Merda, io spero che queste sia– no solo paranoie mie, ma sento la necessità sempre più pres– sante di aprire un çlibattito dalle pagine di Re Nudo su questo problema. Chi ha qualche esperienza da raccontare, riflessioni da fare e dubbi da esprimere LO FAC– CIA! Non lasciamo che anche il fu. mo, da elemento socializzante, diventi un ennesimo strumento di emarginazione e solitudine. Adriano che stanno insieme solo per andare a ballare con la moto scintillante e le fighette intor– no. Cazzo compagni/e! Noi siamo diversi e vogliamo vi– vere tra di noi perché insie– me soffochiamo un po' di me– no in questo mare di merda! Io vi scrivo un po' da dispe– rato perchè la gente che cono– sco è orrida! Famiglia: ope– raia ma ugualmente repressi– va. Scuola: ambiente clerical– fascista che soffoca i pochi fio– ri rivoluzionari. Ambiente e· sterno: gente con il paraocchi, falsa, tutta impregnata di ideo– logia borghese (contro l'abor. to, la droga leggera, l'omo– sessualità, il femminismo) per non parlare di altra gente che sembra d'accordo solo per mo– da! Vivendo così vado sempre più in paranoia, sballare bene di– venta sempre più difficile, ma cazzo compagni/e io sballo di più quando faccio cose strane (strana non è propria la pa– rola adatta, ma non ne trovo altre) e non solo quando bevo o fumo! Comunque così non si può andare avanti, almeno per me. Compàgni/e usciamo fuori alla luce del sole, ripren• diamoci i nostri luoghi e tutto il resto e facciamo qualcosa per stare insieme. Quanti fratelli e sorelle ci sono come me, co– stretti dalle circostanze a star– sene chiusi! Re Nudo a Geno• va si vende e allora faccia– moci vivi attraverso il giornale che è nostro! Compagni/e non so più che dire, ci metto qualche lode! Viva Autonomia Operaia, ma soprattutto Viva l'alternativa in tutto, Viva il femminismo. Viva il F.U.O.R.l., viva la ma– rijuana (viva un po' di meno il vino), viva tutto ciò'· che Lettere c'è di nostro' Ciao compagni/e Cl U1COntr1a• mo presto sulle strade del mon– do (d'Italia). (lettera firmata con un pugno chiuso, un fucile e un simbolo f~ml!IÌ.'IÌSI.J). • é) .... -· :. "'•-~'-"" ,.. - l.J ... Q Lari compagni Ji R..: Nud'.:l, vi invio. la fotocopia <li una lettera che ho inviato al quoti– diano Lotta Continua. Mi ci è voluto un po' di coraggio a scrivere una lettera dove non vengono citate tattica-strategia. fase politica anche se sono convinto che queste cose ci sia– no nella struttura. La invio anche a voi per sapere cosa ne pensate e perché secondo me bisognerebbe allargare l'ottica della rubrica creata da Cer– quetti («La conoscenza alterna– tiva del corpo e della mente» Dà un po' l'impressione che 'sto problema sia da affrontar– si individualmente mentre se– condo me deve diventare di– battito e iniziativa di massa. Cari compagni, mi decido a scrivere al giornale dopo molto che volevo farlo a proposito della alimentazione, della sa– lute e della vita. ~ando parlo con i compagni sento sempre parlare del la– voro, dello sfruttamento in feb. brica, nei cantieri, negli uffi– ci, dello sfruttamento a rove– scio che è la disoccupazione dei bisogni (che molto spesso sono falsi bisogni) e tutto que-· sto, da un po' di tempo, sotto l'etichetta del «partire da noi stessi», cl.ai nostri bisogni, dal– la nostra realtà. Difficile trovare ,un compagno che dica che bisogna iniziare a parlare anche delle cose che mangiamo, di ciò che beviamo (per ciò che respiriamo è cam– biato qualcosa dopo Seveso), e sl che «partire da noi stes• si» trascurando proprio noi stessi è un po' stupido. · Io dico che darsi da fare in fabbrica, nelle sç\lOle, nei quar-

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