RE NUDO - anno VIII - n. 55 - luglio 1977

RE NUD0/48 Librazione El&IOISGRÒ MARTA DEROGATIS J0HNSON ROMANZO S10RICO FELTRI\EW Emilio lsgrò « Marta de Rogatiis Johnson romanzo storico» Feltrinelli. pag. 204 Lire 3.500 Se uno si lascia prendere dal nervo di una subitanea irrfta– zione imputabile a troppo lun– ga schi,ivitù del «reale», allora è meglio che deponga imme– diatamente l'oggetto (fdtrinelli– tremilacinque) e si lasci anda– re alle tante carolineinvernizio che si spandono per le librerie. Perchè: rutto quello che suc– cede (e ne succede) in questo libro è tenuto insieme da un filo assurdo-surreale, e c10e, come annuncia Odoacre Fiore settant'anni mezzo cieco narra– tòre in prima persona, «dal ro-. vescio e dal rovescio del ro– vescioi.. Se si riesce quindi a fare, an– che da parte nostra, questo passetto al di sopra e/ o al di là delle cose, il gioco è fatto. E la magia c'è, eccome se c'è. Ma dunque andiamo con disor– dine. L'lsgrò è uno che da tempo ha capito l'importanza di cancellare, operazione fon– damentale in qualsiasi artisti– co cimento. Meno rimane, meglio è. E questa volta, can– cella che ti cancella, i paragra– fini (tutti ordinatamente nume– rati; l'apparenza dell'ordine prima di tutto) sono brevissi– mi, qualche volta di una riga .sola. Però bisogna leggerli pia– no, vincendo la tentazione di correre per vedere come si salda il racconto e che fin~ fan- no persorrngg-i. Bisogna leg– gerli piano perch(: fra le parole si annidano le chi.wi (fotti e simboli/ che ,1prono 1~ tante porte successive che p,lrtano ai cuore dello storico romanzo. Si racconta di Marta de Ro– g,il"iis Johnson, nobil donna dalle molte carte, dei suoi ma– riti, amanti, servitori. soci, cor– tigiani, rnni, fattucchiere, mer– canti e pittori, ma rovesciando e rirovcsciando b dimensione 1cmpo cosicchè si _inconr.rano anche Omero, Cromwell, Fede, rico di Prussia, aurighe e aru– spici. Un formidabile intreccio di rap– porti disumani tenuti insieme dal potere, dove molto saggia– mente si racconta con lo stesso rilievo e l'identica. comica fred– dezza che la moglie decide di far sequestrare il marito e che .Marta de Rogatiis Johnson ha chiuso la bocca. E chissà se allo scià di Persia sarebbe piaciuto di essere ba– ciato da rutta quella gente, ma di certo questo interrogativo che nel libro tormenta liutai e falegnami, vasai e maniscal– chi non -ha meno importanza dell'essere· o non essere. Il pro– blema può infatti essere dap– pertutto; e quindi certo da nessuna pane. Ci sono tre personaggi che Isgrò sembra amare nel suo libro è sono, nell'ordine di comparizione, Gigino Molotov, Jean Paul Sartre e Evelina Cle– menti Oliva e su di loro l'iro– nia non morde. Se l'ombra di Togliatti ha ra– gione di dire: «avete liberato i tavoli e i letti ma non avete liberato le sedie» e se l'altra ombra ha ragione di dire «non liberare chi non te lo chiede» allora io credo che lsgrò do– vrebbe scrivere adesso un libro cosi sull'altra parte della bar– ricata. I pioppi ·d'oro prospe– rano· in opposti climi. Ma per imanto io vi prego affettuosa– mente di leggere questo libre qui. M.Va. NJ::M:Ra!O-E Identità e feticismo Romano Madera Identità e feticismo Forma di valore e critica del soggetto, Marx e Nietzsche Ed. Moizzi Questo libro è severamente vietalo a quelli che «prima prendono il palco e poi... non sanno che farsene,>; a qudli che non hànno il potere ddh1 parola ma ne parlano sem– pre»; a quelli che «bastano delle buone vibrazioni»; a quelli che «aprono i dibattiti, e non li chiudono mai»; lo rroverehbero insopportabi.lmen– te lungo e difficile. Per tutti gli altri, invece, po– rrebbéro essere i soldi meglio spesi degli ultimi sei mesi. Perchè? Perchè è uno dei po– chi Jibri «firmati» che abbia letto. Doppiamente firmato: da una -biografia «politica» e da un itinerario intellettuale quan– t'altri mai singolari. A chi ha seguito il dibattito sulla teoria rivoluzionaria negli ultimi dieci anni si riservano qui non poche sorprese. Fon– damentalmente l'abbattimento delle sicumere legate ad una lettura profetica e dogmatica di Marx, cioè di quella parti– colare incurvatura del «cristal– lino» politico che impedisce 1~ messa a fuoco del reale e, di conseguenza, la lettura degli spessori più profondi dell'espe– rienza. Ma c'è un'ulteriore sorpresa ed è la quantità e la qualità delle voci « profane» rispetto a quelle ufficialmente consa– crate a condurre il mondo per mano verso la rivoluzione. e che risultano dalla ricchissima bibliografia riportata nelk no- te. / Com'è d'obbligo il viaggio ha inizio dalla teoria del v,1lore e del feticismo in Marx. Tucro il mondo esistente, sost:i::ne il nostrò, ha la su,t origine ndla divisione sociale di.'.! lavoro chi:, i.Lwisibilmcnte, ricompone i1 lavoro privato dcgli individui indipendenti che diventano «personificazioni» del rappor– to di capitak; produzione e aìienazione si originano dalla inconsapevokgza degli indivi– dui e dalla Imo mancanza di controllo sulle proprie rdazio– m. Questa assunzione reale del lavoro al capi1ale ha un. ri– svolto antropologico: «il no– stro pensare è: un codice che attentamente decodificato con– ti~ne la società caritalistica, i suoi livdli economici, politici e· iilosofici». Di conseguenza gli occhi, il buon senso, il na– ruralismo percettivo non pos– sono che vedere appiattendo tutto alla datità e non possono che pensare confermando, eter– nizzando lo stato di cose pre– senti. Ciò significa che senza controllo cosciente è impossibile abbat– tere la legge del valore. Ma esiste la possibilità di que– sta «coscienza enorme»? In Marx era radicata la convin– zione che il movimento neces– sario della dialettica avrebbe prodotto l'adeguata consapevo– lezza. Ma, d'altra parte, la co– scienza necessaria che il mondo feticistico impone coincide col feticcio stesso («la cosa è ideo– logia e l'ideologia è cosa»). Madera, dunque, coglie in Marx la contraddizione tra l'i– nevitabilità deJl' inconsapevo– lezza e la necessità della co– scienza enorme; parallelamente sottolinea la contraddizione tra concentrazione e organizzazio– ne della classe e sua subordina– zione al progetto riformista. La storia del rapporto di capi– tale, quindi, emancipando gli uomii;u 4al vincolo naturale e-

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