RE NUDO - Anno VIII - n. 53 - maggio 1977

RE NUD0/62 • musica Steve Hillage •L• Vlrgin Steve Hlllage ha suonato per diversi anni con i Gong, di cui è stato membro fonda– tore e mente importante. Li ha lasciati da un paio d'anni producendo un brutto disco solo e ritornando alla carica con questo • L •, arrangiato e prodotto da Todd Rungren, classe 1948, esperto manipo– latore di quasi-pslchedelie rock abilità che lo ha portato ad una apertura di mercato negM Stati Uniti. Si gioca molto con l'elettro– nica, con quelle fasce di ef– fetti che i sintetizzatori for– niscono generosamente an– che agli sproweduti, per creare un tappeto di miste– ro su cui insertire valori musicali più normali, canzoni rock, assoli di chitarra con' suoni grandiosi. Il prodotto ha funzionato sul mercato americano e Hlllage si sta dando da fare con tournee e altri giocattoli pro- mozionai!. . Il discorso complessivo, co– me tipo di sonorità, si allac– cia alla mainstream della pslchedelia anglo europea (tedesca e francese) con tufto un corredo di mitologia che si riallaccia al Gong. Una suite lunare è stata re– gistrata in due successive notti di luna piena a distan– za di 28 giorni, ma di ma– gia, oltre alla pretesa, nel convulso Iterarsi di frasi pa– raorlentali su base heavy, ce n'é pochina. Rungren, d'altra parte, è co– me pochi altri, musicista del fumo negli occhi, molta sce– na sonora e poca sostanza; la foto di copertina Illumina con effetti di luce risaputi Steve Hlllage rlconfezlonato In formula di sicuro succes– so, eroe chitarrista per mas– se In ricerca di Immagini In cui trasferire l'Impotenza del quotidiano. Partecipa alla av– ventura della pslchedelia da UPIM anche un Don Cherry di maniera, che non riesce minimamente a •Intaccare del tutto la superflcialità con I suoi esperti fraseggi di vec– chia volpe del palcoscenlcl. Chiude la raccolta una riedi– zione di «lt's AII Too Much•, beatleslana di Gerge Harrl– son, a cavallo tra le metlco– lose riedizioni di materiale anni '60 di Rungren In • Falthfull • e fanaloga ope– razione condotta dai Journey (gruppo americano) con ri– sultati assai più brillanti. Francesco Currà, Rapsodia meccanica (Ultima Spiaggia) M.V. Per quel che ne so è Il pri– mo disco operalo. Non che non ci siano stati finora di– schi fatti da gruppi operai o dischi che cantavano le lot• te operale, ma -in questi di· schl prevalente era o la lot– ta o la memoria contadina. In questo senso si • ascolta– va • la classe nelle sue tra- dizioni e nella sua rabbia, ma rimaneva sempre sullo sfondo, come un dato scon– tato fa sua organicità alla fabbrica. In questo disco invece la classe suona la fabbrica (cioè le macchine) e la fab– brica • suona • la classe (nel senso che le Impone ritmi, silenzi e violenza) . France– sco Currà, operaio calabrese di ventinove anni, è da set– te operaio all'Ansaldo di Ge– nova. L'Ansaldo ha già pro– dotto lo • scrittore • Vlncen– .zo Guerrazzl testimone della realtà e delle contraddizioni dell'operaio massa cioè di quell'operalo che si differen– zia dalla vecchia figura del– l'operaio professionale per– chè il suo lavoro alla catena, monotono e ripetitivo non contiene più nessuna ricchez– za di • sapere • ,profess-iona– le che non sia stata espro– priata dalla macchina stessa. E' quindi -l'operalo che non si fa vanto del proprio lavo– ro, ma che fo vede come to– tale schiavitù, che lo odia e lo rifiuta. L'operalo forse più legato alla fabbrica e In• sieme più· ostile ad essa. A questo c'è da aggiungere che l'Ansaldo è lndustrla pe– sante e anche questo dato • pesa •. Come rlsùltava an– che