RE NUDO - Anno VIII - n. 52 - aprile 1977

e gli ultimi di Essi chiesero c1 tutti di credE:re con un atto di fede nel IV1ondo Esterno. ' Pare risalgano a quegli anni alcu- ni riti, patrimonio che Essi tra– mandarono ai loro figli (secondo 3Jcuni storici tramite iscrizioni murali che sarebbero poi state cancellate dall'azione erosiva del– le intemperie) ... e da queste di generazione in generazione fino ai nostri giorni. Già da allora i più giovani restavano affascinati dalle magiche formule di questi rituali « Casa, scuola, fabbrica, quartiere, la nostra lotta è per il potere ». " Studenti operai uniti nella lotta ». L'unica regola che reggeva la comunità era di dover essere felici. I pochi dissidenti che mostraronc di non essere felici e di non sen– tirsi del tutto a loro agio furono considerati sospetti. Non esistono documenti che te– stimonino rapporti di qualsiasi tipo col Mondo Esterno ... (gli sto rici sono unanimi nel negare che ce ne siano mai stati). Un eccetera eccetera e una chia– ve di lettura di quanto sopra ...: PR0\-'0Cf.. "0P't:': E NON Pi:tOVOCATORf ·,l'.,1chenoi co1np;'çJni ci s1;1mo rot- ti le palle dei dirigenti cialtroni, dell'attività politica come missio- 11e, dell'ideologia del sacrificio (non siamo insomma dei nostal– gici bolscevichi) e proprio per questo non vogliamo che rientri– no tranquillamente dalla porta quelle cose che abbiamo buttato giù a calci dalla finestra. E' giu– sto riaffermare il diritto alla pro– pria fantasia, alla propria gioia, ma dobbiamo renderci conto che non basta, perchè i moduli bor– ghesi che abbiamo introiettato sono così resistenti che solo at– traverso un pro- RE NUD0/9 ponga con nuovi volti, troppe per– sone fanno i girotondi non perchè gli vada, ma perchè questo è il comportamento che ora gli è ri– chiesto; troppi si dimenticano che essere comunisti significa un confronto continuo, a volte anche angoscioso con la realtà, signifi– ca ritrovare la dura coerenza del– la scienza delle cose. LA SCIMMIA D'ORO cesso lungo e difficile potremo liberarcene. Noi non vogliamo cioè che il mo- vi mento nasca su nuove false coscienze. Trop- pi maschi si di- cono femministi (come un ma– schio possa es– serlo non capia– mo), troppi com– pagni negano l'autorità non di– struggendone nieccanismi e lasciando così che essa si ri- DA UN'ASSEMBLEA A ROMA ... Noi, INDIANI METROPOLITANI E GLI EMARGINATI, de• nunciamo e rifiutiamo l'allucinante clim;i di vìol,m:rn e prevaricazione creatosi in questa assemblea in cui tutta la forza, la fantasia e la creatività del movimento è stata soffocata, violentata e distrutta da un modo di fare politica che non ha niente di diverso, se non negli slo– gans contrapposti, cioè rumore contro rumore, dalla po– litica praticata da chi odiamo e vogliamo distruggere. la penetrazione degli altoparlanti, la prevaricazione di chi è più tozzo e maschio, la violenza contro gli emargi– nati, che rifiutano di esserlo anche nel movimento, sono gli ultimi e violenti sussulti di un mostro che sta mo– rendo e speriamo lo faccia in fretta e saremo noi a pra• ticargli l'eutanasia. OE.nunciamo con tristezza ma soprattutto con rabbia il tentativo di ridurre le espressioni di creatività del mo• vimento a semplici fatti di folklore e abbellimento per nascondere quanto di vecchio marcisca ancora fra di noi. In questo senso va il modo con cui la presidenza e par– te dell'assemblea (per ·non parlare poi di una sedicente riunione di studenti medi che in realtà era uno squallido reduno di baffoni stalinisti che volevano negarci la pa• rola!) ha accoltogli int&rventi degli Indiani metropolitani e dalle compagne femministe (che non vogliamo difen• dere perchè le compagne hanno la forza e l'autonomia per farlo da sole e molto meglio!). Abbiamo l'impressione, che sta divenendo sempre più certezza, che il Nuovo faccia paura a molti; faccia paura soprattutto a chi tenta di cavalcare il movimento, con le solite vecchie armi della prevaricazio– ne organizzata, con le mani a corna o a pistola, disponendosi nell'aula come se fossimo nel parlamento borghese. Noi chiediamo che i gruppi parlamen– tari prevaricatori vengano sciolti, in ca– so contrario noi dichiariamo sciolto questo parlamento il cui fine non è altro che offrire uno splendido mate– riale di calunnia ai pennivendoli della borghesia. Ci dissociamo perciò da qualsiasi con• elusione di questa assemblea, dalle migliaia di mozioni e contromozioni presentate dai professionisti della po– litica. Facciamo appello a tutti quanti si riconoscono nella autonomia vera del movimento di ritrovarsi martedì a lettere liberata alle ore 17 per una assemblea dell'area creativa del movi– mento in preparazione della giornata di lotta di mercoledì a Campo de' Fiori. Diffidiamo ad intervenire all'as– semblea di martedì chiunque voglia riproporre il clima di violenza di que– sta corrida nazionale. Gli Indiani Metropolitani

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