RE NUDO - Anno VIII - n. 52 - aprile 1977

- lettere Amici fratelli di Re Nudo, sono un flautista ,mi chiamo Ferrarini Claudio, frequento U 5° corso del mio strumen– to al conservatorio Arrigo Boito, ove insegna anche il maestro Paolo Castaldi, che è apparso nel vostro disco del Lambro con • solfeggi parlati • con Cardini. Siamo in contatto con Paolo Castal– di, eseguiamo le sue musi– che e altre, tutte appartenenti ai nostri tempi, leggo il vo– stro giornale da tempo e avrei alcune cose da dire. A mio giudizio il vostro gior– nale non si è mai interessa– to di musica contemporanea, avete parlato di Gaber-Guc– cini e altri cantautori da strapazzo, gente che non sa cosa significa suonare per opera'i e studenti gratis, gen– te che vuole 400.000 lire per concerto, di questa gente noi musicisti e strumentisti non ne vogliamo sapere. Siamo gli unici a continuare un'educazione musicale, che in Italia è a livel,lo del Ku– wait (senza volerli offende– re). Credo 'in quello che creo, perché è la mili espressione, è la mia maniera di stare ac– canto alla gente, comunico. Fare ·la musica concretamen– te è abbastanza difficile, ma questi cantanti che diffondo– no dischi, e si interessano di Hit Parade, delle vendite, gente che nel 68 era dietro a Sanremo, che faceva can– zonette per chi si rade al mattino. E' dovere di noi musicisti ribellarci a questa situazio– ne, la vera politica è questa, la vera ribellione è ciò che suoniamo, niente dischi, tut– to suonato in diretta con operai, con gente che non può pagarsi 140.000 per una poltrona alla Scala, un rap– porto più umano, non voglia– mo che chi ci ascolta esca con il dubbio, vogliamo far– cl capire, ,per questo andia- . mo direttamente noi. Orga– nizzando i concerti neHe fab– briche, nelle stanze di comi– tati politici, andando anche in luoghi ove un certo di– scorso è difficilissimo, parlo delle discoteche, luogo di masturbazione ideologica, questi posti sono I più duri lì in questi luoghi si sento'. no le musiche più assurde. Or~ tu mi domanderai per– che tutto questo. R-isposta: sono stanco di vedere que– sto, non ci ribelliamo con tutte le nostre forze, ecco la parola, forse, voi In fondo ~a possedete una forza, mai e apparso qualcosa sulla vo- lettere stra rivista di controcultura. ma che controcultura è se non esiste questa cultura, che è basata tutta sulla con– trocultura musicale del 900. Vorrei scrivere qualcosa sul vostro giornale, ma p'iù che scrivere suonare, perché è questo che facalo, suono la musica sperando che ciò possa cambiare i (errore) mali della società. Nella vostra redazione non esiste un musicista. Che fa questo, manca completamen– te di un settore. un settore abbastanza Importante, la musica è una rivoluzione. MUSICA COME RIVOLUZIO– NE. Non avete mai organiz– zato un concerto di mus"iche contemporanee. Sono un let– tore e compagno anarchico e vorrei allungare -le mie an– tenne a voi, sarebbe ecci– tante un concerto. di contro– cultura con musiche di Ca– staldi, Schonberg, Stockhau, sen, Cage, Berlo, Nono, Do– natoni. Facciamo questo da tempo con un mio amico compagno pianista, nelle fabbriche, creandoci critiche dal con– servatorio, ma ciò c-1 piace, nulla è più morto di questo ambieme. Alla fine ti accorgi che è già nulla, questa lettera vuole essere un primo rapporto con il nostro Duo di musi– che contemporanee. Purtrop– po viviamo ·In un mondo stra– no. Se credi possiamo mandarti dei programmi, op– pure chiedi del duo Ferrar!• nl-Nioli al maestro Castaldi . li mio indirizzo è: Ferrarlnl Claudio - Via Mutta, 34 . 43100 Parma. A proposito di « Lettera al Partito • Caro Papà », n. 48 pag. 11. Caro Elvio della Bovlsa, non sono tuo papà, -semmai tuo fratello. Che il nostro papà abbia molte colpe sono dac– cordo con te: basta vedere i figi! debosciati che ne ven– gono fuori. Questo ,però non ml è sufficiente per nutrire simpatie nei tuoi confronti. lettere Non basta avere un padre autoritario -in comune per farci chiudere • tutti Insie– me • come dice Doppiovù nel ghetto del disperati e del superficiali. La colpa che ti faccio non è di non fare lavoro politico. ma di non fare niente. Dici che vuol « VIVERE! •. lo conosco giovani che passa– no le vacanze a Riccione e a Cortina e che pensano so- - lo a ballare, a divertirsi. a fare l'amore (leggi chiava– re), ascoltare la musica. Se questo per te è vivere vuol dire che siete fatti della stessa pasta. Solo che tu sei povero e allora ti fai chia– mare proletariato giovanile. mentre loro, è meglio che te lo dica, sono ricchi e vota– no dalla DC in poi proceden– do verso destra e vengono chiamati fascisti. A questo ,punto quel residuo di simpatia -nel tuoi confron– ti crolla definitivamente. lo credevo che essere com– pagni significasse altre cose. Innanzitutto rifiutare il mo– dello di vita che ci viene Im– posto. Compresi balli nevro– tizzanti quando non conosci il tuo corpo, musiche stupi– de e alienanti quando non ci sai fare a suonare (anche I bongos, Intendiamoci, non la IX di Beethoven), amori fru– stranti quando non riesci neanche a volere bene a te stesso (è chiaro che non propongo l'ascesi, ma una , Impostazione meno squallida. consumistica e superficiale). compagnie dove si parla a vuoto e il ·riso si chiama isteria e il silenzio angoscia. Ml sembri quello che torna dal campo di concentramen– to e dice: • In fondo mi so– no divertito perchè mi sono fatto tante seghe •. E' quello che stai facendo tu in questo mondo di mer– da. A proposito di tua sorella non credo che abbia • urlato una serie di Insulti In un momento di ·Incazzatura •: piuttosto ha scoperto ·i suoi bisogni In un momento dr estrema ragionevolezza. Non ti voglio dare consigli ma non capisco perché non vuoi scappare di casa. Forse ti farebbe bene; conosceresti altre cose e altre persone anche se non ml faccio illu– ,sionl che siano tanto meglio di te. Alt-rlmentl rimani lì al la Bovlsa a fare da quinta al-la nebbia del<la disperazio- ne. Con affetto (ma sì, In fondo) Antonio. (Ferrara) RE NUDOl6'i Léttere SAVELLI

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