RE NUDO - Anno VIII - n. 52 - aprile 1977

RE NUD0/24 Un modo non ideologico di accostarsi al fenomeno eroina Il fenomeno del consumo di eroina in occidente viene caricato di conte– nuti che in sé non ha. Da una parte serve da capro espia• torio per occultare la tossicità della vita nel sistema industriale capitali– stico (cancro, malattie professionali, cloracne, ecc.) e dall'altra torna utile ai meccanismi di coesione del siste– ma per convincere l'opinione pubbli– ca dell'indispensabilità di istituzioni repressive quali la polizia, la psicha– tria, la morale piccolo borghese, isti• tuzioni che si scatenano tutte con– tro il «diverso» che si buca. Questa ideologia del «peccato di eroina» è passata anche nella sini– stra di classe, dove la repressione si è articolata in varie pratiche: . la sprangatura anche del piccolo vendi– tore, l'emarginazione dai luoghi di aggregazione politica, l'atteggiamen– to da boy-scout per il recupero del «drogato». . · Le condizioni obiettive in cui si svolge la vita di chi f<\1uso di eroi– na sono caratterizzate da meccani– smi di espulsione dal tessuto socia• le, di emarginazione e criminalizza– zione dovuti sia alle strutture mafio– se del mercato nero, con relativo al– tissimo costo di speculazione, sia alla paura di contagio delle persone cosic!dette normali. Per tagliare alle radici questo siste– ma di sfruttamento e di ·ghettizzazio– ne, è emersa la necessità di darsi :m obiettivo a livello istituzionale: la liberalizzazione dell'eroina, che, . to• gliendo dalle mani degli speculatori la gestione della sostanza, permette di riportare il fenomeno alle sue di– mensioni reali. Un importante fattore di normalizza- zione è stato individuato nel control– lo del prezzo, che va contenuto nei limiti dei costi effettivi. Superamento dei rapporti alienati. Dall'esperienza fatta al Centro di via Ciovassino di rapporti reali tra i compagni che vivono l'esperienza dell'eroina e i compagni che ne so• no fuori, è emerso chiaramente co– me sia da evitare, da parte di en– trambi, ogni atteggiamento ideologi– co di non accettazione, l'essere pre– venuti, o il non voler .mettersi in di– scussione; e come sia necessaria invece una-continua analisi delle pro– prie motivazioni. E' importante anche tener conto dei tempi personali di approfondimento e superamento dei rapporti alienati con l'eroina o col problema dell'eroi– na. Chi decide di uscire da tale espe– rienza appoggiandosi a persone, di– sposte a venirgli incontro, deve tro– vare un atteggiamento non paternali– stico, e comunque non propositivo di modelli di comportamento specifici, ma una disponibilità ad affrontare in– sieme i problemi esistenziali, che, se approfonditi, appariranno comuni alle due parti. In questo rapporto di coinvolgimento r·eciproco è facile cadere nella stru• mentalizzazione. Riuscire a superare questo stadio, · può significare per entrambi una riappropriazione della loro coscienza, e quindi una giusta relativizzazione dell'esperienza dell' eroina. E questo riteniamo sia l'unico punto di partenza corretto per qualsiasi az;one voglia intervenire sull'attuale disagio sociale, causa ed effetto del «fenomeno eroina». (Dal documento n. 2 del Centro di lotta all'eroina di via Ciovassino) starci in questa società, però senza dar fastidio a nessuno e senza che mi schiaccino i pie'di. L'unica è trovare un mio ambien: te, e cioè una casa dove posso mettermi a lavorare ancora il cuoio. A me va di vivere tranquil– lo, anche in una casa occupata, però essere indipendente. A me andrebbe di occupare e poi continuare a battermi per dare una casa a chi non ce l'ha, ma che non diventi un'ossessione, che non diventi uno scopo di vi– ta, come molti compagni fanno ... fin quando un giorno non trovano un qualcos'altro, mollano il colpo e vanno di là. Va bene lottare, ma voglio pen– sare anche a me stesso, perché io a me stesso non ho mai pen- sato. ( J Poi adesso ci sono delle crisi personali tra la gente. Special– mente tra compagni ci sono di quelle situazioni paranoiche, gen– te che se ne scappa perché non ci trova più un cazzo, l·e cos.e in cui credeva sono crollate tutte. L'·unica cosa che ti può dare re– spiro oggi è di. avere una casa, uno spazio personale e uno spa– zio comune, e anche la faccenda del lavoro in proprio. Anche se sai benissimo che sarà molto du– ra, però c'è quella volontà lì, ca– pisci. lo non ho mai rubato, non ho fat– to mai marchette, non ho fatto niente di quel che si può dire di– sonesto; però non so fino a quando la mia onestà riuscirò e: tenerla, perché se non hai nean– che la posS"ibilità di lavoro ... lo non sono il tipo che di giorno va a lavorare e poi la sera deve sbattersi per cercare dove anda– re a dormire, non ce la faccio proprio. Vai a cercare una casa e quan·do la trovi ti chiedono delle c,ifre as– surde e poi vogliono sapere ·dove lavori. Vai a cercare un lavoro e vogliono sapere l'indirizzo della casa. E io come faccio a lavorare se non ho una casa? Carla, un'amica di Giorgio Carla: Personalmente sono sem– pre rimasta fuori dall'eroina. co– munque 11011 faccio diffe'renza tra quelli elle si fanno e quelli che non si '.:anno. Sia in me, sia nelle persone che conof,CO, sento da parte di tutti il bi~;ogno di attaccarsi a qualco– sa, di cercare qualcosa che non sai p·iù l'attività politica che ab– bi::irno fatto nei primi anni di Uni- varsità. · lo ho tentato anche col teatro, e ci credevo moltissimo. Adesso non ci credo più perché ho avuto 'dei rapporti veramente brutti con gli altri, non comunicavo proprio per niente. Per cui non credo che sia per l'eroina che con alcuni non ri·esco a comunicare. Nell'esperienza del teatro, 1n1z1a– ta proprio per comunicare me– glio, per cercare di fare quelle cose che non eravamo riusciti a fare con la lotta solo politica,) ho v~rifi~at~ propri? come in__yolte s1tuaz1on1 non c1 sia ques,:çapos– sibilità. Dopo alcune settimane. ho visto che lì dentro c'erano qli stessi schemi che di fuori rifiutavo. Ab– biamo cercato di parlarne, di fa– re una specie di autocoscienza, e li abbiamo anche tirati fuori i problemi, ma nella pratica tutto avveniva come prima. E>ensoche non esista solo l'eroi– na come droga, esistono delle droghe mentali, delle droghe di altro tipo, per esempio lo sbatto tersi in una cosa, in P.Olitica, in' rapporti di sicurezza. L'unica dif– ferenza è che con l'eroina ti met– ti dentro una sostanza che ti fa male al corpo. Ho avuto parecchi rapporti con ragazzi che si fanno di ero, tra cui Giorgio. Con loro non ho avu– to problemi per via dell'eroina,

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