RE NUDO - Anno VIII - n. 53 - maggio 1977
RE NUD0/22 idiota perchè lo spettacolo teatralt:: in fondo dice esplicitamente di es~ere spettacolo, è insomma lo spettacolo meno mistificato che ci sia: è uno che va su e dice (come Gaber ): signori io recito, recito una quotidianità che non è qui su questo palco, che io trasferisco qui, ma della quale io qui, in teatro come L'uomo col magnetofono sa in qualche modo di recitare, di essere soggetto, ma di essere anche soggetto spettacolare che chiede dell'altro. Chi invece non si rende conto della propria spettacolarità, la rimuove, fa finta che non ci sia, non solo non sta in laboratorio, posso far vedere i meccanismi, le regole, svelare i ruoli e le apparenze. Siete molto più mistificati voi che mi interrompete lo spettacolo, perchè è inutile che la· meniate: volete il microfono, volete il palco, perchè volete recitare. Ma quello che volete recitare è la quotidianità, una quotidianità « interrompendo lo spettacolo », ma ha una fottuta paura di andare fino in fondo a distruggere, a interrompere quell'altro spettacolo, lo spettacolo del quotidiano, la vita-copione, il nostro dividerci in gruppi, identificarci in ruoli, riassumersi in immagini e perèlersi come corpi. E' questo lo spettacolo che sta a monte di tutto. Non esiste più una . che dice di non essere ~pettacolo, il che non è vero, è mistificatorio. Signori,. voi vi nascondete, dite che state « interrompendo » fo spettacolo e invece lo portate avanti mistificato. Voi che strattonate il cantante davanti a seimila persone che se ne stanno zitte a v<!dere, state facendo spettacolo, anche se non « quotidianità » non espropriata che possiamo far valere contro « lo spettacolo » in quanto tale (a teatro). La « quotidianità dei rapporti » è all'inizio spettacolo. Molti stanno ancora fingendo di difendere un campo dove è già passata la ferrovia, dicono che lo fate passare per tale. Attori eh.! nascondono la maschera dietro la ma~chera della «verità », che nascondono la recita dietro una apparenza di non recita. è ancora un « terreno vergine », ma non è vero, al massimo è l'orticello del casellante. ATTENZIONE: QUI RADIO ALICE ... A Voi che impugnate con cautela persino un tt:mperino è stata affi– data la bellezza del secolo più splendido, oggi la vita è cento voi• te più interessante di un qualsiasi praticante avvocato. Bologna: un momento di trasfor– mazione culturale, di rottura del linguaggio ha potuto diventare luogo di ricomposizione politica di uno strato sociale di massa che rifiuta il sistema orrendo della prestazione dello sfruttamento, .della miseria. La cultura: per alcuni deve funzio– nare come organizzazione del con– senso al tormentoso progetto di riorganizzazione della società capi– talistica, per altri deve funzionare come mera registrazione neutrale di un mondo immobile che ripete come normalità la sua ferocia. ALICE indica un percorso diverso e lo pratica: la cultura, il linguag· gio è il luogo in cui il soggetto in movimento scrive la storia della trasformazione del mondo e della vita e fa di questa scrittura prati• ca di trasformazione collettiva. BOLOGNA, 11 marzo quando con freddezza e determinazione un gra• duato dei carabinieri uccide il com– pagno FRANCESCO LO RUSSO, Alice trasmette le telefonate dei compagni che lo hanno raccolto, le tele– fonate di coloro che stanno concen– trandosi all'Univer– sità. Quando nel pomerig- gio di venerdì la polizia cerca di impedire al cor– teo di raggiungere il suo obiettivo,· di protestare di fronte alla sede della DC, Alice trasmette le telefonate di coloro che stanno resistendo alle cariche, di chi solidarizza con gli studenti e così per tutto sabato, quando la polizia cerca di cacciare fuori gli studenti dall'U· niversità e questi si difendono e respingono l'attacco, Alice tra· smette le telefonate di chi, da ca– sa, commenta quel che accade ma anche di chi sta in piazza e vuole fare sapere con quanta ferocia i poliziotti vogliono imporre il loro ordine. Il funzionamento di RADIO ALI– CE è il segno di una scelta politi– ca e culturale che non si può na– scondere, questo movimento si ca– ratterizza come rifiuto di ogni de– lega, come rifiuto di ogni potere. RADIO ALICE rifiuta la delega • Daily Mail 14-3-77 radiofonica, rifiuta il potere di chi sta al mixer, di chi filtra, taglia, censu- ra, riduce. Che la realtà parli direttamente, che la contraddizione si esprima. Il messaggio non è nè mera regi• strazione di una realtà immobile che finge di essere naturale per ga– rantirsi cosi la sua eternità cada• verica, nè indicazione dall'alto di una linea da seguire. La realtà in movimento parla e il messaggio è: MUOVETEVI!, è la realtà del soggetto a dire OCCOR– RE MUOVERSI. Chi ha pensato che una radio pos– sa coordinare o dirigere scambia per realtà la sua fantasia paranoi• ca.
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