RE NUDO - Anno VIII - n. 53 - maggio 1977
e viceversa ed ogni tanto qualcuno esprime la sua partecipazione con in· credibili salti, sì che vedi teste schiz– zare dal buio, poi sparire e alla fine tutti dondolano, ma in maniera sgra– ziata, vagamente demenziale e verrò a sapere che lo fanno apposta: che essi vogliono essere sgraziati, demen– ziali, disarmonici. Un'altra cosa che mi ha colpito: nes• suno parla. Pure tutti sembrano co- . noscersi attraverso un magico segno ~ribale; da cui io sono certamente escluso: per. una strana coincidenza non sono vestito molto diversamen– te da loro e pure mi vedono come un estraneo. Forse, alla maniera di Gertrude Stein si potrebbe dire che il Punk è punk è punk e basta. Chi è fuori ha un'altro odore, è vecchio, appartiene ad un'altra tribù. Se da un lato QUESTA TRIBU' sembra vagamente asessuata, voglio dire che non ho visto gente che si baciava o che « si corteggiava » semplicemente, pure tutti si toccavano, in qualche modo, ma questo era il nuovo: con non-curanza, spalla contro spalla, un contatto veloce e senza sorriso prima di essere da un'altra parte e toccarsi con qualcun altro. Un altro elemento che si rivela immediatamente: ·la sce• na è fatta a mano, c1oe non si può parlare di una «moda», mi sembra trattarsi piuttosto di mettersi addos– so le cose più sgangherate possibili, le più rotte e scalcinate. Mi sembra di cogliere i segni di una fondamen– tale, basilare « irriverenza ». Ma na– turalmente non ci ho « capito » an– cora niente. Così chiedo a Poly: « Co– s'è il punk rock? » « Il punk non ha ancora una « filosofia », è so– prattutto, per ora, una scena visua– le... Noi siamo dentro un certo modo di vestire: è una proposta che viene dai giovani emarginati, dai proletari, per la prima volta. La scena beat oppure quella dei freak è stata dise– gnata dai figli della piccola e media borghesia, invece il punk è la realtà dei giovani proletari, incazzati con tutto quello che li ha preceduti, cer– to, anche contro i freaks... Tu vedi che hanno tutti i capelli cortissimi, è la ribellione di adesso, lo spirito di una gioventù disoccupata, emargi– nata, che si sta creando uno spazio, è il trionfo del miserabile, del pove– ro, dell'oltraggioso, ecco, noi voglia– mo essere « oltraggiosi ». Anche nella musica, che è l'altro aspetto in cui si è sviluppata la scena del punk rock: guarda cosa è diventato il rock degli anni sessanta, una musica edul– corata, per famiglie, dolce, facile, op– piata, senza più alcun contenuto di ribellione. I giovanissimi non sanno cosa farsene, così abbiamo creato il punk rock, che è. anti-musica, che è rumore, casino. Basta con i poeti del
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