RE NUDO - Anno VIII - n. 52 - aprile 1977
musica Swabrick RE NUD0/61 lito, di quello della vecchia ~ NCCP; c'è poco sangue che circola, poca carnalità, ma molti merletti. senza arse– nico. MV ------------------------oaue Swarbrick Musica degli Indiani e degli Eskimesi dell'America del Nord Albotros - Vedette Fratelli miei. in questa terra bisogna che mai gli indiani siano dimenticati. Parole del– la nostra lingua sono servite a nominare moltissime cose belle che per sempre parle– ranno di noi. Il minnehaha ridetà di noi, il seneca rimanderà la nostra immagine il Mississippi rie– cheggerà le nostre voci. L'ampio Yowa, e il rapido Dakota, e il fertile Michigan sussurreranno i nostri nomi al sole che li bacia. Il fra– goroso Niagara, l'Illinois mor– morante e il canoro Delawa– re ripeteranno senza posa il nostro Dtawa (canto fune– bre). E potrete voi e i vostri figli, udire quell'eterna canzone senza che il cuore vi si stringa? Una sola colpa ave– vamo: di possedere una ter– ra sulla quale l'uomo bianco aveva posto gli occhi. Siamo andati, in direzione del sole calante; abbiamo abbandonato le nostre case all'uomo bianco. Fratelli miei, una delle leg– gende del mio popolo narra di un capo e come costui, al– la testa dei resti della sua gente, passò un grande fiu– me, e piantando il" palo della tenda sull'altra sponda so– spirò: • A-la-ba-ma •, che nel– la nostra lingua significa: • Oui possiamo restare•. Ma quel capo non seppe preve– dere il futuro. Venne l'uomo bianco, ed il capo e il suo popolo non po– terono più rimanere là: furo– no cacciati via, e nella palu– de affondarono nel fango e morirono. La parola che egli aveva pronunciata così con triste accento divenne il no– me di uno stato dell'uomo bianco. Ma non c'è più luogo alcuno sotto le stelle che di lassù sorridono, dove l'indiano pos– sa piantare la tend11 e sospi– rare: • A-la-ba-ma! •. Sono le ultime righe di • Sul sentie– ro di guerra •, scritti e testi– monianze degli lndian.i d'A merica, Feltrinelli. Non è un caso che il nome Alabama sia finito poi a uno degli sta– ti più razzisti dell'unione. Ma dovr~mmo parlare di un disco, di due perchè è doppio, della collana Albatros, distri– buita dalla Vedette unitamen– te alla Folkways, (che stam– pa a sua volta un album sin– golo di musiche pellerossa). Le note di copertina awer– tono che la musica nelle co– munità pellerossa era sem– pre • di uso sociale • e mai • estetica •. Musiche di guerra, di ceri– monie etc. In questa musica, così come in quelle delle ci– viltà tribali africane, quello che si esprime è il senso (magico) dell'insieme della comunità. Un'avventura sonora molto bella e che sarebbe potuta essere migliore se il cura– tore, fattosi prendere fino in fendo dal suo schema men– tale di • ricercatore •, non avesse spezzettato gli inter– venti in brani mai più lunghi di 5 minuti e spesso di uno o due. La comunicazione sonora ri– tuale si sviluppa su tempi molto lunghi, pochi minuti danno un quadro sbagliato, da una ~ospettiva che è • scientifica • invece che di confronto. Ciò non toglie che il mate– riale sia da non perdere. M.V. « Swarbrick » Transatlantic Dave Swarbrick nel 1969, do– po anni di attività nei circui– ti folk inglesi, si è unito ai Fairport Convention, diven– tando con il suo violino uno dei punti focali del gruppo. In . Inghilterra la tradizione popolare continua a vivere tranquillamente per l'attività di numerosissimi rnusicisti in gran parte amatoriali, I migliori dei quali diventano a vari livelli di impegno, • professionisti • girando in un enorme circuito di club piccolissimi, per lo più situa– ti nelle cantine o al primo piano di un pub, dove, oltre a decine di amatori, almeno una sera alla settimana si esibisce un artista di nome. Il materiale di questo album solo di Swarbrick. che con– tinua a lavorare con i Fa'ir– port, è tratto principalmente dalla tradizione ed è arran– giato per organici minimi; violino e piano. violino chi– tarra e basso; l'operazione mantiene legami strutturali dal punto di vista musicale con la tradizione molto stret– ti. Le forme sono quelle del– la tradizione, ma 1e esecu– zioni, senza niente perde.re in spontaneità, sono quelle di musicisti estremamente dotti e attenti a tutte le mi– nime sfumature di quadratura e Intonazione. Non è nulla di naif, ma non pèr questo manca la vitalità e 'imo dei pregi dell'album, per chi è interessato a que– sto tipo di interventi, sta nel gusto, estremamente raffina– to e levigato, di • suonare bene •. Canzoni d'amore (canzoni strumentali), baMi, è musica che mantiene in– tatto, pur nello • stile » mu– tato, un rapporto verso gli ascoltatori molto intenso. Rapporto che non è più tan– to di unione attraverso la musica, quanto di concerto, di esecuzione per qualcuno. Il gruppo si esprime con un linguaggio che è ancora più musicalmente raffinato, ripu- Eddie and The HotRods Teenagedepression lsland La prima domanda seria da porsi per recensire questo disco è: • Come lo prende– rei se avessi 15 anni? •. A • entrare nel merito • le ipotesi sarebbero numerose, ma rimane .il fatto che di an– ni ne ho 29 e quindi, non vorrebbe dire niente. La musica: siamo di fronte al più • basic • - elemen– tare - dei rock. L'immagine: James Dean e oltre, più ran– da. Parole: classiche. Modelli espliciti:· Anlmals, Who, Pretty Things, Yard– bi,rds, Stones. Depressione da teenegar: Gong e l'Altra Domenica ci hanno dato una ;n-i,,.,w,;,,,. di auesto che vie– ne lanciato di questi tempi come • Punk Rock •, e che, ui ratto, ha un suo culto complessivo di iperviolenza (più teorica che pratica) fra i ragazzotti inglesi della se– conda metà degli anni '70. Sono il contraltare consumi– stico e chiuso in un circuito di mercato delle frange più romantiche della autonomia milanese. Ma la musica leg– gera è un media a suo mo– do molto sottile, sfaccettato, dove anche la più bieca e volontaria operazione com– merciale, studiata e calcola– ta può uscire come un pezzo che, nonostante tutto, ha molto senso, magari quello dell'artificialità .. Così come brilla di perfetta artificialità • Born To Run • nato per correre, un pezzo esclusiva– mente descrittivo, completa– mente recitato, sulla nuova generazione del • movimen– to • che (inteso che si muo– ve) con qualche senso epico riprende in mano un favara
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