dall'Inchiesta di Guerraz– zi, la classe operala dell'An– saldo è Intrisa di marxismo della Terza Internazionale, con molte nostalgie stalini– ste. L'operaio-massa dell'An– saldo non è dunque lo stes– so di Mirafiori o di Arese, non è l'operalo di Vogliamo Tutto, la cui allergia alla fab– brica coinvolge anche faller– gla all'Ideologia, che rifiuta con la fabbrica anche la sua figura di operalo. Se si fa fede all'Inchiesta di Guerraz– zl, ai suoi scritti e ora an– che ai testi e alla poetica di Currà, l'operalo-massa del– l'Ansaldo odia la fabbrica ma se ne fa un motivo di distin– zione e di orgoglio di fronte a chi In fabbr:lca non c'è sta– to: gliela schiaffa continua– mente In faccia. Cosl men– tre in alcuni reparti all'Alfa si sentono i dischi del Jef– ferson Airplane o del Plnk Floyd, all'Ansaldo c'è chi vuol far suonare la fabbr,ica stessa, recuperando alla fine irf positivo una qualche • pro– fessionalità • alla macchina: la professionalità di farla parlare, di farla suonare. Co– sì Currà prende un registra– tore gira per la fabbrica e registra i suoni delle mac– chine, poi taglia i nastri com– bina i rumori, sistema le scansioni ritmiche, cerca va– rianti rumorlstiche assieme agli altri operai (la sottile ma netta differenza tra Il ru– more della fresa e quello della • fresa .sotto sforzo •). Cosl sul ·dico troviamo elen– cati come strumenti: Fresa, trapano, tornio, bareno, ale– satrice, piazza, mortaza, affi– latrici, smerigliatrici... Su questa base ritmica e armo– nica, Currà canta o meglio urla. E qui torna fuorJ la memo– ria. Le scansioni del grido sono determinate sia dalla macchina, sia dal passato contadino che torna nel mo– dulo della nenia, nel riaffio– rare di Immagini campestri perdute. La voce fa fatica a uscire dal canto delle mac– chine, a volte è lnghlotUta, lo sormonta aumentando Il grido, a volte fa voce stessa diventa macchinale, parte stessa della macchina. Ciononostante Il disco evita di essere uno di quei dischi di mera documentazione, cer– to utili, ma poco • godibili •. Il disco è ricreato In quel– l'altra fabbrica che è la fab– brica del dischi, che è lo stu– dio di registrazione. E c'è poi un ulteriore livello di In– contro: l'incontro con un mu– sicista (,Roberto Colombo) che rlfiltra I suoni, vi aggiun– ge brevi spazi musical!, con– tribuisce al ritmi del discor– so. Il che denuncia ml pare con tutta sincerità che anche un disco • operalo • non sfugge nè può sfuggire al• l'incontro con l'Intellettualità Intesa In senso vero cioè come professlonal-ltà della comunicazione, mano d'opera del messaggio e del massag– gio. L'Intervento di Colombo è del resto molto parco e se resta determinante per l'u– dibilità del disco In quanto tale, Il contenuto e la forma di quello che si ode è tutto · di Francesco Currà. Giudizi di merito in casi co– me questi è arduo darne. Certo qui si esce dall'ambito della • canzone • come da quello della ricerca· musicale più o meno sperimentale, co– me anche dalla mera docu– mentazione. Siamo sul terre– no di una sorta di opera aperta, che non credo sia la prima di una lunga serie del– lo stesso genere, ma sia in qualche modo • unica •. Esprime come ho detto non solo la specificità di Currà, ma anche ·la specificità di una figura operaia, e la spe– cificità dell'Ansaldo. Già nel campo della poesia operala s'è v.isto che ciò che è scrit– to a Mestre è ben diverso da ciò che è scritto a Po– mlgliano d'Arco, e la diffe– renza è più profonda e sotti– le che non la semplice reg'lo– nalità, è una differenza, e

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