RE NUDO - Anno VIII - n. 54 - giugno 1977

RE NUD0/26 nare alcuni servizi. Donna Vittoria ed io tentiamo di ri– salire alla proprietà attraverso l'Uffi– cio Abitazioni del comune: nessun ri– sultato. Per difendere la casa molte froce partecipano alla· manifestazione orga– nizzata dal C.O.S.C. in novembre. In tanto all'interno della casa si sca· tenano lotte furibonde per l'assegna– zione degli spazi. Emergono fratture tra le occupanti e il collettivo, e al– l'interno delle stesse occupanti divise tra ala nobile e ala di servizio (co– rea) e ancora tra le effettive abitanti e i « fantasmi ». III fase: Le feste (dicembre) I grossi problemi della casa erano ancora quelli relativi alla riparazione del tetto e al riscaldamento. Occor– revano tanti soldi, che con le norma– li collerte non riuscivamo a raccoglie– re. Nacque così l'idea della festa co– me soluzione alle incombenze econo– miche. Le feste, all'inizio solo un fatto com· merciale, diventano un fatto politico– spettacolare, un momento di ulterio– re disgregazione, ma anche di riag– gregazione temporanea per picc?li gruppi. In dicembre la Corradina ed io ci oc– cupiamo di risalire alla proprietà bat– tendo la· ·strada della Soprintendenza ai monumenti della Lombardia. Il fa. scicolo riguardante il palazzo e la torre dei Moriggi era sparito. Lo spopolamento della casa durante le vacanze di Natale e il trasloco del– le « bambine » ( froce giovani) dal- 1 'ala di servizio a quella nobile favo– riscono l'insediamento di un gruppo di eterosessuali nella « corea » semi– abbandonata. Questi compagni non passano attraverso la riunione d~l ve– nerdl ( unico organismo di gestione della casa), ma impongono la logica del fatto compiuto. Allora io e altre poche sorele: Irma la Dolce, Marlene e Kri>milde,ci but– tiamo in uno sfrenato attivismo per attrezzare uno spazio di uso comune, ma riservato alle froce: la sala da thé? Al· momento i lavori sono sospesi in attesa di verificare se al prodotto che verrebbe offerto corrisponde o meno una domanda. La mia vita sessuale in via Morigi E' stata molto misera. Questa casa, dandomi la possibilità di conoscere meglio le persone, mi ha fatto ri– muovere il desiderio in generale, ma anche rinascere verso qualcuno l'in- Barbette, il trapezista texano teresse a stabilire un modo nuovo meno superficiale di rapportarsi. Ho vissuto in maniera schizofrenica i miei rapporti dentro e fuori la ca– sa; ho trascurato molte amicizie, so– no arrivata al punto di temere ogni confronto con situazioni nuove, lon– tane da via Morigi. Alle feste, non reggendo la competi– tività con le altre froce nella caccia al fantomatico « maschio disponibi– le », mi rifugiavo ~ernpre più nel per– sonaggio della « signorina snob ». In una casa dove la NORMA era ormai quella omosessuale ( anche per gli etero di passaggio alle feste), per sentirmi « diversa » assumevo un at· teggiamento suicida di aSCGtico di– sprezzo verso i piaceri della carne! Per fortuna ogni tanto esco da Mila– no, altrimenti sarei impazzita ... Autocritica e riflessione finale I C'è stata una micidiale mancanza di chiarezza iniziale; avrei dovuto an– darmene da via Morigi una volta ca– pita le differenze di bisogni tra me e le altre. II C'è stata una confusione-scontro tra il bisogno immediato di un tetto e il bisogno di socializzare la quoti– dianità tra quelle cule che hanno già superato il problema della casa e del lavoro. III Nel momento in cui iniziava l'oc– cupazione, il vecchio collettivo era già in decadenza. I rapporti all'inter– no dei COM erano molto difficili: si veda la triste esperienza relativa alla preparazione del libro sullo spet– tacolo « La Traviata-Norma » ... In simili condizioni forse è stato tut– to un errore: era meglio; dedicarsi ad altro? IV La crisi economica generale, che proprio in questo autunno-inverno cominciava a farsi sentire, provocava preoccupazione tra le froce più av– vedute (le formiche), le quali cerca– vano un?. stabilità economica, un la– voro, una casa sicuri. Intanto le froce più sventate (le ci– cale) inseguono l'utopia, investendo tempo, denaro, energie in un· proget– to che diviene via via più difficilmen– te realizzabile, ignare, le poverine, di cosa il futuro riserverà Joro. Le cicale sperimenteranno tutti i di– sagi della convivenza: la sporcizia, il controllo reciproco, la socializzazione della miseria, la gestione di una casa in condizioni di precarietà perma– nente. Per quanto mi riguarda sono passata dall'entusiasmo, dal volontarismo cat– tolico iniziale ( sacrificarmi, lavorare per rendere questa tealtà accettabile alle .froce esterne alla casa), al ranco– re ·generalizzato, alla sfiducia, verso me, stessa e gli altri. Adesso ho capito di aver sbagliato sia prima che dopo, ma non voglio but· tar via del tutto questi quattro mesi in via Morigi. · Penso che questo kapitale di espe– rienze e questo spazio, che ho conqui– stato e difeso assieme a poche altre, sia ancora socializzabile agli omoses– suali di Milano. Maria Ivana, l'implacabile friulana

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